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    LA MELONI SI È INCARTATA – VOLA NEI SONDAGGI, MA SA CHE L’INVERNO SARÀ DIFFICILE E PER QUESTO NON VUOLE GOVERNARE SOLA CON I DUE CABALLEROS SALVINI E BERLUSCONI: L’UNICA SOLUZIONE CHE HA È ALLARGARE IL PERIMETRO DELLA MAGGIORANZA, COINVOLGENDO LETTA, E CIRCONDARSI DI UN “CORDONE” SANITARIO DI TECNICI – SALVINI RISCHIA L’OSSO DEL COLLO: SE SCENDE SOTTO IL 10%, SARÀ INDETTO SUBITO IL CONGRESSO. L’UNICA  EXIT STRATEGY DEL “CAPITONE”: UN GRUPPO UNICO CON “FORZA ITALIA”, QUALORA RIUSCISSERO AD AVERE, SOMMATI, UN VOTO IN PIÙ DI FDI (DIFFICILE, QUASI IMPOSSIBILE…)


     
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    GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI

    Estratto dell’articolo di Gianluca Roselli e Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”

     

    L'inverno sarà difficile e Giorgia Meloni lo sa. Se dovesse vincere le elezioni e arrivare al governo, la leader di Fratelli d'Italia sarebbe chiamata ad affrontare la crisi energetica, l'inflazione che cresce, la guerra in Ucraina e l'attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza.

     

    GIORGIA MELONI ENRICO LETTA GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

    […] Per questo il suo obiettivo non sembra quello di voler governare da sola, nonostante il voto del 25 settembre potrebbe consegnarle un'ampia maggioranza parlamentare. Se Meloni dovesse arrivare a Palazzo Chigi cercherà di circondarsi di un "cordone" di figure tecniche di garanzia e la collaborazione degli altri leader politici sui temi fondamentali: le riforme istituzionali, i temi energetici, il sostegno all'Ucraina, il Pnrr.

     

    MELONI E SALVINI COME SANDRA E RAIMONDO - ANNETTA BAUSETTI MELONI E SALVINI COME SANDRA E RAIMONDO - ANNETTA BAUSETTI

    Non un governo di unità nazionale replicando l'esperienza di Draghi: Meloni […] ha spiegato che il suo sarà un governo di centrodestra, mentre in caso di "maggioranza arcobaleno non ci sarà l'apporto di FdI". Anche Enrico Letta ha spiegato che il Pd "non governerà mai con Meloni". […] Da parte della leader di Fratelli d'Italia, insomma, non c'è la volontà di replicare l'esperienza draghiana […]

     

    Resta però l'idea di coinvolgere il più possibile gli altri leader e di lavorare in continuità con l'agenda Draghi. Meloni e il premier uscente si sono sentiti spesso nelle ultime settimane per parlare della crisi energetica e per confrontarsi anche sulle misure economiche da approvare (no allo scostamento di bilancio): la leader di Fratelli d'Italia non solo ha in mente di muoversi in continuità con il suo programma ma vorrebbe portare anche Fabio Panetta, che siede nel comitato esecutivo della Bce, al ministero dell'Economia e confermare Roberto Cingolani alla Transizione Ecologica (lui però sta dicendo di "no").

     

    FABIO PANETTA FABIO PANETTA

    Due scelte draghiane. Meloni però, al netto della propaganda elettorale, nelle ultime settimane si è confrontata spesso anche con gli altri leader avversari a partire dal segretario del Pd Enrico Letta.

     

    […] L'idea quindi sarebbe quella di un governo politico ma con dei tecnici nei ministeri chiave e soprattutto di voler coinvolgere i leader della futura opposizione su alcune questioni: le riforme istituzionali con l'idea della Bicamerale espressa nei giorni scorsi ma soprattutto le misure economiche per combattere la crisi energetica (lo scostamento di bilancio), l'attuazione del Pnrr per non parlare del sostegno a Kiev nella guerra contro la Russia. Tutti temi su cui Meloni si è mostrata collaborativa con l'esecutivo di Draghi in questi mesi.

    luca zaia e massimiliano fedriga 4 luca zaia e massimiliano fedriga 4

     

    In questo contesto pesa anche il crollo annunciato della Lega di Matteo Salvini che, se dovesse scendere sotto il 10%, rischia la leadership a favore di un esponente considerato più "draghiano". In una Lega debole, però, non sperano solo gli alleati, ma anche molti leghisti. Non solo ci sperano, ma ci lavorano, tanto da boicottare la campagna elettorale: qualche gazebo qua, qualche comizio di là, ma senza vero entusiasmo.

     

    RONZULLI SALVINI RONZULLI SALVINI

    […] se la Lega scende sotto il 10%, a quel punto le sezioni chiederanno alle segreterie regionali di avviare una stagione di congressi dove sul banco degli imputati finirà proprio l'attuale leader. E lì tutto potrebbe riaprirsi. A patto, però, che in quel momento una figura di spicco prenda coraggio e si ponga come sfidante del Capitano. Massimiliano Fedriga, in primis, o Luca Zaia. Con loro Meloni ha un ottimo rapporto e un dialogo frequente.

     

    […] Ma nella Lega circola anche una teoria sulla possibile exit strategy di Salvini se i numeri dovessero rivelarsi disastrosi: il segretario potrebbe lasciare baracca e burattini per traghettare un truppone di fedelissimi all'interno di un gruppo unico con FI, di cui diventerà leader, con vice Licia Ronzulli. E il nome sarà Prima l'Italia, col simbolo già presentato in Sicilia. Fantapolitica? Chissà.

     

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