Da Ansa
antonino di matteo
"La lotta ai sistemi mafiosi è scomparsa dall'agenda di gruppi e partiti politici". E' l' amara considerazione espressa dal consigliere del Csm Nino Di Matteo, il giorno in cui il plenum del Csm ricorda tre magistrati vittme delle mafie Rosario Livatino, Antonino Saetta e Cesare Terranova. Proprio per questo "oggi più che mai" e "in un momento nel quale la magistratura con incertezza e difficoltà affronta il tentativo di recuperare il senso etico del proprio ruolo", osserva, "è a queste figure e a questi esempi che tutti dobbiamo guardare per trovare ispirazione nella nostra azione quotidiana al servizio del popolo italiano".
via d'amelio
Oggi ricorre in particolare il 32° anniversario dell'omicidio Livatino. "Fu tra i primi - dice di lui il vice presidente del Csm David Ermini - a mettere in pratica le misure di sequestro consentite dalla legge Rognoni-La Torre, perché fu tra i primi a capire che le mafie più del carcere temono l'aggressione alle loro ricchezze". "Giudice da tutti stimato per le capacità professionali, il senso delle istituzioni e la straordinaria umanità", per Ermini Livatino "resta il modello virtuoso a cui ciascun magistrato dovrebbe ispirarsi per guadagnarsi la fiducia dei cittadini"
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Mentre il consigliere Antonio d'Amato di Magistratura Indipendente coglie l'occasione per esprimere vicinanza "a tutti i magistrati che operano in situazioni difficili, in territori di frontiera, svolgendo il loro compito di amministrare la giustizia con fermezza, coraggio e dignità, nonostante le scoperture di organico e le gravi carenze dovute alla mancanza delle risorse amministrative". La seduta si era aperta con un altro ricordo, quello di Virginio Rognoni, scomparso ieri, da Ermini definito "esempio nobile di uomo delle Istituzioni".
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