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    LA LETTERA AL CAPO ULTRA’ NERAZZURRO, MARCO PIOVELLA, ARRESTATO PER GLI SCONTRI IN OCCASIONE DI INTER-NAPOLI, DA PARTE DELLO ZIO, MARCO GREGORETTI CHE SCRIVE PER IL SETTIMANALE “VOI”: “SONO TANTO INCAZZATO CON TE. QUANTE VOLTE TI HO CHIESTO DI RACCONTARE QUALCHE COSA AL TUO ZIO GIORNALISTA D’INCHIESTA. E QUANTE VOLTE MI HAI DETTO CHE NON MI AVRESTI RACCONTATO NULLA PERCHÉ…”


     
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    Marco Gregoretti per VOI

    MARCO PIOVELLA MARCO PIOVELLA

     

    Caro Marco detto il Rosso,

    a me è sempre piaciuto rispondere al telefono e sentire la tua voce: “Ciao zio, come stai?”. Nel constatare che comunque hai fatto scelte che a me lasciano perplesso, e che in alcuni casi non condivido, soprattutto nel momento in cui ti mettono in una condizione di sofferenza interiore così grande, in un frullatore di perdita, di sensi di colpa, di angoscia dolorosa che brucia nel petto di fronte all’irreparabile, che ti fanno piangere in questi giorni, vorrei raccontare un paio di cose che ti riguardano. E che conosco bene.

     

    NOI DUE INTERISTI

    MARCO PIOVELLA DETTO 'IL ROSSO' MARCO PIOVELLA DETTO 'IL ROSSO'

    I naziskin e minchiate del genere. Che diventano addirittura comiche se riferite a te, che vai negli oratori a offrire gratuitamente la tua professionalità. Ok? Non vi ponete la semplice domanda: come fa uno che ha la passione della luce a frequentare il buio della doppiezza? La vita, cari colleghi, cari notisti, cari commentatori a gettone, la tua vita caro Marco è una, ne hai una, e tienitela comunque stretta, lo devi a noi.

     

    I rimpianti arrivano alla velocità del vento, come purtroppo le tue lacrime ti stanno già raccontando. L’appartenenza a una tifoseria organizzata l’avevi scoperta molto presto, una ventina di anni fa, più o meno. Eri un ragazzino quando mi parlavi, e forse una volta venni con te, di un garage dove vi ritrovavate per fare gli striscioni: i più grandi avevano capito il tuo talento creativo. Con il quale hai scalato le posizioni dei Boys. Fino ai vertici. Aveva funzionato la meritocrazia. Però, un po’ incazzato con te, Marco il Rosso, lo sono.

    ultrà scontri inter napoli ultrà scontri inter napoli

     

    TU SEI BUONO. E IO INCAZZATO

    Un po’ tanto. Quante volte nei tanti giornali in cui ho lavorato mi sono dovuto occupare di tifoserie ultras, delle loro connessioni con le società, con la criminalità, con il terrorismo, dei loro modus vivendi. Quante volte ti ho chiesto di raccontare qualche cosa al tuo zio giornalista d’inchiesta. E quante volte mi hai detto che non mi avresti raccontato nulla perché non avevi nulla da raccontarmi.

    ancelotti inter napoli ancelotti inter napoli

     

    Ti atteggiasti così anche dopo che ti presentai un direttore importante. Avevi fatto una scelta. Avevi deciso così. Però un paio di anni fa ti sentii in tv spiegare orgoglioso i contenuti di una tua iniziativa per la pace negli stadi, per il rispetto tra le tifoserie, per il “calcio sociale”. Di questo mi hai parlato tanto, mi hai raccontato tutto. A me suonava come un: adesso basta ragazzi, però. Facciamo l’amore, non la guerra. 

    falce scontri inter napoli falce scontri inter napoli

     

    E allora, dimmi, che cosa è successo la sera di Santo Stefano? E perché? Sono domande da zio. Sono domande da giornalista. La mia incazzatura con te resta perché tu sei buono, non cattivo. E ora tutti pensano il contrario. La mia speranza in te è intatta: mantienila accesa con la tua luce. Viva l’Inter, abbasso la violenza.

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