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    A DIECI ANNI DALLA MORTE, LA VEDOVA BALDONI ATTACCA: “ENZO ABBANDONATO E DENIGRATO” – “NESSUNO DEL CONVOGLIO DELLA CROCE ROSSA SI FERMÒ A RACCOGLIERLO”


     
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    Luigi Bolognini per “La Repubblica

     

    ENZO BALDONI ENZO BALDONI

    Dieci anni fa, era il 26 agosto 2004, veniva ucciso da un gruppo di guerriglieri islamici il pubblicitario milanese Enzo Baldoni, in Iraq come giornalista freelance per il settimanale Diario. Nell’anniversario di una morte un po’ dimenticata, a tenere alto il ricordo è la moglie Giusi Bonsignore.

     

    Come continua la sua vita, signora?

    «Sono stati anni difficili, ma anche pieni di cose positive, voglio partire da quelle. Mi sono rimboccata le maniche e sono andata avanti. Il modo di Enzo di guardare la vita mi ha contagiata. Nei miei figli rivedo tante cose di lui, sono felice che abbiano trovato la loro strada. E poi c’è il mio nipotino Lorenzo».

    ENZO BALDONI ENZO BALDONI

     

    Dopo dieci anni è venuta a delle conclusioni su cosa successe?

    «Certo. Enzo partì con un convoglio della Croce Rossa per portare aiuti a Najaf assediata, senza viveri né acqua. La sua auto era in testa alla colonna di aiuti col suo autista e interprete iracheno, Ghareeb. A Najaf, Enzo scese dall’auto con una pettorina della Croce Rossa e una bandiera bianca e attraversò la città a piedi facendo strada agli aiuti. Consegnati i viveri e soccorsi ai feriti, ripartirono, sempre con Enzo capo colonna. Ma una mina esplose sotto la sua auto: Enzo fu rapito e Ghareeb ucciso. Qui vorrei sottolineare i due fatti che per me hanno portato, al rapimento e all’uccisione di Enzo ».

     

    Quali?

    ENZO BALDONI ENZO BALDONI

    «Dopo lo scoppio il convoglio Cri non si fermò a raccogliere Enzo e Ghareeb, ancora vivi. Furono abbandonati. Pur a conoscenza dei fatti, la Croce Rossa, attraverso il suo commissario straordinario Scelli, diffuse notizie false che volevano Enzo in giro alla ricerca di interviste impossibili. Tacere a noi dell’esplosione è stata un’omissione molto grave. Quel che poi ritengo abbia contribuito ad armare la mano dei suoi assassini è stata la denigrazione e lo scherno di giornali come Libero: impossibile dimenticare la ferocia, durante la sua prigionia, di due articoli titolati Vacanze intelligenti e Il pacifista col kalashnikov .

     

    ENZO BALDONI ENZO BALDONI

    Mentre era in mano ai rapitori mio marito non ha avuto in patria il sostegno che in Francia fu invece dato a Chesnot e Malbrunot, giornalisti sequestrati in contemporanea, e dagli stessi terroristi, poi liberati. Non voglio dimenticare i nomi di chi scrisse questi articoli: Vittorio Feltri e Renato Farina. Il secondo, probabilmente in preda a incubi notturni, ci scrisse poi un’inaccettabile lettera di scuse. Non abbiamo mai risposto ».

     

    Lei però ai tempi disse di credere in Scelli.

    «Sì, ma mi sono resa conto che il suo interessamento e le sue continue ed accorate rassicurazioni hanno per oltre tre anni ostacolato e ritardato il recupero del corpo di Enzo disperso in Iraq. L’operazione è stata poi conclusa con successo dai Ros dei carabinieri nel 2010».

     

    I militari inglesi hanno partecipato alla guerra in Afghanistan e in Iraq I militari inglesi hanno partecipato alla guerra in Afghanistan e in Iraq

    Ci sono ancora oggi molti giornalisti rapiti o uccisi in Iraq e in Siria, ultimo l’americano Foley. E gli attacchi a operatori di pace rapiti non si sono certo esauriti con suo marito: certi toni si leggono proprio ora su certi giornali e Internet contro le due volontarie Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, forse preda di integralisti islamici proprio come suo marito. Cosa prova quando legge queste notizie?

    «Ogni volta mi sento pervasa da un’angoscia e un’ansia incredibili. Penso ai familiari, conosco bene quello che stanno vivendo. Penso alla pressione spietata dei media. Soprattutto mi duole constatare che vengano ancora pubblicati titoli beceri e privi di umanità, come per Enzo».

    GUERRA iraq GUERRA iraq

     

    Ha la sensazione che il tempo abbia offuscato la memoria di suo marito?
    «No davvero. Ho continue richieste, mail, telefonate di persone che vogliono sapere e approfondire: intellettuali, teatranti, musicisti hanno rielaborato i suoi testi e creato spettacoli. Mauro Biani ci stupisce spesso con meravigliose vignette. Tutti gli scritti di Enzo si trovano sul sito www.balene.it/enzo.

    Greta Ramelli (S) e Vanessa Marzullo Greta Ramelli (S) e Vanessa Marzullo

     

    Più di una persona è andata in Colombia col suo libro Piombo e tenerezza a ripercorrere passo passo un suo viaggio. I pubblicitari dell’Art Director’s Club organizzano “Il grande venerdì di Enzo”, in cui importanti direttori creativi incontrano giovani leve, come Enzo faceva nella sua agenzia Le Balene il venerdì. E non dimentico il premio giornalistico della Provincia di Milano, i circoli letterari, le scuole, strade e piazze col suo nome. A Licata, la mia città di origine, c’è piazza Enzo Baldoni. Magari anche a Milano, un giorno, chissà».

     

    Per il decennale si farà qualcosa?

    «A Licata domani, a Piano Quartiere, si terrà una festa aperta a chi ha voglia di ricordarlo. E l’8 Ottobre, giorno del compleanno di Enzo, il Comune di Milano metterà a disposizione il teatro Dal Verme. Lella Costa, persona speciale che ci riserva sempre attenzioni e affetto, ci regalerà la sua magia. Si esibiranno i cori del maestro Martinho Lutero: il Cantosospeso di Milano, di cui faccio parte, e il Luther King, dal Brasile. Poi Badarà Seck con la sua Missa Luba, percussionisti africani, Alessio Lega che ha scritto una canzone su Enzo. E Guido, nostro figlio, con la fisarmonica. Sarà bellissimo».

    Renato Farina Renato Farina

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