Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”
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Slitta l'iter che porterà alla costruzione della manovra. Il governo avrebbe dovuto trasmettere il Piano strutturale di bilancio a Bruxelles entro il 20 settembre, invece sarà pronto solo la prima settimana di ottobre, in ritardo rispetto alla tabella di marcia stabilita dalla Commissione europea.
L'esecutivo aspetta l'aggiornamento dei conti pubblici dell'Istat con la speranza di avere qualche risorsa in più da utilizzare nella legge di bilancio. Il Psb è il documento che contiene la traiettoria della spesa per i prossimi anni e gli impegni sulle riforme che vengono chiesti all'Italia per adempiere al nuovo Patto di stabilità.
Ad annunciare le tempistiche è il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani nel corso della capigruppo a Palazzo Madama ... – Poi, dopo il 23 settembre ci sarà un altro passaggio in Cdm e il Piano approderà alle Camere con i dati definitivi dell'Istat.
giorgia meloni giancarlo giorgetti
L'opposizione va all'attacco e accusa l'esecutivo di aver trovato una scusa per guadagnare tempo. Il presidente dei senatori del Partito democratico, Francesco Boccia, commenta: «L'Istat trasmette sempre i dati dopo il 20 settembre, non è una novità, è evidente che non sono pronti, chiedono lo slittamento e se ne assumono la responsabilità».
Dal Tesoro rispondono di essere pronti e fanno notare che l'integrazione poteva essere assorbita dal Dpb, il Documento programmatico di bilancio che arriverà il 15 ottobre e sarà la vera cornice della manovra, ma è stato il Parlamento a decidere diversamente. Il rinvio, garantiscono dal Mef, «non avrà conseguenze con l'Europa che è stata informata, né ci sarà un accavallamento dei lavori parlamentari». Dall'Istat ci si attende una revisione sul Pil del 2021 che in valori assoluti sarà più alto e questo a cascata dovrebbe incidere sulla riduzione del debito, mentre resta difficile un miglioramento del deficit.
MANOVRA FINANZIARIA - LA STAMPA
Intanto, Giorgetti lavora a un provvedimento per tagliare le tasse alle famiglie. L'idea è aumentare le spese che le famiglie con almeno due figli possono portare in detrazione, consentendo così un rimborso delle tasse più robusto in sede di dichiarazione dei redditi. E allo stesso tempo ridurre quelle stesse detrazioni per i contribuenti che non hanno figli. Al Mef parlano di una «direzione di lavoro», non esiste ancora una proposta concreta.
Eppure l'ambizione di Giorgetti è quella di accantonare 5-6 miliardi di euro in manovra per il pacchetto sulla natalità, ne avrebbe già parlato con la premier Giorgia Meloni. Il provvedimento potrebbe essere definito aumentando il tetto massimo per alcune detrazioni che toccano più da vicino le famiglie con almeno due figli: spese scolastiche, sportive, universitarie, l'affitto dei fuorisede, i trasporti, le collaborazioni domestiche.
GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Inoltre si potrebbero cambiare le franchigie. Per i redditi che superano i 50 mila euro, infatti, lo scorso anno è stata prevista una soglia che riduce di 260 euro le detrazioni su alcune voci, escludendo quelle sanitarie.
Anche le spese sanitarie – che l'esecutivo ha sempre detto di non voler modificare – hanno una franchigia: si può detrarre il 19% per le spese superiori a 129 euro per farmaci, ticket, degenze ospedaliere, prestazioni specialistiche e cure termali. L'idea di Giorgetti è ridurre queste franchigie per le famiglie con figli e alzarle per i single, che subirebbero anche una contrazione del tetto massimo di spese detraibili. [...]
giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli