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    OCCHIO PER OCCHIO - LA MINORENNE CHE HA ORGANIZZATO IL RAID PUNITIVO AL 19ENNE CHE AVEVA ABUSATO DI LEI NON AVEVA RACCONTATO NULLA AI GENITORI E NON AVEVA DENUNCIATO I SUOI AGGRESSORI: HA COVATO RABBIA PER MESI, HA TROVATO UN PRETESTO PER AGGANCIARE IL RAGAZZO E L'HA “OFFERTO” ALLE COLTELLATE DEI SUOI DUE COMPLICI - IL PIANO ORDITO SU WHATSAPP, LA VERSIONE DELLA FERITA ACCIDENTALE, IL TRISTE FINALE PER TUTTI…


     
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    V PER VENDETTA - UNA MINORENNE HA PIANIFICATO CON IL FIDANZATO E UN AMICO UN AGGUATO NEI CONFRONTI DI UN PACHISTANO DI 19 ANNI, ACCOLTELLATO PER VENDICARE UNA VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO SUBITA NEL GENNAIO 2019 DOPO UNA SERATA IN DISCOTECA… - FINALE DELLA STORIA? TUTTI IN GALERA! - ARRESTATI I TRE ITALIANI PER TENTATO OMICIDIO E TRE PACHISTANI PER VIOLENZA SESSUALE...

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    VIOLENTATA DOPO LA DISCOTECA IL RAID PUNITIVO CON IL FIDANZATO

    Giovanna Maria Fagnani per il “Corriere della Sera”

     

    Una serata in discoteca nel corso della quale tutti esagerano con l'alcol. L'incontro con un ex compagno di classe e due suoi amici che, usciti dal locale, a turno, abusano di lei. Angelica (nome di fantasia) ha soltanto 17 anni, studia alle superiori, fa la vita di una adolescente come tante altre. Il mondo le crolla addosso, ma di confidarsi con i genitori o di denunciare non trova la forza. Cova la rabbia e, a mesi di distanza, pianifica la vendetta. Racconta tutto al nuovo fidanzato, un 19enne incensurato e a un amico comune (anche lui 19enne con precedenti per danneggiamento e resistenza) e insieme decidono una spedizione punitiva.

     

    Così Angelica contatta l'ex compagno di classe, un 19enne pachistano e lo attira in una trappola. Lui ha messo in vendita il suo iPhone e lei finge di volerlo comprare. Mentre i due parlano, i complici della ragazza gli piombano addosso. Lui si difende, ma l'amico della ragazza prende un coltello e lo colpisce al fianco destro. Il diciannovenne si accascia e rischia di morire dissanguato: è salvo per miracolo.

     

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    Ora tutti, la ragazza e i suoi complici, l'ex compagno di classe e i suoi amici, sono finiti agli arresti domiciliari. Per i primi, le accuse sono di tentato omicidio, tentata rapina e porto abusivo d'arma bianca. Il diciannovenne accoltellato e i suoi amici, due operai di 25 e 36 anni, suoi connazionali (con piccoli precedenti), devono invece rispondere di violenza sessuale di gruppo aggravata. Per comprendere meglio i fatti, portati alla luce dopo otto mesi di indagini da un'operazione dei carabinieri di Rho denominata «All about love» e coordinata dalle Procure del Tribunale ordinario e minorile di Milano, bisogna tornare al 12 novembre del 2019.

     

    La sera in cui, poco dopo le 20, dei passanti avevano trovato un giovane riverso su una panchina vicino alla stazione di Novate Milanese: sanguinava ed era in stato di semi incoscienza. Portato in ospedale in codice rosso, era stato operato e salvato dai chirurghi. Nel frattempo, in un parco pubblico vicino alla stazione, i carabinieri avevano trovato un coltello a serramanico sporco di sangue.

     

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    E, stando alle testimonianze, il diciannovenne era stato visto parlare con una ragazza. È stato nell'interrogatorio con i carabinieri che la studentessa, per la prima volta, ha denunciato lo stupro di gruppo subito una sera di gennaio del 2019, dopo la serata in discoteca. «Avevo bevuto molto» ha raccontato ai militari. Dell'ex compagno di classe e dei suoi amici si era fidata. Li aveva invitati nella casa di una parente di cui lei aveva le chiavi e loro, approfittando del suo stato di ebbrezza, l'avevano aggredita.

    Dell'accoltellamento, invece, la ragazza ha dato una versione poco credibile. «Volevo comprare da lui l'iPhone e darlo al mio fidanzato - ha spiegato -. Lui però ha cercato di mettermi le mani addosso e il mio ragazzo e il mio amico sono intervenuti, ma lui era armato».

     

    coltello insanguinato coltello insanguinato

    Secondo la giovane e i suoi complici, era stato il diciannovenne a ferirsi accidentalmente con la lama. Una versione che non ha trovato riscontri. Nei messaggi su WhatsApp fra i tre emerge invece in modo chiarissimo l'intento di vendetta, con la scelta accurata del luogo migliore per l'agguato. L'intenzione - secondo gli inquirenti - era di picchiarlo e rapinarlo anche dell'iPhone e del portafoglio. Ma lui si è difeso e l'amico della ragazza lo ha colpito con il fendente. Adesso sono tutti ai domiciliari.

     

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