Renato Franco per corriere.it - Estratti
Claudio Cecchetto?
pezzali repetto
«Per me è il Walt Disney italiano, è uno che ha saputo concretizzare le sue intuizioni, come lui ha creato tanti personaggi. Mi ha sempre colpito il suo carisma: quando entrava in una stanza si accendeva un silenzio totale; per la personalità che emana sembra quasi un’entità spirituale».
Max Pezzali?
«È stato il mio migliore amico in assoluto, non potrò mai avere un migliore amico come lui, è la persona a cui umanamente sono stato più legato. Quando sei suo amico diventi una sola persona, ha inventiva e generosità, ha la capacità fusionale di farti divertire».
Max e Claudio hanno litigato in modo irreversibile?
mauro repetto claudio cecchetto
«Spero che un giorno facciano pace. Prima di diventare tre vecchi in carrozzina mi piacerebbe bere ancora una volta una Tennent’s rossa tutti insieme».
Mauro Repetto è stato l’altra metà degli 883, Max Pezzali era il suo compagno di banco. Due anni d’oro (Hanno ucciso l’Uomo Ragno, 1993 e Nord sud ovest est, 1994) e poi ha deciso di mollare tutto.
La prima immagine di voi ragazzini?
«Max mi ha sempre fatto l’effetto del surrealismo di André Breton, con una frase mi dava la possibilità di lasciare la sedia del banco a cui ero inchiodato per partire in un film in un universo parallelo. Ricordo una delle sue prime frasi durante un’assemblea a scuola: ti immagini se apparissero dei camosci e degli stambecchi dietro alla professoressa? Era così: un flash, un click surrealista geniale. Fingendo di ascoltare quello che succedeva intorno a noi partivamo per un viaggio in una galassia totalmente diversa».
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mauro repetto
«Quando tra me e Max sono cambiate le frequenze. Tra noi non si è rotto niente, la nostra amicizia rimane ancora forte, ma a un certo punto è arrivata questa chitarra con una nota distorta. La spiegazione che mi sono dato è che il duo, la coppia, è il vettore che va più veloce da un punto A a un punto B, però consuma tanto carburante così velocemente che senza accorgetene rimani in panne. Rimani per strada, scendi dalla macchina e a quel punto ognuno prende una direzione diversa. Come se due radio improvvisamente si sintonizzassero su frequenze diverse: non captavamo più le stesse note, è successo qualcosa di «davidlynchano», alla Mulholland Drive».
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hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 5
Ha lasciato il marchio degli 883 a Max Pezzali e probabilmente ci ha perso parecchi soldi. Suo padre disse: «Altro che Uomo Ragno, tu hai ucciso la gallina dalle uova d’oro». Pentito?
«Ma no. I miei mi hanno sempre educato a fare attenzione prima alla lira e poi all’euro, non sono uno da champagne per tutti, ho un’educazione da genovese, sono nato pure lì. Con Max non ho mai discusso una volta in mia vita di soldi, parlavamo solo di sogni e desideri. Tra di noi il denaro non è mai stato argomento di confronto: sono partito per un’altra giostra, chissenefrega di quello che ho lasciato».
max pezzali
Cecchetto per quanto tempo ha provato a convincerla a ricomporre la coppia?
«Claudio mi ha chiamato tante volte e mi ha fatto tornare in Italia in un paio di occasioni per farmi cambiare idea: partivo da Los Angeles senza valigie, stavo un giorno e tornavo indietro».
E Pezzali?
«Max — che mi conosceva più di Claudio — sapeva che la mia era una scelta definitiva, irrevocabile, era un fiume in piena dell’anima che non si poteva fermare. L’american dream l’avevamo coltivato per tutto il liceo e la nostra vita insieme: sapeva che non avrei cambiato idea».
mauro repetto cover
Su Sky la serie «Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883» è un successo.
«Credo che sia per l’estrema banalità e universalità di questi due protagonisti pavesini: due compagni di banco che amavano passare il tempo assieme e sognavano New York e Los Angeles. Una storia fiabesca e universale, che vale in ogni luogo e in ogni tempo, in cui si riconoscono milioni di persone».
Tra tutti i supereroi perché l’Uomo Ragno?
«Penso che Peter Parker fosse di Pavia, è uno di provincia, agisce d’istinto, è il supereroe di quartiere non osannato come gli altri Avengers, è quasi un antieroe. Uno che a volte poteva essere Johnny Depp e a volte Fantozzi. E anche io mi sento così, a volte Depp, a volte Fantozzi, a volte pirata dei caraibi, a volte umile impiegato della Megaditta».
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