Fabio Martini per “la Stampa” - Estratti
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conte landini schlein
Dunque, Pd, Cinque stelle, Sinistra-Verdi e Santoro si preparano ad una guerra della mattonella sullo stesso fazzoletto elettorale: il Campo Largo diventerà un campo d'Agramante? La federatrice si ritroverà a raccogliere macerie? Dieci mesi fa Schlein, che (secondo due diverse ricerche ad hoc) è diventata segretaria del Pd con l'appoggio di almeno il 40% di elettori delle Primarie che non avevano votato dem alle elezioni di alcune settimane prima, fino ad oggi è stata coerente con i propri "elettori" e meno con gli iscritti dem (che gli avevano preferito Bonaccini) e il conseguente spostamento del baricentro a sinistra, fa entrare il suo Pd in competizione strettissima anzitutto con i Cinque stelle di Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN - MEME BY USBERGO
Un Movimento dato in ascesa da tutti gli istituti di sondaggio: il M5s che alle Politiche del settembre 2022 era arrivato a quota 15,4%, oggi è quotato da Ipsos al 17,2%, da Swg al 16,4%, da Ixé al 17,6%, mentre il Pd (alle Politiche al 19,1%) è stazionario per Ipsos (19%), per Swg (19,6%) o in leggera flessione per Ixé (18,9%). Giuseppe Conte che coltiva l'ambizione di tornare a palazzo Chigi, non ha intenzione di lasciar spazio alla federatrice Schlein: «Il Mes? Se lo voterà Meloni. Assieme al Pd…». La segretaria del Pd federatrice di tutte le forze del Campo largo? «Mi dispiace ma deve fare i conti con noi, con me». Meloni tende a polarizzare lo scontro tutto tra lei e Schlein? Ancora Conte, sulfureo: «Ma c'è il Movimento Cinque stelle, mi spiace per loro…».
Sulla federatrice Schlein incombono anche le prossime elezioni locali: a Firenze e Bari il non-governo da Roma sta portando verso un frazionamento del Campo largo e comunque il primo test è imminente: il 25 febbraio si vota alle Regionali sarde. Da Roma non sono riusciti a disinnescare la «mina» Renato Soru e l'alleanza Pd-Cinque stelle, con una propria candidata, si prepara alla sconfitta. Ieri mattina, in un hotel di Oristano ha preso la parola Renato Soru, che ha esordito così: «Salude a tottusu…». E poi, per 35 minuti ha continuato a parlare in sardo strettissimo, una lingua del tutto incomprensibile per chi non sia isolano. Una scena che potrebbe diventare simbolica di un destino: la Babele del Campo largo.
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