Andrea Ramazzotti per gazzetta.it
inter viktoria plzen
Nel giorno del quarto anniversario di Steven Zhang come presidente, l'Inter si regala per il secondo anno di fila gli ottavi di Champions con una giornata d'anticipo. Contro il Viktoria Plzen doveva essere una partita facile e infatti niente sorprese: boemi volenterosi, ma nettamente inferiori ai nerazzurri, affamati e desiderosi di chiudere la pratica il prima possibile.
Grande protagonista Dzeko, autore di una doppietta, ma prestazioni da incorniciare anche per Bastoni, Dimarco e Barella, tuttocampista nel vero senso della parola perché corre per due, recupera, lancia e si inserisce. Non a caso l'Inter vola con il sardo su grandi livelli. Inzaghi può sorridere: la crisi di settembre sembra lontana anni luce e per il terzo anno di fila il tecnico di Piacenza è agli ottavi di Champions.
Adesso avrebbe bisogno di un po' di quella fortuna nei sorteggi che gli è mancata con la Lazio e con l'Inter, ma intanto merita un applauso per come ha rialzato la squadra e per la seconda campagna europea importante. Ha trionfato sul terreno dove Spalletti e Conte hanno fallito. Non un merito da poco.
inter viktoria plzen dzeko
Serviva vincere ed è stato fatto. L'Inter strapazza 4-0 il Viktoria Plzen e rende inutile ai fini della qualificazione la successiva partita tra Barcellona e Bayern Monaco, approdando agli ottavi di finale di Champions League con un turno di anticipo. Apre le marcature Mkhitaryan di testa, poi è Dzeko a completare l'opera a cavallo dell'intervallo. Sette minuti di partita, più recupero, anche per Lukaku: non giocava da fine agosto, dalla terza giornata di campionato e il Giuseppe Meazza lo ha accolto con un boato di bentornato. Lui, come ringraziamento, ha risposto con un gol dopo circa tre minuti dal suo ingresso in campo: serata dolcissima per i tifosi interisti.
inter viktoria plzen lukaku
DOMINIO INTER— Con il Barcellona davanti alla tv al Camp Nou a "gufare", lo squalificato Inzaghi cambia tre uomini rispetto alla formazione di sabato al Franchi, mentre Bilek va alla caccia del primo punto nel girone puntando sulla difesa a cinque per resistere alla mareggiata. Un cross di Dimarco dopo una manciata di secondi, con quasi tutta l'Inter che assalta, mette a nudo la voglia di vincere dei padroni di casa, ma il Plzen sta corto e non concede spazi tra le linee in attesa della ripartenza giusta. Così sono Skriniar e compagni a dominare il possesso e a fare la gara sfruttando gli inserimenti dei marcatori della difesa tre (soprattutto Bastoni) e degli interni di centrocampo (Barella e Mkhitaryan), ma soprattutto della spinta di "turbo" Dimarco. Il problema maggiore per gli uomini di Inzaghi è non sbilanciarsi perché la voglia di segnare di fronte a un avversario inferiore è grande. San Siro, praticamente tutto esaurito, alza il volume, ma i boemi non stanno solo a guardare e ogni tanto provano a rendersi pericolosi. Il primo tiro nello specchio è al 25', con un colpo di testa dell'armeno (parata di Stanek e tap-in fuori di Dimarco), ma a dispetto della prima conclusione tardiva, in campo c'è (quasi) solo l'Inter, con Dzeko splendido regista offensivo e frequenti scorribande soprattutto a sinistra.
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Peccato che manchi l'ultima zampata per sfortuna o per imprecisione. Almeno fino al 35' quando Bastoni sfonda per l'ennesima volta sull'out mancino, crossa per Mkhitaryan che tutto solo insacca di testa. L'ex Roma, eroe all'ultimo istante sabato a Firenze, si ripete, ma, al netto della differenza di valori in campo, sorprende che Bilek non trovi, in oltre mezzora di assalti sul suo lato destro, un modo per limitare i danni. Jirka, chiaramente fuori ruolo come esterno in mediana nel 5-4-1, non ferma mai Dimarco che, messo in modo da un cambio di gioco di Barella, serve a Dzeko il pallone del raddoppio prima del 45'. Le "gufate" che partono da Barcellona non sembrano avere effetto e all'intervallo gli ottavi sono lì, a portata di mano, grazie al 2-0 che "brilla" sul tabellone del Meazza.
DZEKO E LUKAKU — Il Plzen si ripresenta in campo con Chory e Holik per Bassey e lo spaesato Jirka, ma il copione tattico è sempre lo stesso e i boemi le prendono di brutto sulla loro destra, dove il passaggio a livello non si abbassa mai. Mkhitaryan timbra il palo da fuori, poi un altro traversone di Dimarco consente a Lautaro di calciare a botta sicura, ma Stanek respinge e il bilancio del Toro in Champions resta... in bianco e nero con 8 centri in 28 match. In compenso non sbaglia Dzeko che fa doppietta su assist di Lautaro ed ennesimo lancio illuminante di Barella.
inzaghi
A San Siro non c'è più paura, ma solo voglia di festeggiare. Inzaghi pensa alla Sampdoria (sabato) e mette dentro Correa e Asllani, ma tutti aspettano Lukaku, applaudito quando inizia il riscaldamento. Dopo due mesi di stop, il belga entra per gli ultimi 8 minuti scarsi più recupero per l'ovazione dello stadio. Gli bastano per firmare il 4-0. Ora la festa è davvero completa.
Simone Inzaghi