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    FIGLIASTRI D'ITALIA! - L'INCREDIBILE LETTERA AL “CORRIERE” DI RACHELE SILVESTRI, EX PARLAMENTARE GRILLINA PASSATA A FRATELLI D’ITALIA (UNICA EX M5S ELETTA IN UN COLLEGIO BLINDATO), TRASFORMA UNA GRAVIDANZA IN CASO POLITICO - LA 36ENNE DI ASCOLI PICENO SOSTIENE DI ESSERE STATA “COSTRETTA” A FARE IL TEST DI PATERNITÀ PER SUO FIGLIO DI SOLI TRE MESI A CAUSA DELLA “PRESUNTA NOTIZIA USCITA SU QUALCHE ORGANO D’INFORMAZIONE” SUL FATTO CHE IL BIMBO NON SAREBBE FIGLIO DEL SUO COMPAGNO MA DI UN POLITICO MOLTO INFLUENTE DI FRATELLI D’ITALIA, A SUA VOLTA SPOSATO” - CHI L’HA COSTRETTA A FARE IL TEST? QUALE ORGANO DI INFORMAZIONE HA FATTO IL SUO NOME? PERCHE' NON COMUNICA IL COGNOME DEL COMPAGNO? TRASPARENZA PER TRASPARENZA, PERCHE' NON HA POSTATO IL TEST DEL DNA? ECCO COSA SI CHIEDONO GLI “ADDETTI AI LIVORI” 


     
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    RACHELE SILVESTRI CON IL COMPAGNO E IL FIGLIO IL 22 MARZO RACHELE SILVESTRI CON IL COMPAGNO E IL FIGLIO IL 22 MARZO

    In Transatlantico e nelle redazioni dei giornali non si parla d’altro: la lettera al “Corriere della Sera” di Rachele Silvestri, ex parlamentare grillina passata a Fratelli d’Italia, ha avuto la forza di un petardo in chiesa. La 36enne di Ascoli Piceno ha sostenuto di essere stata “costretta” a fare il test di paternità per suo figlio di soli tre mesi a causa della “presunta notizia uscita su qualche organo d’informazione” sul fatto che il bimbo non sarebbe figlio del suo compagno ma di un politico molto influente di Fratelli d’Italia, a sua volta sposato.

     

    La versione della deputata marchigiana (unica ex grillina a essere rieletta in un collegio blindato) è stata subito trangugiata da alcuni parlamentari del Pd con il solito riflesso pavloviano: “Sessismo inaccettabile”, “Pregiudizi sessisti”, “Silvestri vittima di professionisti menzogna”. Chi il cervello lo utilizza non solo per dividere le orecchie, invece, si è fatto qualche domandina. I cattivoni e linguacciuti noti come “addetti ai livori” si chiedono:

     

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    1) Rachele Silvestri sostiene che la “presunta notizia” sia “uscita su qualche organo d’informazione”. Ma quale giornale o sito l’ha pubblicata? Dove ha trovato spazio la “calunnia” con nomi e cognomi spiattellati ai lettori? Spoiler: da nessuna parte.

     

    2) La deputata prosegue: “Molti hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo. E anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è”. Da quando un politico, un parlamentare della Repubblica, un personaggio pubblico, reagisce in questo modo alle “calunnie” da whatsapp che circolano sul suo conto? Se i politici dovessero vergare lettere aperte per tutto ciò che circola sul loro conto servirebbe un almanacco al giorno per raccogliere gli sfoghi.

     

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    3) Chi ha “costretto” Rachele Silvestri a fare il test di paternità? Da quando le maldicenze, il chiacchiericcio, le voci da bar o da chat, spingono a sottoporsi a un esame così delicato?

    Voci tra l’altro che nessuno ha pubblicato in chiaro e che non l’hanno tirata mai in ballo direttamente.

     

    4) Se Rachele Silvestri, che ha svelato il nome del suo compagno Fabio ma non il suo cognome, si è presa la briga di informare l’Italia di essere stata “costretta” a fare il test di paternità perché, per stroncare ogni maldicenza, non ne pubblica i risultati? Sarebbe la pietra tombale su ogni “calunnia”.

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    5) La lettera trascura un dettaglio non secondario: chi ha malignato sulla paternità di suo figlio ha fatto intendere, ma non serve un genio, che tra la deputata e “un politico molto influente di Fratelli d’Italia, a sua volta sposato” ci fosse una relazione. Anche solo “di lenzuolo”. Tra Rachele Silvestri e il politico in questione non c’è stata e non c’è alcuna relazione? Non si sa.

     

    Più che spegnere i fuochi della maldicenza, la lettera apre un caso politico che ora autorizzerà giornalisti e politici a fare domande, a investigare, a infilare il naso. Chissà se il consiglio di scrivere al “Corriere”, forse dato alla Silvestri da qualche autorevole giurista di Fdi, non sia un boomerang destinato a ritorcersi contro chi l’ha lanciato.

     

    «I VELENI POLITICI E LA DIFESA DI MIO FIGLIO»

    Lettera di Rachele Silvestri al “Corriere della Sera”

     

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    Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio di soli tre mesi. E il padre è proprio Fabio, il mio compagno. Naturalmente, non avevo dubbi. Perché, quindi, l’ho fatto? E, soprattutto, perché chiedo che venga riportata la notizia sui giornali? Se la fantasia (o la curiosità) vi sta portando chissà dove, leggete, e poi, mi auguro, vi indignerete insieme a me. Perché, delle volte, la becera realtà arriva a superare anche la più fervida fantasia.

    Devo partire dal lontano 2018, quando sono stata eletta parlamentare tra le fila del Movimento 5 Stelle.

     

    Nel 2019 sono uscita dal Movimento e, dopo un periodo nel gruppo Misto, ho aderito a Fratelli d’Italia. È stata una scelta di cuore e di ragione, perché col partito di Giorgia Meloni condividevo da tempo le idee e il coraggio. I sondaggi, allora, davano Fratelli d’Italia su valori ben lontani da quelli attuali.

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    Desidero precisarlo affinché sia chiaro che la mia scelta non fu basata su calcoli elettorali. Se sono stata inserita nelle liste delle elezioni politiche dello scorso anno, è per il lavoro e l’impegno profusi in Commissione e in Aula. E, probabilmente, ha contribuito anche il fatto di essere donna in una forza politica che pratica, nei fatti, la parità di genere.

     

    Scusate la lunga premessa, ma era importante perché tutto è collegato. Circa un mese fa, una persona amica mi racconta che gira la voce che il mio bambino non sarebbe figlio del mio compagno, ma di un politico molto influente di Fratelli d’Italia, a sua volta sposato. Mio figlio sarebbe, quindi, nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura.

     

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    Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione. Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato? Non so chi sia stato. Molti, però, hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo. E anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è.

     

    Alla fine, la presunta notizia è uscita su qualche organo d’informazione e molti giornalisti mi hanno telefonato chiedendo un commento. L’unica cosa che so è che, chi si è inventato questa storia, è un uomo, probabilmente un politico. Qualcuno dice che la calunnia sia stata pensata per attaccare alcune figure del mio partito, magari per insinuare un degrado da basso impero. Altri mi dicono che sia nato da cacicchi in cerca di gloria. Qualunque sia la ragione, mi fa orrore.

     

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    E penso che qualsiasi persona dotata di buonsenso, ispirata a un ethos sociale condiviso, a un’umanità viva e solidale la pensi allo stesso modo. La politica in questa vicenda non c’entra nulla. Perché se non condividiamo i principi fondamentali di una civile convivenza, che va oltre le legittime convinzioni politiche, non c’è alcuna speranza per la nostra società. Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno.

     

    Tutto quello che ho passato nell’ultimo periodo, mi ha portato a ricordare e fare mie le parole del premio Nobel per la pace, Elie Wiesel, quando dice: «Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima». Il mio augurio è che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla: non siate neutri, abbiate il coraggio di spezzare la catena dell’indifferenza.

    francesco boccia foto di bacco (2) francesco boccia foto di bacco (2)

     

    1. BOCCIA (PD): SOLIDARIETÀ A SILVESTRI, SESSISMO INACCETTABILE

    (DIRE) - "Esprimo alla deputata Rachele SILVESTRI di Fdi la solidarietà mia e del gruppo del Pd al Senato per l'ignobile calunnia di cui è stata fatta oggetto e da cui si è giustamente difesa. E' inaccettabile che le donne, in politica e non solo, siano ancora vittime di discriminazioni sessiste". Lo dice il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd.

     

    2. SILVESTRI, GELMINI: SUO RACCONTO INDIGNA. LA MIA SOLIDARIETÀ

     (9Colonne) - "Il racconto della collega Rachele SILVESTRI sul Corriere indigna. Ancora troppo spesso, purtroppo, siamo vittime di odio, stereotipi, pregiudizi. Da donna, prima che da politica e mamma, esprimo a lei e alla sua famiglia la mia vicinanza e solidarietà". Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione

     

    mariastella gelmini foto di bacco (2) mariastella gelmini foto di bacco (2)

    3. FDI: BRAGA (PD), 'SILVESTRI CORAGGIOSA, DIFENDIAMO TUTTE LIBERTA' E AUTODETERMINAZIONE'

    (Adnkronos) - "Solidarietà a Rachele SILVESTRI. La sua coraggiosa denuncia colpisce tutti ma richiama soprattutto le donne a sostenere le altre donne nel difendere lo spazio di libertà e autodeterminazione che ogni giorno ci conquistiamo con tanta fatica". Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.

     

    4. SILVESTRI, D'ELIA (PD): TANTI MODI RIDURRE DONNE AL LORO CORPO

    (9Colonne) - "Ho letto la lettera di Rachele SILVESTRI al @corriere. Sono tanti i modi di ridurre le donne al loro corpo e di offenderlo. A lei la mia solidarietà". Lo scrive su Twitter la senatrice del Pd Cecilia D'Elia, portavoce del Coordinamento nazionale delle Democratiche.

    augusta montaruli su instagram 5 augusta montaruli su instagram 5

     

    5. FDI: VALENTE (PD), PREGIUDIZI SESSISTI DA CONTRASTARE INSIEME

    (AGI) - "La mia solidarieta' personale e politica a Rachele #Silvestri, deputata di@FratellidItalia che si e' dovuta difendere da una calunnia sessista. Notizie false come quella su suo figlio camminano su pregiudizi e stereotipi contro le donne che dobbiamo contrastare tutte insieme". Lo scrive su Twitter la senatrice del Pd Valeria Valente.

     

    6. MONTARULI(FDI), SILVESTRI VITTIMA DI PROFESSIONISTI MENZOGNA

    (ANSA) - ROMA, 05 APR - "Solidarietà alla collega e deputata Rachele Silvestri vittima di un danno esistenziale enorme che l'ha colpita come donna, madre e politica in modo vergognoso. Si parla bene di difesa delle donne ma l'8 marzo regnava ovunque lo spettegolezzo, il chiacchiericcio, la diffamazione, l'infamia, come io stessa ho dovuto denunciare nel mio intervento in aula contro accuse sessiste peraltro prive di fondamento.

     

    debora serracchiani debora serracchiani

    Oggi dalle pagine del Corriere, Rachele è stata costretta a difendersi da quella spazzatura, inchiodando i professionisti della menzogna ma nessuno potrà restituire a lei e alle persone colpite il torto subito. Ciò nonostante c'è chi non si ferma e continua nell'opera di fango e denigrazione. Frustrati autori della disinformazione che inventano fake news probabilmente perché ciò che è finto nelle nostre vite è vero nelle loro, tanto da fargli dimenticare la linea di demarcazione. Qualcuno li avvisi che a forza di guardare dal buco della serratura si rimane piegati per sempre". Lo dichiara la deputata di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli.

     

    7. FDI. SERRACCHIANI: SOLIDARIETÀ A RACHELE SILVESTRI

    (DIRE) Roma, 5 apr. - "Alla collega Rachele SILVESTRI, vittima di ignobile calunnia, e alla sua famiglia, la mia sincera solidarietà e vicinanza. La strada che dobbiamo percorrere per cancellare il sessismo purtroppo è ancora lunga". Così Debora Serracchiani, deputata Pd.

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