Estratto dell'articolo di Francesco Giubilei per il Giornale
ELISABETH OHLSON
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Qualche giorno fa a tutte le caselle email dell’Europarlamento è arrivata un’email firmata dal deputato europeo Malin Bjork del Partito della sinistra svedese per promuovere una mostra organizzata da «The Left».
«Carissimi - recitava la missiva - in occasione della presidenza svedese del Consiglio europeo, ho invitato l’artista fotografica Elisabeth Ohlson a mostrare alcune delle sue opere. Tutti i pezzi che ha scelto per questo spettacolo hanno un tema LGBTQI o altrimenti inclusivo, dei diritti umani».
Allegato al messaggio, l’invito per l’inaugurazione della mostra con due immagini, una raffigurante una imbarcazione di migranti che si avvicina a una nave con un militare che poggia il piede sul barchino con i migranti e un’altra con Gesù Cristo circondato da apostoli vestiti da schiavi sadomaso.
Come spiega l’europarlamentare della Lega Maria Veronica Rossi, «è legittimo affrontare tematiche di ogni tipo nelle sedi istituzionali, ma strumentalizzare una religione è una intollerabile mancanza di rispetto verso milioni di fedeli in tutta Europa. Altro che approfondimento culturale, questa appare come una provocazione gratuita: perché offendere e mancare di rispetto?».
ELISABETH OHLSON
C’erano numerose possibilità per celebrare il semestre di presidenza svedese del Consiglio Ue e per parlare di diritti umani ma la decisione di affrontare questo tema tirando in ballo la religione, ha un chiaro intento politico.
D’altro canto l’artista Elisabeth Ohlson non è nuova a provocazioni e la sua carriera artistica ebbe una svolta nel 1998 quando espose per la prima volta Ecce Homo, il suo Gesù in chiave Lgbtq+ all’interno di una cattedrale svedese (circostanza che testimonia i cedimenti valoriali di un certo protestantesimo).
In quell’occasione le immagini fecero il giro del mondo e l’ex europarlamentare Marianna Eriksson provò a farli esporre anche al Parlamento europeo. Il contenuto degli scatti fu però in quel caso ritenuto troppo offensivo dai questori dell’Europarlamento che bloccarono l’iniziativa. Venticinque anni dopo, il nuovo tentativo da parte un’altra eurodeputata non sembra aver suscitato lo stesso scandalo e gli scatti della Ohlson saranno così esposti a Bruxelles.
Il problema della sua mostra è però duplice; da un lato riguarda i temi delle sue opere ma, volendo appellarci alla libertà artistica, c’è una seconda criticità e riguarda il luogo in cui verranno esposte le sue opere: l’Europarlamento. Per evidenti ragioni di opportunità una sede istituzionale non è il luogo adatto in cui dare spazio a immagini blasfeme e offensive.
ELISABETH OHLSON ELISABETH OHLSON