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    NON E’ SOLO UN FALLIMENTO CALCISTICO, E’ ANCHE UN DISASTRO ECONOMICO: LA MANCATA QUALIFICAZIONE AI MONDIALI VUOLE DIRE MENO RICAVI NELLE CASSE FIGC. GLI SPONSOR SONO IN FUGA: DAL 2023 C'È IL RISCHIO DI TRATTATIVE AL RIBASSO CON I MARCHI PIÙ GRANDI – A RIMETTERCI ANCHE L’INDOTTO: LE EMITTENTI TV FINIRANNO PER OTTENERE MENO PUBBLICITÀ E MENO ENTRATE, COME PURE LE RADIO, I GIORNALI E I SITI. UNA RAGIONE PER SORRIDERE? IL NUOVO SPONSOR TECNICO, LA ADIDAS, CHE…


     
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    Benedetto Saccà per “il Messaggero”

     

    gravina gravina

    Il disastro non è solo calcistico. Il fallimento dell'Italia non avrà soltanto un riflesso sportivo, ma si riverbererà inevitabilmente sul versante economico. Perché, considerando che il pallone è ormai ingabbiato nelle maglie di un'azienda globale, aver mancato la qualificazione ai Mondiali si tradurrà in un tracollo di immagine sotto tutti i profili. Gli scenari sono molteplici, ma sulle scrivanie dei dirigenti (e del presidente) della Federcalcio da settimane erano bene in evidenza alcuni documenti con le previsioni finanziarie legate alla possibile eliminazione sulla via del Qatar.

     

    Due scenari, in particolare. Va premesso che si tratta di una cifra che conteggia soltanto i malus connessi ai contratti oggi in vigore. E dunque. Secondo la prima relazione, la Figc perderà una cifra di poco superiore ai cinque milioni di euro a causa del fallimento lungo la corsa mondiale. Ad analizzare la seconda, si scopre invece che i passivi saranno di poco inferiori ai cinque milioni.

    ITALIA MACEDONIA DEL NORD GRAVINA ITALIA MACEDONIA DEL NORD GRAVINA

     

    I DEFICIT Insomma, tanto per avere un'idea sufficientemente aderente alla realtà, i deficit da sponsor oscilleranno intorno ai cinque milioni. Neppure molto, anzi, piuttosto poco, se è vero che la Federcalcio incassa 100 milioni l'anno per le sponsorizzazioni della Nazionale A e delle minori.

     

    Certo, la diminuzione degli introiti sarà attenuata soprattutto, per così dire, dalla fase congiunturale. Del resto bisogna ricordare che la Figc vive l'ultimo tratto del quadriennio di programmazione 2019-2022 e quindi, di fatto, tutti i contratti di sponsorizzazione sono diremmo blindati fino al 31 dicembre del 22, se non per i malus da mancata promozione mondiale quantificabili appunto in cinque milioni.

    gabriele gravina foto di bacco gabriele gravina foto di bacco

     

    L'INTERROGATIVO Il grande interrogativo, però, si aprirà il 1° gennaio (o anche prima), dal momento che gli accordi in scadenza al 31 dicembre dovranno essere rinnovati. Ed è evidente che il marchio di una nazionale assente in Qatar abbia, sul mercato degli sponsor, un valore minore rispetto a quello di una squadra qualificata. Per cui sarà molto più complesso chiudere contratti di alto valore con poche, selezionate aziende, mentre sarebbe (o meglio: sarà) meno difficile stringere accordi di valore medio/basso con tante società. E si complicherà la trattativa per la cessione dei diritti televisivi.

     

    A rimetterci, tra l'altro, non sarà solamente la Federazione, ma pure l'indotto intrecciato al calcio italiano in generale e alla Nazionale in particolare. Le emittenti televisive finiranno per ottenere meno pubblicità e meno entrate, come pure le radio, i giornali e i siti internet (non solo sportivi).

     

    Esatte ipotesi non esistono, ma non sembra del tutto folle immaginare che i ricavi annuali da sponsor possano tornare a circa 80 milioni per capirsi: ai livelli del precedente quadriennio (il 2015-2018), funestato, anche lì, dal fallimento della qualificazione al Mondiale del 2018. Una ragione per sorridere comunque c'è. Ed è il nuovo sponsor tecnico, la Adidas, che da gennaio sostituirà la Puma, garantendo alla Figc maggiori ricavi: anzi, le nuove maglie sono state già disegnate.

    NAZIONALE ADIDAS NAZIONALE ADIDAS

     

    E poi sarà rinnovato anche il logo della Nazionale non della Federazione, già rivisitato e corretto. Un panorama comunque non certo rigoglioso, specie se calato nel dramma di una Serie A piagata da un miliardo di euro di perdite e da 3,4 miliardi di debiti al netto dei crediti.

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