MUGHINI: "ESITO A CONDIVIDERE LA PRESSANTE RICHIESTA DI UNA “NORIMBERGA” PER PUTIN E L’ATTUALE DIRIGENZA RUSSA. QUANDO IMPERVERSA UNA GUERRA, I RAPPORTI TRA “MORALE” E “POLITICA” SI FANNO MOLTO INTRICATI. IN IRAQ UN GRUPPO DI MARINES PIOMBARONO NELLA CASA DI UNA BELLISSIMA RAGAZZA, LA STUPRARONO E POI MASSACRARONO LEI E LA SUA FAMIGLIA ALLO SCOPO DI NON LASCIARE TESTIMONI. STO DICENDO CHE DOBBIAMO TACERE SULLE MOSTRUOSITÀ COMPIUTE DALLE FORZE RUSSE CHE SI STAVANO RITIRANDO? NO. STO SOLO DICENDO CHE.."
Lettera di Valter Vecellio a Dagospia
Caro Dagospia,
valter vecellio
leggo sempre Giampiero Mughini, da cui ogni volta imparo qualcosa, cultura, stile, esperienze fatte e raccontate. La cosa va avanti da anni, da quando lo conobbi alla redazione di “Europeo”, a via della Mercede. Il suo ultimo “Muggenheim” lo leggo diviso: con spirito vorace, al tempo stesso centellinandolo, arriverò all’ultima pagina e sarà troppo presto, per quanto la posso tirare alle lunghe.
Per fortuna sembra non voglia dar seguito alla “minaccia” buttata lì, nel suo “Memorie di un rinnegato”: ultimo suo libro, che ormai non aveva altro da aggiungere. I suoi articoli – sono ancora persona di riti antichi, tra cui i ritagli e le carte – imbottiscono le mie cartelline, allineate nel mio studio. Non dimenticherò mai che fu tra i pochi (meno delle dita di una mano), a levare la sua voce per una condanna spropositata (due anni e sei mesi senza la condizionale), per una vignetta irriguardosa su un magistrato pubblicata su “Il Male”, che dirigevo nominalmente. Pena che arrivò fino alla Cassazione, prima che si accorgessero della bestialità della sentenza emessa.
vladimir putin 2
Il “pistolotto” è per dire della mia incondizionata, totale, ammirazione per l’uomo e per lo scrittore. Così mi convince la sua esitazione a condividere la pressante richiesta di una “Norimberga” per Putin e i tagliagole responsabili dei massacri in Ucraina, che non dirò essere orribili, dal momento che non c’è massacro che non lo sia. Giampiero sa toccare le corde giuste, dunque anche questa volta: hai ragione.
mughini
Il guaio è che leggo ancora i giornali; e ogni giorno, con angoscia e indignazione, le cronache sul “campo” di Francesca Mannocchi su “La Stampa”: inviata che mi ricorda i grandi di un tempo (due nomi per tutti: Ettore Mo, auguri, 90 anni; ed Egisto Corradi). Leggo le sue cronache, “vedo” con i suoi occhi, “sento” con il suo “sentire”.
Come faccio a dirmi che Putin e i suoi tagliagole, al di là dei pratici effetti, non vanno giudicati da un Tribunale Internazionale, come Slobodan Milosevic e la sua banda di assassini? Come faccio a non dire che anche Putin andrebbe condannato, al pari di un Gaspard Kanyanukiga, per le atrocità commesse durante i massacri dei Tutsi e degli Hutu moderati in Ruanda? Così, eccomi a esitare dell’esitazione…
Buona giornata, Giampiero, e a tutti voi.
Valter Vecellio
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