Estratto dell’articolo di M.Cre. per il “Corriere della Sera”
andrea crippa salvini
Lo «stop & go» della Lega continua. E ieri, a giudicare dalle parole del vicesegretario Andrea Crippa, è stata giornata di stop riguardo agli alleati e al governo. Il numero 2 di Matteo Salvini, in un’intervista all’ Huffington Post , parte dalla vicenda della ministra al Turismo Daniela Santanchè.
La grammatica prevede che su alcuni temi sia necessaria una premessa e Crippa non si sottrae: «Fino a prova contraria lei è innocente. E noi siamo garantisti, fino al terzo grado di giudizio». Ma attenzione: «Nel momento in cui dovessero emergere da parte della magistratura delle evidenze su quello che è stato denunciato da alcuni dipendenti della Santanchè, mi aspetto che la diretta interessata se ne assuma la responsabilità».
ignazio la russa e daniela santanche a cortina foto chi
Crippa, come già Matteo Salvini, in termini generali ne fa una questione di fiducia tra alleati. E al Corriere la dice così: «Daniela Santanchè è stata scelta dalla premier. E noi ci fidiamo di Santanchè perché ci fidiamo di Giorgia Meloni». Ma la fiducia non include il non vedere o il non sentire. E infatti, il secondo sassolino riguarda il presidente del Senato Ignazio La Russa nella vicenda che riguarda la vicenda del figlio: «Quando c’è una ragazza di vent’anni che trova il coraggio di denunciare una violenza, io sarei molto più cauto».
Il ragionamento di Crippa arriva a sfiorare la stessa premier. Lei ieri ha detto di riconoscersi nella nota sul caso Delmastro in cui si parlava di una «fascia della magistratura» che intenderebbe «svolgere un ruolo attivo di opposizione». Lui pensa invece che «bisogna affidarsi anche qui alla giustizia. Non credo che se il figlio di La Russa è innocente ci sia una macchinazione contro di lui per colpire il padre o il governo». Per questo, «consiglierei il silenzio e mi affiderei al lavoro dei magistrati».
giorgia meloni carlo nordio
Crippa sembra convinto che certi toni possano dare la sensazione che l’annunciata riforma della Giustizia (in parte già approvata dal Consiglio dei ministri) possa essere una sorta di vendetta contro i giudici: «Se permanesse lo scontro, il rischio ci sarebbe». […] Tanto più che «non vedo un complotto dei magistrati contro il governo». […]
Fino all’ultima ammonizione: «La riforma dell’Autonomia è un impegno di tutto il centrodestra. Fa parte del patto e del programma di governo». I rallentamenti che di continuo emergono nell’iter della riforma non sono accettabili: «Tutti gli alleati devono impegnarsi a varare la riforma il prima possibile». Perché «se fosse bloccata si aprirebbe un serio problema nella coalizione, è una questione di serietà e lealtà».
la russa santanchè andrea crippa 2