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    LA DIFESA DI PADOAN SULLA MATA HARI DEL FISCO: IL MINISTERO E’ PARTE LESA – LE PREOCCUPAZIONI DELLA DONNA: VOLEVA CHE LA SUA COLLABORAZIONE CON LA ERNST & YOUNG RESTASSE SEGRETA (MA CONTINUAVA A SPIFFERARE INDISCREZIONE E PERCEPIRE UNO STIPENDIO) – IL PRIMO DOSSIER DI SUSANNA MASI FU SULL’IMU, POI PASSO’ ALLA TASSA SULLE MULTINAZIONALI


     
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    1 – SULLA DONNA UN’INTERROGAZIONE M5S

    Lorenzo Salvia per il Corriere della Sera

     

    CERIANI CERIANI

    C' è preoccupazione al ministero dell' Economia. Quella di ieri doveva essere la giornata della lettera in arrivo da Bruxelles, con i (soliti) rilievi della Commissione europea sui nostri conti pubblici. Ma la vera preoccupazione è stata un' altra: il danno reputazionale che potrebbe arrivare dal caso di Susanna Masi, la consulente del ministero accusata di aver passato contenuti riservati al colosso della consulenza Ernst & Young, per il quale aveva lavorato in precedenza. Il tutto in cambio, secondo la Procura di Milano, di un compenso di almeno 220 mila euro.

     

    ROSSELLA ORLANDI ROSSELLA ORLANDI

    Per tutto il giorno, al ministero, la vicenda è stata oggetto di analisi e valutazione. In particolare rispetto ai lavori preparatori per la Tobin tax, l' imposta sulle transazioni finanziarie introdotta in Italia il primo marzo del 2013. Se le accuse dovessero essere confermate, il ministero sarebbe pronto a costituirsi parte lesa in un futuro procedimento.

     

    GENTILONI PADOAN GENTILONI PADOAN

    Susanna Masi era arrivata al ministero di via XX settembre cinque anni fa. Nel novembre 2012 aveva preso l' incarico di segretario particolare di Vieri Ceriani, il sottosegretario che con il governo Monti aveva gestito la delicata partita dell' Imu sulla prima casa. Con il governo Letta era diventata consulente in materia fiscale del ministro Fabrizio Saccomanni. Stesso incarico ricoperto ancora adesso con Pier Carlo Padoan.

    Ernst & Young Logo Ernst & Young Logo

     

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    Una posizione privilegiata, che le consentiva di avere visibilità su dossier sensibili e destinati a rimanere riservati. E per il quale aveva un compenso di 75.561 euro lordi l' anno. Nel 2015 era entrata anche nel consiglio d' amministrazione di Equitalia, su designazione dell' allora direttore dell' Agenzia delle entrate Rossella Orlandi, sommando un compenso di 22 mila euro lordi l' anno. Un incarico finito a giugno di quest' anno, quando Equitalia è stata trasformata nella nuova Agenzia della riscossione, con il rinnovo dei vertici.

     

    EQUITALIA EQUITALIA

    Ma è stata davvero lei la «talpa» che ha venduto i segreti fiscali del governo all' azienda leader nel ricco settore della consulenza? Per tutto il giorno si sono rincorse voci di una sospensione dall' incarico che però non trova conferme. Il nome di Susanna Masi era comparso in un' interrogazione presentata il 4 ottobre da Giorgio Girgis Sorial, parlamentare del Movimento 5 Stelle. Il suo presunto ruolo di «talpa» non c' entrava.

     

    Ma quel documento contestava la regolarità di altri incarichi: «Susanna Masi, facente parte del gruppo di consiglieri economici del ministro Padoan, è stata nominata presidente del collegio sindacale di Idea Fimit, oltre ad essere presidente del collegio sindacale di Invimit, la società immobiliare del Tesoro». Adesso il deputato, vice presidente della commissione Bilancio, chiede che Padoan riferisca in Aula per fare chiarezza sull' intera vicenda. E non solo: «Auspichiamo le immediate dimissioni del ministro».

    Giorgio Girgis Sorial M5S Giorgio Girgis Sorial M5S

     

     

    2- E&Y: “SE NON SEI DEI NOSTRI, CHE TI PAGHIAMO A FARE?”

    Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

     

    boschi padoan boschi padoan

    Milano, ieri mattina, convegno in hotel prestigioso, «C5-Il primo evento in Italia sulla compliance anticorruzione», con «la partecipazione di consiglieri Anac», « panel di giudici e pubblici ministeri», e poi «esclusiva tavola rotonda sulle women in compliance »: «sponsor principale» del forum sull'«obiettivo sempre più cruciale di ridurre l' esposizione del settore pubblico al rischio di corruzione»? Ernst & Young, cioè proprio lo studio legal-tributario (associato al network internazionale) che la Procura accusa di aver corrotto con 220 mila euro nel 2013-2015 la consigliera fiscale del ministro dell' Economia, Susanna Masi, in cambio di «notizie riservate possedute grazie al suo ruolo istituzionale», e della «disponibilità a proporre a vantaggio di E&Y modifiche alla normativa fiscale in via di predisposizione».

    ERNST & YOUNG ERNST & YOUNG

     

    Marco Ragusa Ernst Young Marco Ragusa Ernst Young

    Masi, da fine 2012 negli staff poi di tre ministri, in precedenza professionista nel dipartimento fiscale di E&Y, «ha intenzione di farsi interrogare dai pm, con l' assoluta convinzione di dimostrare la correttezza del proprio operato e l' infondatezza degli addebiti», fa sapere il difensore Giorgio Perroni, mentre E&Y «esclude di essere incorsa in qualsivoglia reato» e assicura che «una rigorosa indagine interna contribuirà a chiarirne l' assoluta integrità».

     

    Due posizioni non esattamente sovrapponibili alle mail e intercettazioni nelle quali il rappresentante della società, Marco Ragusa, discuteva di come pagare (da Milano o da Londra?) la consigliera, e costei si infastidiva di figurare in copia nei dialoghi-mail della società e si raccomandava che il permanente rapporto con la società restasse invece segreto, perché rimarcava appunto di essere non più una della società, ma una del ministero. Generando nel manager la candida obiezione su cosa quindi si sarebbe potuto pensare ai piani alti di E&Y: ma allora, se non sei dei nostri, che ti paghiamo a fare?

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