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    PALLONE SGONFIO - LA 'LEGA CALCIO' OGGI DECIDE SUL CANALE TV DELLA SERIE A: ‘MEDIAPRO’ OFFRE 1 MLD E 150 MILIONI PER TRASMETTERE DAL 2021 IN ESCLUSIVA PER 6 ANNI PARTITE, GOL E AZIONI DEL CAMPIONATO ITALIANO MA CI SONO DUBBI SULLE GARANZIE DEGLI SPAGNOLI - ZILIANI: “SENZA CALCIO 'SKY' RISCHIA IL TRACOLLO. SI COMINCIA A PARLARE DI UNA POSSIBILE SOPPRESSIONE DI ‘SKY SPORT 24’ E IL CONTRATTO DI ILARIA D'AMICO RISCHIA DI ESSERE SFORBICIATO...


     
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    Marco Mensurati e Matteo Pinci per la Repubblica

     

    Mediapro Mediapro

    Da una parte c' è una proposta fin troppo allettante: un miliardo e 150 milioni per realizzare il canale televisivo della Serie A. Dall' altra i dubbi sull' affidabilità di un partner con cui la Serie A è già in tribunale. La Lega calcio decide oggi il proprio destino.

    Sceglie cioè se affidare o meno se stessa a Mediapro, gli spagnoli che a febbraio 2018 si aggiudicarono i diritti del campionato italiano ma dopo aver versato i 64 milioni di cauzione non riuscirono a presentare le garanzie a sostegno della loro offerta, facendo naufragare l' assegnazione.

     

    Oggi ci riprovano con la terza versione di una proposta più articolata: a tutti gli effetti, un all-in. Quel miliardo e 150 milioni annui - 177 milioni in più di quanto pagano oggi Sky e Dazn non servirà per prendere i diritti. Ma per permettere a Mediapro di produrre e, forse, distribuire dal 2021 per sei anni, "Serie A Channel", un canale tv che trasmetta in esclusiva le partite, i gol, le azioni del campionato italiano.

    Jaume Roures Taxto Benet mediapro Jaume Roures Taxto Benet mediapro

     

    Una rivoluzione. La Lega di Serie A si farebbe editrice di se stessa, sceglierebbe direttore editoriale e contenuti, mettendo nelle mani del suo nuovo partner tutta la gestione commerciale. Tagliando fuori, di fatto, Sky, riducendoli a semplici clienti e dunque costringendoli a un drammatico ridimensionamento. Anche in termini di posti di lavoro. E lo farebbe oggi, poche ore prima di entrare proprio negli studi Sky per dar vita al calendario del campionato, in programma alle 18.30.

     

    I presidenti di Serie A discuteranno infatti la proposta alle 14. Se non si votasse, Mediapro potrebbe fare un passo indietro anche definitivo, almeno nelle intenzioni tatticamente annunciate. Possibile invece un voto favorevole ma condizionato ad alcune modifiche dei termini.

     

    MEDIAPRO MEDIAPRO

    La soluzione più probabile, nonostante i molti dubbi. Primo fra tutti quello legato alla backup fee pretesa da Mediapro: 30 milioni all' anno come penale se alla fine la Lega cambiasse idea. Una sorta di cappio da 180 milioni di euro in sei anni. La proposta spagnola prevede infatti che il contratto definitivo venga firmato entro ottobre e che la Lega abbia fino al 31 marzo per emettere un bando di assegnazione dei diritti, quindi alternativo a quell' accordo. Se l' offerta delle tv fosse superiore al miliardo e 150 milioni (difficile, quasi impossibile visto che il bando sarebbe per piattaforma, quindi no esclusive), la Lega potrebbe accettarla "liquidando" gli spagnoli con 30 milioni all' anno.

     

    miccichè miccichè

    Ma il tema centrale sono le garanzie. Non un dettaglio, visto come andò a finire la prima volta. Il minimo di 1.150 milioni è "assicurato" da una lettera della capogruppo Joye Media, partecipata al 54% dal colosso Oriental Hontai Capital, che si impegna a coprire comunque la cifra. Ma la fideiussione bancaria vera e propria copre solo 200 milioni, ossia il differenziale tra il minimo garantito e i 950 milioni che il mercato dovrebbe comunque offrire.

    Proprio il tema delle garanzie lascia aperte le perplessità di Cairo, De Laurentiis e Agnelli. Molto critici di fronte all' idea di scaricare Sky, partner di fiducia che oggi versa 780 milioni all' anno, a vantaggio di uno che non ha dato dimostrazione di affidabilità. Tanto più che il business plan degli spagnoli prevede di utilizzare proprio Sky come distributore per raggiungere gli utenti finali. Insomma, secondo Cairo & co.

    cairo andrea agnelli cairo andrea agnelli

    sarebbe una scelta a dir poco temeraria che avrebbe un inevitabile e sanguinoso esito in tribunale.

     

     

    SKY SENZA IL CALCIO RISCHIA IL TRACOLLO

    Paolo Ziliani per il Fatto Quotidiano

     

    Il conto alla rovescia è partito. E i rintocchi risuonano pesanti a Milano Santa Giulia dove ha sede Sky, l' azienda che ha il monopolio (o quasi) del calcio a pagamento in tv.

     

    andrea zappia sky q andrea zappia sky q

    L' allarme è rosso. A fine anno verranno assegnati i diritti per il triennio 2021-2024 e Andrea Zappia, ad di Sky Italia, si trova nella scomoda posizione dell' asino di Buridano: da una parte ha di fronte la Lega Serie A che gli chiede conto del traumatico crollo di audience registratosi nella stagione da poco conclusa (- 31%); dall' altra deve vedersela col management Usa che a fronte dell' inatteso insuccesso (la mission era inglobare i quasi 2 milioni di abbonati Mediaset Premium, mentre il 36% è sparito e il 15% si è limitato a spendere 10 euro per passare a Dazn) preme con forza per un ridimensionamento dei costi e allo stesso tempo per il mantenimento dei diritti, che restano vitali.

    andrea zappia andrea zappia

     

    Sky Italia ha quasi 5,1 milioni di abbonati (il sogno di sempre è arrivare a 7), ma 3,2 lo sono per le partite di calcio; inutile dire che senza di loro, qualora i diritti passassero agli spagnoli di Mediapro rientrati prepotentemente in corsa col progetto del canale di Lega proposto a cifre assai allettanti per i club (+ 219,7 milioni all' anno rispetto a quanto versato oggi da Sky e Dazn), crollerebbe tutto.

     

    MATTEO MAMMI' ANNA SAFRONCIK MATTEO MAMMI' ANNA SAFRONCIK

    Non bastasse la sanguinosa e travagliata chiusura della redazione romana, a Sky si comincia a parlare ora di una possibile soppressione di Sky Sport 24, il notiziario che pesa non poco sui conti dell' azienda, un costo che diverrebbe insostenibile in caso di matrimonio Lega-Mediapro. Senza contare tagli e sforbiciate ad altre voci, come quella dei talent: pare ad esempio che a Ilaria D' Amico stia per essere proposto un contratto notevolmente ridimensionato rispetto a quello in corso, 250 mila euro invece di 1 milione.

     

    bogarelli bogarelli

    Inutile dire che il raggiro messo in atto l' estate scorsa ai danni del pubblico e sanzionato prima dall' Agcom con una multa a Sky di 2,4 milioni, poi dall' Antitrust con una multa a Sky di 7 milioni e a Dazn di 500.000 euro, sempre per pubblicità ingannevole, era già stato duramente punito dagli abbonati: che abituati a vedere su Sky tutto il calcio di serie A e B a 36,80 euro, di colpo si sono visti costretti a spendere più soldi (45,10 euro) per vedere meno partite (7 invece di 10) e a dover aggiungere 10 euro per vedere su Dazn le altre 3 partite di A più la serie B. E "vedere" è una parola grossa: i problemi tecnici che hanno accompagnato il debutto del marchio pubblicizzato da Diletta Leotta sono stati inenarrabili e hanno provocato un veemente moto di ribellione popolare che ha indotto Dazn a tenere segreto il numero, evidentemente modesto, degli abbonati conquistati.

     

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    E così, mentre l' ex dirigente di Sky nonché ex fidanzato di Diletta Leotta, Matteo Mammì, nelle vesti di nuovo consulente Mediapro ha messo a punto, coadiuvato da Marco Bogarelli ex Infront, il progetto di canale di Lega che promette alla serie A di passare da un incasso odierno stagionale di 973,3 milioni a uno di 1.193 (con incremento, come detto, di 219,7 milioni a stagione), lasciando persino intravedere ai presidenti margini di guadagno ulteriori, la sua ex fiamma Diletta Leotta vaga corrucciata nei corridoi di Dazn mentre il suo ex boss a Sky, Andrea Zappia, sente la poltrona traballargli sinistramente sotto il sedere. Così è la vita.

    bogarelli bogarelli

     

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