Tommaso Fregatti e Matteo Indice per “La Stampa”
ALBERTO SCAGNI
«Se non mi date i soldi vi taglio la gola». In meno di 24 ore per tre volte Alberto Scagni, il disoccupato di 42 anni che domenica sera ha ucciso a coltellate la sorella a Genova, ha minacciato di morte i familiari per avere denaro.
Ma nonostante le richieste d'aiuto dei genitori alla polizia, nessuno è intervenuto. Il 30 aprile, il giorno prima che Alice venga massacrata, la madre Antonella viene sentita a verbale per almeno un'ora dagli agenti, nella sua casa di Sampierdarena.
A loro denuncia che il figlio si era introdotto furtivamente nella sua abitazione e l'aveva minacciata per ottenere soldi.
«Mi raccomando - dice la donna agli inquirenti - non ci fate fare la fine dei genitori di Benno Neumar (il trentunenne altoatesino che nel gennaio 2021 uccise mamma e papà occultando i cadaveri, ndr)». L'agente risponde: «Signora, non famola tragica». L'esistenza di questo verbale viene svelata dal giudice Paola Faggioni nell'ordinanza di custodia cautelare con cui convalida l'arresto di Alberto Scagni, ed è alla base dell'inchiesta parallela che la Procura della Repubblica di Genova ha aperto ieri mattina per il mancato intervento delle forze dell'ordine. La maggiore prevenzione, in base al resoconto dei genitori di Alice, avrebbe potuto salvare la vita della figlia.
alice scagni 3
Il procuratore Francesco Pinto e il sostituto Paola Crispo ipotizzano in questo filone due reati gravi: omissione di atti d'ufficio e omissione di denuncia di polizia giudiziaria. Quest' ultima accusa, secondo quanto trapela, riguarda proprio il verbale di sommarie informazioni reso dalla mamma.
Un documento nel quale, insiste la Procura, si profila il reato di estorsione, per cui è prevista l'immediata comunicazione all'autorità giudiziaria, ma il verbale della donna è stato acquisito agli atti solo successivamente all'omicidio e all'arresto di Scagni.
alice scagni uccisa per strada dal fratello i rilievi della scientifica
Per quanto riguarda invece l'addebito di omissione d'atti d'ufficio nel mirino c'è la telefonata che domenica, esattamente sei ore prima del delitto, Enzo Graziano Scagni e la moglie Antonella hanno fatto al numero unico di emergenza 112, che li ha messi poi in contatto con la centrale operativa della polizia.
I due hanno spiegato all'operatore di aver ricevuto poco prima dal figlio Alberto due drammatiche chiamate, registrate dai genitori stessi, in cui il killer «aveva manifestato intenti omicidiari nei confronti dei familiari e in particolare della figlia e del genero (parole del giudice Faggioni, ndr)».
alberto e alice scagni
L'assassino, sempre sulla base di quanto denunciato dai parenti, era stato piuttosto preciso e violento. Spiegando a mamma e papà che se non gli avessero dato subito dei soldi sarebbe andato a cercarli per tagliargli la gola. I due avevano chiesto che la polizia inviasse sul posto e davanti all'abitazione della figlia le volanti della questura, per un controllo.
E però la polizia aveva ritenuto quella segnalazione una minaccia non particolarmente pericolosa, evitando quindi di inviare auto.
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