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    "LA MELONI COME LA THATCHER, VINCERÀ E COMBATTERA’ CINA E RUSSIA" – L’ENDORSEMENT A DONNA GIORGIA DI STEVE BANNON, EX STRATEGA DELLA CAMPAGNA DI TRUMP, CHE NEL 2018 VOLEVA COSTITUIRE UN MOVIMENTO INTERNAZIONALE DEI NAZIONAL-CONSERVATORI CON ORBAN, SALVINI E MELONI CHE SPIEGÒ: “BANNON, CON IL LAVORO CHE HA SVOLTO AL FIANCO DI TRUMP, HA CONTRIBUITO FORTEMENTE A CAMBIARE I PARADIGMI DEL NOSTRO TEMPO” (BANNON E' STATO INCRIMINATO NELLO STATO DI NEW YORK PER RICICLAGGIO, TRUFFA E COSPIRAZIONE. E SULL'ASSALTO A CAPITOL HILL E' STATO GIUDICATO COLPEVOLE DI "OLTRAGGIO AL CONGRESSO")


     
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    JACOPO IACOBONI per la Stampa

     

    BANNON MELONI 4 BANNON MELONI 4

    Il voto di Fratelli d'Italia, assieme alla Lega, in difesa di Viktor Orban nell'Unione europea, ripropone il peso di quella stagione in cui Giorgia Meloni partecipò, assieme a Steve Bannon - l'ex senior strategist di Donald Trump alla Casa Bianca - e a diversi altri partiti, europei e italiani, a un'operazione politica che voleva costruire una specie di Movimento internazionale dei nazional conservatori in Europa. Orban ne era un perno. Bannon lo chiamò "The Movement". Passò tutto il 2018 a girare per l'Europa.

     

    In Italia vide Matteo Salvini, più di una volta, la prima quattro giorni dopo le elezioni del 4 marzo, suggerendo già un governo Lega-M5S. Due giorni dopo fu sul palco del congresso del Front National di Marine Le Pen, dove fu immortalato col braccio molto teso. Vide Davide Casaleggio proprio il giorno di giugno che precedeva il giuramento del primo governo di Conte. E nell'estate iniziò un rapporto di solida cooperazione politica con Giorgia Meloni.

     

    BANNON MELONI BANNON MELONI

    L'8 settembre l'uomo, sicuramente geniale, che aveva guidato la rimonta di Trump fino alla vittoria nelle elezioni 2016 - volò prima a Roma e poi a Budapest, da Viktor Orban. Il suo collaboratore europeo, il belga Mischaël Modrikamen, disse: «The Movement sarà un club e un think tank a disposizione di tutti i partiti europei che partecipano. L'idea è analizzare le evoluzioni della situazione, con studi e sondaggi in diversi Stati, sulle reali questioni che preoccupano i cittadini, non le bugie diffuse dai partiti tradizionali e dai loro amici nei media».

     

    steve bannon alla procura di manhattan steve bannon alla procura di manhattan

    Il vecchio Steve, agitatore di mille stagioni mai salito a quella ribalta fino all'epoca Trump, fu più preciso ancora sull'importanza di Orban: «Se potessi, avremmo la sede centrale del movimento a Budapest. Mi piace così tanto quel posto. Ma ovviamente non è pratico. Passeremo molto tempo in Ungheria da qui al giorno delle elezioni».

     

    Aggiunse che avrebbe messo a disposizione di Orban e di Meloni e degli altri partiti la sua struttura elettorale: «John McLaughlin, che è il mio sondaggista negli Stati Uniti, gestirà questo sforzo generale di sondaggio in Europa, ed è anche il sondaggista di Orban».

     

    Orban fu entusiasta del progetto. Annunciò abbastanza solennemente che «era ora che qualcuno dagli Stati Uniti venisse in Europa per diffondere il pensiero conservatore invece dei valori liberali». E anche Meloni, dopo un incontro alla festa di Atreju, spiegò: «Bannon, con il lavoro che ha svolto al fianco di Trump, ha contribuito fortemente a cambiare i paradigmi del nostro tempo e non poteva mancare ad Atreju.

     

    certosa trisulti certosa trisulti

    Ci siamo incontrati un paio di volte e c'era il reciproco interesse a conoscerci e ora posso dire che tra noi è nata un'amicizia spontanea. Credo di averne definitivamente conquistato la stima qualche giorno fa mentre rilasciavo un'intervista a un giornalista inglese. A un certo punto non ci ho visto più e gli ho risposto a modo mio. Credo ne sia rimasto molto colpito». Il giornalista inglese era Paul Lewis del Guardian. Filmò un video che ritrae la scena, in cui si parla del presunto fascismo o "neofascismo" della leader della destra italiana. Che a quel punto gli risponde molto duramente. Meloni dirà anche: «Proporrò all'Assemblea nazionale di Fratelli d'Italia la nostra adesione formale a The Movement».

    Giorgia Meloni e Steve Bannon Giorgia Meloni e Steve Bannon

     

    Il 12 settembre 2018, Meloni e Fratelli d'Italia andarono a trovare l'ambasciatore ungherese a Roma, Adam Kovacs, dissociandosi dal voto europeo per le sanzioni contro Budapest sulla democrazia: «Il popolo ungherese, che sessant' anni fa si è sollevato contro l'oppressione sovietica, ha ancora il coraggio di combattere contro il nuovo soviet dell'Unione Europea. E noi, oggi come ieri, siamo al loro fianco». Piccolo cortocircuito: l'Ungheria di Orban era nel frattempo diventata lo strumento numero uno della Russia neo imperiale di Putin.

     

    steve bannon e donald trump steve bannon e donald trump

    Pochi giorni fa, non notato dai radar italiani, Bannon ha fatto il suo ingombrante endorsement alla leader di Fratelli d'Italia. Ha detto che è la nuova Thatcher: «Come Thatcher, dovrà fronteggiare opposizione, ma come Thatcher vincerà. E come Thatcher, la Storia proverà che ha ragione. Combatterà Cina e Russia». Ingombrante perché nel frattempo si è consegnato alla giustizia americana, è accusato di cospirazione - per l'insurrezione del 6 gennaio - frode, riciclaggio. Il 2018 erano altri tempi, la Storia brucia in fretta, ma ritorna.

    IL CONGRESSO CONTRO STEVE BANNON IL CONGRESSO CONTRO STEVE BANNON LA RISOLUZIONE CONTRO BANNON DEL CONGRESSO USA LA RISOLUZIONE CONTRO BANNON DEL CONGRESSO USA meloni bannon meloni bannon

     

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