Giuseppe Agliastro per “la Stampa” - Estratti
DMITRY MEDVEDEV
Il ruolo del falco nel regime di Putin è sempre più appannaggio di Dmitry Medvedev. Il numero due del Consiglio di sicurezza russo si è scagliato contro il possibile ingresso dell'Ucraina nella Nato tuonando che «in sostanza» sarebbe «una dichiarazione di guerra» alla Russia, «anche se differita».
Poi ha rincarato la dose prendendo di mira le parole del segretario generale dell'alleanza, Jens Stoltenberg, che a inizio mese ha detto di sperare che Kiev possa entrare nella Nato entro il 2034: «Per quella data, nessuno degli attuali leader della Nato sarà al proprio posto» ed «è abbastanza possibile che anche» l'Ucraina «non esisterà più», sono state le parole minacciose dell'ex presidente russo.
dmitry medvedev
Le dichiarazioni di Medvedev arrivano da un'intervista alla testata aif.ru ripresa dalla Tass e dalla Reuters: un colloquio nel quale il fedele alleato di Putin è tornato a ricorrere a toni aggressivi. Ma ha anche puntato il dito contro i Paesi occidentali. «Finché saremo in grado di prevenire una catastrofe globale, cercheremo di farlo.
Purtroppo, i nostri attuali nemici non condividono le nostre aspirazioni e non possiamo contare sulla loro saggezza, volontà e sulle loro aspirazioni alla pace», ha dichiarato, aggiungendo subito che «questo significa che tutto è possibile».
volodymyr zelensky - vertice nato a washington
Il braccio destro di Putin una volta era considerato un elemento relativamente moderato nell'entourage del dittatore russo, ma la sua posizione è radicalmente cambiata, soprattutto dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe del Cremlino. E negli ultimi anni è stato proprio lui a evocare più volte l'inquietante spettro delle armi nucleari
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI - VIGNETTA BY OSHO
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