Il prossimo 3 febbraio avrei dovuto partecipare a Milano al convegno Homo Occidentalis a Milano promosso dall’Associazione https://t.co/7M8K0Kz9cl assieme a relatori autorevoli.
Nel frattempo sono emersi collegamenti tra questa associazione e un piccolo movimento politico, di…
— Marcello Foa (@MarcelloFoa) January 25, 2024
MAIL DI MARCELLO FOA A DAGOSPIA
marcello foa
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago, riguardo alla notizia pubblicata poco fa sul tuo sito. Spiace constatare che non siete aggiornati. Ho comunicato ieri sera agli organizzatori che non avrei partecipato al convegno Homo Occidentalis. Quando ero stato contattato non ero stato reso edotto dei legami dell'Associazione Bran.co con una piccola formazione politica, Lealtà e Azione, di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza fino a ieri. Da qui la mia decisione che ho annunciato anche sui miei canali social (X e Facebook).
Ti invito pertanto a rettificare immediatamente una notizia non veritiera e che mi associa a un movimento politico con cui non ho nulla da spartire.
Cordialmente.
Marcello Foa
“Homo Occidentalis”, la Lega al convegno neofascista di Milano. Romeo: “Non andrò”
Matteo Pucciarelli per “la Repubblica” - Estratti
massimiliano romeo
Povero “homo occidentalis”, uomo bianco e ariano (aggiungiamo noi), il “tipo umano contemporaneo” che fa una vitaccia tra “minacce transumaniste e propaganda Lgbt”. Al convegno dei neofascisti di Lealtà e Azione a Milano, appuntamento il 3 febbraio, ci doveva essere il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, il quale però ieri in serata — dopo la pubblicazione in mattinata della notizia sul sito di Repubblica — annuncia il forfait: «Non avevo ancora dato l’ok», dice.
Il parterre annunciato è ovviamente tutto al maschile, ci mancherebbe: oltre al redivivo Simone Pillon, senatore leghista nella scorsa legislatura e alfiere delle battaglie cosiddette pro-vita, ci saranno Marcello Foa — già presidente Rai, all’epoca indicato sempre dalla Lega — e il banchiere cattolico Ettore Gotti Tedeschi.
CONVEGNO LEALTA' E AZIONE PILLON FOA
L’incontro riporta in locandina il logo di Bran.co., per l’appunto una delle diramazioni “sociali” di Lealtà e Azione, e che serve a deviare un po’ l’attenzione rispetto alla natura politica, di estrema destra, del gruppo. Una sorta di maquillage sconosciuto ai più, non di sicuro alla Lega che con questa realtà neofascista ha un rapporto consolidato da diversi anni in Lombardia, fatto del sostegno militante nero a candidati in quota Carroccio. Ripagati, per così dire, anche con contratti di consulenza per alcuni di loro da parte di esponenti della Lega.
In locandina era dato per certo Romeo. Poi, vista anche la spinosità dell’argomento e il concomitante al caso Billi e aborto, la puntualizzazione: «Non andrò, non c’era l’ok alla mia presenza». Va detto che la minaccia della cosiddetta “ideologia gender” per Romeo non è un tema nuovo e sin da quando era consigliere regionale in Lombardia si era contraddistinto per battaglie conservatrici e identitarie. Spesso creando qualche malumore tra i colleghi leghisti del Pirellone, anche perché allora il presidente era Roberto Maroni e su questi temi aveva un approccio più laico. Altri tempi. Oggi quel tipo di propaganda e retorica è centrale per la “nuova” Lega nazionalista di Matteo Salvini; la probabile candidatura alla Europee del generale Roberto Vannacci, quello de «i gay non sono normali», è solo l’ultimo tassello di questo mosaico
massimiliano romeo matteo salvini
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