Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
manifestanti black lives matter per le armi in richmond
Starbucks apripista delle campagne per i matrimoni gay con parità di diritti, Patagonia contro il presidente Trump per la riduzione delle tutele nei parchi e nelle riserve naturali, Nike a sostegno delle proteste silenziose contro il razzismo di Colin Kaepernick che prima delle partite di football si inginocchiava.
Due anni fa, dopo la morte di George Floyd soffocato da un poliziotto che lo stava arrestando, la reazione dell'America nera, diventò una campagna che coinvolse tutto il Paese anche grazie al sostegno a Black Lives Matter (Blm) delle grandi corporation , da McDonald's ad Apple passando per la finanza di Chase e Bank of America.
manifestazione black lives matter 1 giugno
Il capitalismo americano, fin lì impegnato solo a produrre reddito, sembrava voler cambiare rotta puntando anche alla promozione dei diritti civili: un ruolo di supplenza rispetto a una politica sempre più polarizzata e, quindi, spesso incapace di decidere.
Due anni dopo i leader dei grandi gruppi stanno scoprendo che, se è stato giusto spostare l'attenzione dagli interessi esclusivi degli shareholder (solo fare profitti per gli azionisti) a quelli degli stakeholder (produrre benefici economici anche per i consumatori, i dipendenti e la comunità nella quale un'azienda è inserita), il coinvolgimento in battaglie politiche e culture wars comporta grossi rischi per l'azienda senza svelenire i conflitti politici e sociali.
il manifestante black lives matter a los angeles
Col tempo il sostegno a Blm si è raffreddato (e da inchieste giornalistiche emerge che il grosso dei miliardi stanziati contro il razzismo è fatto di mutui sui quali le banche guadagnano) mentre, pressati dai loro dipendenti, alcuni gruppi hanno preso posizione su questioni complesse - leggi elettorali, diritti delle minoranze, perfino educazione sessuale - finendo per diventare bersaglio di accuse contrapposte.
proud boys bruciano bandiera di black lives matter
Dall'opposizione di Delta e Coca Cola, le maggiori aziende della Georgia, alle nuove norme dello Stato che restringono i diritti di voto, al recente scontro tra la Disney e il governatore della Florida sulla legge che vieta di discutere nelle scuole di sessualità e omosessualità coi bambini delle elementari (lo Stato punisce il gruppo per le sue interferenze mentre i dipendenti gay lo accusano di non fare abbastanza), le corporation scoprono che, anziché contribuire a risolvere problemi, rischiano di portare al loro interno le crisi d'identità che spaccano la società americana.
black lives matter art review black lives matter in pennsylvania marcia black lives matter a seattle durante la notte elettorale black lives matter manifestazione black lives matter al lincoln memorial 28 agosto 2020