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    DARE LA VITA INVECCHIA - UNO STUDIO PUBBLICATO SU “HUMAN REPRODUCTION” SOSTIENE CHE LA GRAVIDANZA INVECCHIEREBBE IL DNA DI UNA DONNA DI ALMENO 11 ANNI, RENDENDOSI RESPONSABILE DI UNA DEGRADAZIONE CELLULARE PEGGIORE DI QUELLA CAUSATA DA FUMO (REO DI 4,6 ANNI DI DECLINO CELLULARE) E OBESITÀ (8,8 ANNI)…


     
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    Fabrizio Barbuto per “Libero quotidiano”

     

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    La scrittrice americana Erica Jong afferma: "Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall' altro, quanto l' essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera". Questa prodigiosa duplicazione di individui non sarebbe l'unica conseguenza irreversibile della gestiazione: secondo uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Human Reproduction, la gravidanza invecchierebbe il DNA di una donna di almeno 11 anni, rendendosi responsabile di una degradazione cellulare peggiore di quella causata da fumo (reo di 4,6 anni di declino cellulare) e obesità (8,8 anni). L' indagine ha analizzato le condizioni di salute di 1.505 fanciulle americane in età riproduttiva concludendone che, una volta madri, presentavano marcatori genetici deteriorati.

     

    A rendersi funzionale alla ricerca è stata l' analisi sui telomeri, regione terminale dei cromosomi la cui lunghezza è proporzionale alla salute dell' individuo; i telomeri delle volontarie con prole apparivano più corti del 4,2% rispetto a quelli delle altre donzelle; una alterazione capace di replicarsi ad ogni parto determinando che, una donna con più figli, appassisca prima di chi non ne ha.

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    L' epidemiologa Anna Pollack della George Mason University ha commentato così: «Abbiamo scoperto che le donne che hanno avuto cinque figli o più hanno telomeri maggiormente corti rispetto a quelli di chi non ha avuto figli, e relativamente più corti rispetto a quelli di che ne ha avuti uno, due, tre o quattro. Siamo stati molto sorpresi dai risultati: l' invecchiamento cellulare imputabile alla gravidanza è di almeno undici anni».

     

    I dati, però, potrebbero essere influenzati dalla nazionalità delle esaminate: le madri americane sono sottoposte ad uno stress maggiore non essendovi negli USA congedo di maternità obbligatorio. Alla fatica di gestazione, parto e svezzamento, si aggiungerebbero ritmi di lavoro tali da contribuire ad un indebolimento del DNA. «Parlando con le amiche divenute madri» - ha asserito Pollack - «a tutte noi sembra che i figli ci abbiano invecchiate un po', tuttavia non stiamo sollecitando a non procreare, abbiamo solo fotografando una realtà».

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    Qualora foste già alla ricerca del modo per scongiurare i rischi collaterali alla maternità, vi suggeriamo di chiedere aiuto per la crescita della prole: fare tutto da sole potrebbe amplificare i processi di degradazione cellulare, ed a confermarlo è uno studio sulle donne Maya dalle Università Simon Fraser e British Columbia, in Canada.

     

    La donzelle di questa popolazione allevano i figli in cooperazione. Come risultato, la discendenza non inciderebbe più di tanto sul turgore della loro giovinezza. Con le dovute accortezze ed un fedele ausilio, se ancora non lo avete fatto avete tutte le ragioni di dare riscontro a quel pressante desiderio di sentirvi chiamare "mamma", considerato anche che la gestazione non si rende solo motivo di effetti indesiderati, bensì di molteplici benefici a vantaggio del corpo: secondo alcuni studi, gravidanza e allattamento, ridurrebbero il rischio di sviluppare tumori alle ovaie ed al seno.

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