Chiara Maffioletti per corriere.it - Estratti
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Ha la saggezza tipica dei 20 anni Anna Lou Castoldi. Quella che ti fa dare un significato più profondo alle cose, non perdendo però il candore. Si racconta con garbo e serietà, ma quando deve rispondere al perché abbia accettato di partecipare a Ballando con le stelle (al via il 28 settembre su Rai1), le viene un po’ da ridere: «La proposta è arrivata inattesa e ho risposto subito di sì, senza pensarci troppo. E meno male, perché se no poi arrivano le paranoie».
Come mai Milly Carlucci ha scelto lei?
«Sicuramente mi conosceva per via dei miei genitori, Asia Argento e Morgan. Non si può negare. Poi però mi ha detto che aveva visto in me qualcosa di interessante. Essere figlia dei miei genitori non può rappresentare un pregiudizio perché è un dato di fatto. Ma la mia persona non si riduce meramente ad essere una figlia. Nessuno è un figlio e basta».
Quindi non si è mai sentita giudicata a priori per i suoi?
asia argento anna lou castoldi
«Mi è capitato che mi trattassero diversamente e questa cosa mi ha sempre un po’ alienata perché chiunque abbia un minimo di profondità non dovrebbe vedermi come una loro proiezione, per quanto ho avuto un sacco di ispirazione e insegnamenti da loro».
Ad esempio, quali?
«Mi sono interessata a un certo tipo di musica perché papà mi faceva ascoltare questa o quella band, così come mamma faceva con il cinema.
Sono diventata una dj e ho fatto qualche esperienza come attrice forse anche per questo, ma non so dirlo perché essere figlia loro è l’unica esperienza di figlia che ho. Nessun essere umano, però, è la copia spiccicata di altri».
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Lei è punk?
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«Sono punk, sono emo... nei miei occhi ci sono tutte le sottoculture alternative che vivono lo stesso senso di discriminazione sociale. Io non sono niente, sono Anna Lou. Sono una persona che ascolta un sacco di musica diversa e molto interessata a studiare questi movimenti».
E ora arriva «Ballando». Conosceva la trasmissione?
«Per forza, c’è stata tutta la mia famiglia. Lo guardavo per seguire mia mamma e mio papà: quando partecipavano andavo in camera di mamma a vederli, non avendo una tv».
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Come se la cava col ballo?
«L’idea di migliorare mi prende benissimo. Faccio molti dj set ed essere più in contatto con il mio corpo è utile, anche perché mi sento un po’ un palo, insicura. Questa è una terapia d’urto».
Come vive l’idea di diventare conosciuta?
«Quella mi spaventa: per tutta la vita ho sviato questa cosa, ponendomi come una persona anonima, proprio perché la fama vissuta come è stata per i miei genitori mi metteva un sacco (...)
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Attrice? Cantante?
«Cantare mi “cringia” perché tutti mi direbbero: ah, come il papà. L’attrice l’ho fatta, anche se c’è la mamma... inoltre ero consapevole che ricoprirmi di ferro e tatuaggi non era la scelta migliore per chi vuole fare cinema. Per ora preferisco scrivere testi di canzoni e poesie».
Nessun problema a mostrarsi con abiti che non le corrispondono, magari in un valzer?
«Mi sono allontanata dall’idea di apparire bella o anche solo come voglio a Ballando , però posso dire che non mi snatureranno: mi piacerebbe che la mia partecipazione aiutasse ad allargare un pochino gli orizzonti. Non sono Gandhi e non voglio sovvertire il sistema, ma forse è tempo di credere davvero che l’abito non fa il monaco».
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Paura del confronto con la giuria?
«Sono sensibile e sentirsi dare un brutto voto sotto stress può avere un impatto.
Ma finché non conosco le persone non ho nessuna opinione. Anche se in passato ci sono state delle divergenze di qualcuno con i miei, credo che ogni rapporto sia completamente diverso da un altro».
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