Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per “La Stampa”
OLAF SCHOLZ AL PARLAMENTO TEDESCO
Maja Wiens arriva spedita come se avesse vent'anni, quando è già buio al Weinbergspark, col suo cartello di rabbia e memoria: «Non voglio che i miei nipoti debbano scappare come mia nonna e mio padre, per non essere deportati».
[…] Maja ha 71 anni, i capelli lunghi e neri, quattro nipoti di cui due siriani e un senzatetto adottati dalla strada. Ha appena finito il suo intervento, preceduto da quello di una giovane studentessa, Paulina, che racconta come la sua scuola ebraica e le università più prestigiose, dalla Humboldt alla Freie Universität, si stiano trasformando in covi d'odio e intolleranza, con una violenza strisciante, fino ad avere paura di andare a lezione.
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Il bollettino aggiornato alle ultime due settimane, nelle sole accademie di Berlino, conta tre episodi eclatanti: uno studente, Lahav, preso a calci e pugni fino a rompergli il naso, e ancora uno scontro tra filo-israeliani e filo-palestinesi […], o un seminario interrotto brutalmente da attivisti pro-Gaza, a cui partecipava una giudice della Corte costituzionale israeliana.
«La Germania è divisa di nuovo in due, popoli che non si parlano», continua la nonna contro le destre. Il Bürgerdialog, il dialogo tra i cittadini e tra i cittadini e la politica si è zittito.
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Mentre la veglia contro gli antisemitismi si sta per concludere, […] attorno al parco arriva un camion che suona come una provocazione, con la gigantografia di slogan pro-Gaza, ma scritte molto aggressive. Il comitato alza la musica a tutto volume, per rispondere, un uomo fa il dito medio, il raduno si surriscalda, poi si scioglie. È la polarizzazione della società tedesca che si allarga ogni giorno di più, a Berlino. Dal 7 ottobre scorso, e non solo.
[…] Secondo un sondaggio Insa, il 61% dei tedeschi ritiene che il clima democratico, nella Repubblica federale, sia realmente in pericolo. Da quattro settimane, la cartina del Paese […] si riempie ogni giorno di puntini rossi, i luoghi in cui vengono organizzati cortei contro quella che è diventata la seconda forza politica, l'ultradestra di Alternative für Deutschland (AfD), raddoppiata in tre anni fino a toccare il 20%, punto più, punto meno.
GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES
Proiettata […] a diventare il terzo più grande partito dell'Europarlamento. Il fattore scatenante della ribellione di un'inedita fetta di popolazione tedesca che non era mai scesa in strada è stata la ricerca del giornale di inchiesta Correctiv, che ha svelato un incontro segreto, a novembre a Potsdam, tra esponenti della destra radicale (l'austriaco Martin Sellner, capo del locale Movimento identitario) e singoli politici di AfD, Cdu e altri, in cui si è parlato di piani di "remigrazione" massiccia degli immigrati, anche quelli con doppia cittadinanza. La memoria che si cancella Una riunione che a qualcuno è suonata come una specie di Conferenza di Wannsee, in cui si organizzarono le deportazioni degli ebrei. Com'è possibile che la Storia non passi, ma torni?
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[…] Oggi, i riflettori sulle due Germanie, quella che sfila per fare argine e quella estremista che cresce, saranno a Dresda. Ricorrono i 79 anni dal bombardamento della città, nel 1945. Si attendono un migliaio di attivisti dell'estrema destra ed eversivi per una "Trauermarsch", un funerale nostalgico.
Parallelamente, i cittadini pro-democrazia, metteranno in scena una catena umana per gridare più forte «non c'è posto per voi» […]. Intanto, sulla rete l'algoritmo di TikTok non solo promuove la radicalizzazione, ma la accelera, attraverso un phishing intellettuale sta trasformando una fetta della generazione dei giovani di 20-30 anni in cittadini sempre più conservatori.
olaf scholz al parlamento tedesco
[…] Da più parti, a cominciare dal governo, il dilemma degli ultimi mesi è come reagire. Alternative für Deutschland è parzialmente osservata dall'Ufficio di protezione della Costituzione, ci si chiede se il partito potrebbe essere messo fuori legge o dovrebbe subire un taglio dei fondi. Ma, scrive la Faz, «il paragone con il partito di Hitler è grottesco. AfD non persegue fantasie di spazio vitale».
Lo scivolamento a destra della società tedesca lo spiega a La Stampa il politologo Albrecht von Lu che sembra essersi rotta, dicono alcuni analisti. Tre partiti troppo diversi, socialdemocrazia, verdi e liberali, e la strategia di azzerare le polemiche per non perdere voti non sta funzionando.
olaf scholz fa jogging
Il cancelliere Olaf Scholz aveva un bonus rispetto all'Spd (che raggiunge a malapena il 15% a livello nazionale, in alcuni Länder si ferma addirittura al 5, come in Sassonia e Turingia), godeva di un consenso a prescindere, da successore di Merkel, dove era il vice.
Ha puntato sulla discontinuità totale, spinto anche dallo scoppio della guerra in Ucraina e dalla crisi dell'energia, ma oggi viene percepito come un anti-leader. Si sono diffuse perfino voci di un suo passo indietro, a vantaggio del ministro della Difesa, Boris Pistorius, un uomo di pancia, mentre lui è considerato un Kopfmensch, troppo cerebrale, complicato da seguire nei discorsi pubblici, incapace di sfruttare le occasioni per riportare i cittadini dalla sua. "Schleifen lassen", lascia che le cose si consumino, è il verbo.
[…] Dalla cancelliera delle crisi, Merkel appunto, che sfidava Trump e teneva testa a Putin – a cui più di un analista, però, addossa la responsabilità della situazione attuale di caos – alla crisi del cancelliere, Scholz. In tedesco, suona come uno scioglilingua, «von der Krisenkanzlerin zur Kanzlerkrise».
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«Pesa molto, nei sondaggi, il voto di protesta», continua Von Lucke. La Germania sembra tornare, dopo 20 anni, il grande malato d'Europa. «Per cinque fattori negativi – spiega a La Stampa il professor Alexander Kritikos del Diw, Istituto di ricerca economica di Berlino –: l'esplosione dei prezzi dell'energia; l'inflazione e gli interessi alti; l'effetto-Cina, che ha frenato la domanda di prodotti tedeschi, ad esempio di auto elettriche; la mancanza massiccia di investimenti nel passato, nelle infrastrutture dei trasporti (le statistiche parlano addirittura di un 88% di treni della Deutsche Bahn in ritardo, ndr); burocratizzazione crescente e digitalizzazione lenta; a questo, si somma una carenza di 300-400 mila lavoratori specializzati».
GIORGIA MELONI E OLAF SCHOLZ
Ed è proprio qui uno dei punti del cortocircuito tedesco, l'immigrazione. Risorsa vitale per la Bundesrepublik. Ma anche il fattore che i partiti di ultradestra e ultrasinistra (come la neonata formazione dell'ex parlamentare inquieta e pro-Russia della Linke, Sahra Wagenknecht) sfruttano per soffiare sulle paure e sullo scontento.
«La Germania ha le pezze al c…», commenta tranchant Merlin, 29 anni e due metri di altezza, al bar della stazione di Cottbus, città del Brandeburgo a 130 km a Sudest della capitale, quasi al confine con la Polonia. Ha portato la famiglia a fare pranzo, i figli piccoli si preparano ad andare ad un compleanno, vestiti da carnevale. Qui AfD è oltre il 30%. «Se la voto? Ma è chiaro! Non possiamo più dirci orgogliosi di essere tedeschi. Facciamo tutto per i migranti, che rubano il nostro sistema sociale. La criminalità aumenta, io guadagno poco. Se potessi, li rispedirei tutti via io con le mie forze».
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