Giuseppe Legato per “La Stampa”
ANDREA AGNELLI CON PAVEL NEDVED E MAURIZIO ARRIVABENE
Il procedimento penale che vede imputati gli ex vertici della Juventus (da Andrea Agnelli a Pavel Nedved a Maurizio Arrivabene tra gli altri) per falso in bilancio, false fatturazioni e aggiotaggio fa litigare le toghe torinesi. Avvocati contro Tribunale e procura.
L'affondo della più importante rappresentanza associativa dei penalisti è in una nota inviata ieri pomeriggio che critica aspramente la circolare emessa dai vertici degli uffici giudicanti accusata senza tanti giri di parole di aver riaperto le porte a una veloce fissazione dell'udienza preliminare dell'inchiesta sulla società bianconera.
tribunale di torino 2
Gli avvocati riconducono la ratio del provvedimento (in realtà più esteso al caso singolo) alla pendenza «di un noto procedimento che ha avuto e ha tuttora un clamore mediatico rilevante». Juve, appunto. «E non possono essere le eventuali aspettative dell'opinione pubblica a dettare l'agenda degli uffici giudiziari».
Andiamo con ordine: fino all'altroieri tutte le richieste di rinvio a giudizio di indagati (non detenuti) in procedimenti pendenti innanzi al tribunale del capoluogo piemontese avrebbero dovuto attendere fino al 31 gennaio 2023 per ottenere una fissazione dell'udienza preliminare. Lo aveva deciso il 15 novembre scorso il presidente (reggente) del Tribunale Modestino Villani.
pavel nedved, andrea agnelli, maurizio arrivabene e federico cherubini
Tutte le date erano full per cui si era approvato «uno schema di variazione tabellare del sistema penale». Il messaggio era indirettamente inviato anche ai pm: se chiedete il processo per i vostri imputati a piede libero non si fisserà nulla prima di quella data con il discrimine sugli indagati ristretti in carcere.
Provvedimento - a prima vista - obbligato. Senonché il 2 dicembre scorso lo stesso Villani ha modificato le disposizioni (pubbliche da ieri) inserendo altre deroghe sulla scorta - ha scritto lui nel provvedimento - «della richiesta di una maggiore apertura nelle revisione di processi da non fare cadere nella sospensione inoltrata dal procuratore capo Anna Maria Loreto». Tra queste, quelle «in cui figurano sequestri per più di 50 mila euro a carico di interi compendi societari, quelle attinenti alla decadenza della responsabilità genitoriale, di adozione o sulle quali siano in corso controversie sull'affidamento di minori e - infine - per procedimenti verso società quotate nel mercato azionario telematico». In Borsa, per capirci.
ANDREA AGNELLI E MAURIZIO ARRIVABENE DELLA JUVENTUS
Apriti cielo. I penalisti sono saliti sulle barricate: «Già il primo decreto appariva scarsamente condivisibile atteso che la mancata celebrazione delle udienze preliminari fino al 31 gennaio non era accompagnata da un progetto di organizzazione che potesse poi favorire la celebrazione delle successive fasi dibattimentali, ma il secondo - dice il presidente dei penalisti Roberto Capra - appare ancora meno condivisibile perché introduce una selezione di criteri di priorità svincolata da qualsiasi norma di legge».
Anzi: «solo il legislatore «può indicare criteri prioritari nella trattazione degli affari penali e non può essere certo un organo politicamente irresponsabile a stabilire quali processi si possano o meno celebrare».
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Sul fronte dell'inchiesta va detto come molti siano in attesa della pronuncia della Procura generale di Cassazione sull'istanza presentata dai legali Juve con cui chiedono lo spostamento del procedimento a Milano per competenza territoriale essendo - a loro avviso - avvenuto in Borsa il reato più grave tra quelli contestati. La procura ovviamente sostiene il contrario. E avendo chiesto il rinvio a giudizio degli indagati ha di fatto esautorato quell'organo della possibilità di esprimersi in maniera vincolante. Spetterà al gup decidere. Quando verrà fissata l'udienza preliminare che sta facendo litigare le toghe.
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