Estratto dell’articolo di Paolo Russo per "La Stampa"
GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI
Alla fine il decreto legge taglia liste di attesa approvato ieri dal Governo tanto smilzo non è, perché nei suoi sette articoli contiene le disposizioni più attese.
A cominciare dalla norma "salta coda", che consente di ottenere gratis le prestazioni anche dal privato non convenzionato o dai medici in libera professione quando i tempi di attesa superano i limiti previsti dalla legge.
Passando poi alla possibilità di ottenere la sera e nei week end visite e accertamenti diagnostici. Così come finiscono nel decreto tanto l'aumento dal 10 al 15% del tetto di spesa per il personale che la flat tax al 15% per le ore di straordinario dei medici, che da sola vale 250 milioni.
SANITA PUBBLICA
Gli unici che trovano copertura finanziaria nel decreto, che per il resto dice in pratica alle regioni: fate con quello che già abbiamo dato.
La sola norma che consente di aggirare le attese troppo lunghe dal privato vale un miliardo, secondo stime della Salute. Ma come è scritto a chiare lettere nel decreto dalla disposizione «non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Dove si vadano a pescare quei soldi e quelli necessari per pagare il lavoro notturno e nei festivi lo spiega Giorgia Meloni, sui social.
il ministro della salute orazio schillaci foto di bacco
«I cittadini pagheranno solo il ticket e la differenza in termini di costo che dovranno sostenere le regioni sarà coperta dalle risorse che lo Stato ha stanziato in legge di bilancio proprio per l'abbattimento delle liste di attesa». «Per il 2022 e il 2022 si tratta di 500 milioni l'anno in parte non ancora spesi», ha chiarito il Ministro della Salute. «Sono soddisfatto - commenta Schillaci al termine del Cdm - abbiano portato a casa quello che volevamo e mi aspetto un cambio di passo da subito».
fondi alla sanita pubblica
Meno entusiaste sono le Regioni, che il loro disappunto lo avevano già espresso prima dell'approvazione del decreto e che ora si vedono scaricare la patata bollente di doverlo applicare con pochi soldi in cassa. Perché i loro bilanci tinti di rosso documentano che evidentemente quei soldi stanziati per ridurre le liste di attesa sono stati utilizzati per coprire altri buchi.
SANITA PUBBLICA
I medici possono invece dirsi soddisfatti a metà, perché se da un lato incassano la detassazione degli straordinari e l'aumento della spesa per assumere personale, dall'altro dovranno dire addio alla libera professione dentro gli ospedali, quando il numero di visite e prestazioni offerte ai solventi superano quelle erogate in regime Ssn. Confermato, come nelle previsioni, il divieto per Asl e ospedali di chiudere le agende sospendendo così le prenotazioni, mentre i privati dovranno rinunciare al giochino di riservarsi delle prestazioni fuori dai Cup.
orazio schillaci foto di bacco ospedale - sanita pubblica
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