P.Mastr. per “la Repubblica”
donald trump
Trump contro Biden, di nuovo. E poi l'estremismo del programma America First contro la decenza dei democratici, l'inflazione contro l'aborto, e la guerra in Ucraina che divide gli stessi repubblicani. Così si profila la sfida per le elezioni midterm di novembre, dopo le novità che negli ultimi giorni hanno riscritto l'agenda della campagna elettorale.
Fino al 24 febbraio, la dinamica del voto per il controllo del Congresso sembrava avviata su un binario diritto. Dal ritiro dall'Afghanistan in poi la popolarità di Biden era scesa, non era riuscito a far approvare la grande riforma del piano Build Back Better, e nonostante l'economia e l'occupazione crescessero la percezione degli americani era negativa, a causa dell'inflazione all'8,5%. I sondaggi erano unanimi nel prevedere che i repubblicani avrebbero stravinto a novembre, con l'unico dubbio se avrebbero riconquistato la maggioranza solo alla Camera o anche al Senato. E tutte le conseguenze sulle presidenziali del 2024, con Trump pronto a ricandidarsi.
trump biden
I sondaggi non sono cambiati, e la sconfitta dei democratici resta il risultato più probabile, ma la dinamica è mutata fino al punto di far sperare a Biden di avere una possibilità di rovesciare la situazione. La prima novità è stata l'Ucraina, col suo impatto non solo geopolitico, ma anche economico.
Il presidente l'ha usata per cercare di riunificare gli americani dietro al comandante in capo, e scaricare su Putin la colpa degli aumenti dei prezzi. Finora non ha funzionato, perché la sua popolarità resta intorno al 40%, anche se oltre il 70% degli elettori pensa che sia giusto aiutare Kiev a difendersi. La guerra però continua, e servirà tempo per capire quali effetti avrà sulle dinamiche elettorali domestiche.
TRUMP E BIDEN
La Corte Suprema che si prepara a cancellare il diritto costituzionale all'aborto ha provocato un terremoto politico e sociale, aggiungendo un elemento potenzialmente decisivo alla campagna. Ieri infatti Biden l'ha subito sfruttato, avvertendo gli americani che «altri diritti legati alla privacy sono a rischio, come quello di usare gli anticoncezionali o i matrimoni gay. Come reagiremo, se verranno approvate leggi per vietare agli studenti Lgbtq di stare in classe con gli altri? I sostenitori dell'agenda MAGA di Trump sono l'organizzazione politica più estremista nella storia americana recente».
La sua scommessa è che questa paura motiverà i democratici ad andare alle urne a novembre, e magari iniziare a mobilitarsi per il 2024. Resta da vedere se basterà a rovesciare il risultato del voto midterm, anche perché è probabile che spinga donne e giovani ai seggi, ma non altri gruppi decisivi come gli ispanici.
TRUMP E BIDEN
Dalle primarie di martedì poi è arrivato un altro verdetto importante, ossia la conferma che Trump è ancora il padrone del Gop. Il risultato più significativo è stata la vittoria di J.D. Vance nella corsa alla candidatura per il seggio senatoriale lasciato libero da Rob Portman in Ohio. In passato l'autore di Elegia americana aveva attaccato Donald, definendolo «eroina politica», ma ora si è convertito e l'appoggio dell'ex presidente gli ha consentito di battere avversari anche più MAGA di lui.
Vance poi ha evidenziato le divisioni tra l'establishment del Gop e i trumpisti sull'Ucraina, dicendo ce «non mi importa nulla di cosa accade a Kiev». Non è ancora certo se il dominio di Trump sul Gop verrà riaffermato nelle prossime primarie in stati più contesi, o se reggerà a livello nazionale. Il voto di ieri in Ohio però era considerato un test della sua leadership, e lo ha passato. Almeno a novembre, la sfida sarà ancora fra lui e Biden.