Alessandro Ruta per “il Giornale”
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Incredibile ma vero, adesso arrivano le offerte territoriali per i servizi in streaming. L’ultima iniziativa è della piattaforma Dazn, che propone tre mesi di abbonamento a 69 euro, anzichè a 119,97.
Tutto molto bello, ma attivabile solo nelle regioni del sud Italia e nelle isole. Un’offerta decisamente curiosa e valida dall’altroieri, dal 6 marzo, fino al 19 marzo, nei negozi in Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia e Sardegna. Niente di tutto questo dal Lazio in su, nonostante la carta prepagata Dazn sia acquistabile anche in punti vendita di catene che vendono elettrodomestici presenti nel centro e nel nord Italia.
I motivi? Ci si possono porre mille interrogativi.
Forse al sud il servizio della piattaforma sta andando veramente male e bisogna in qualche modo incentivare dal punto di vista del marketing? Nei mesi scorsi più di una volta Dazn ha creato enormi problemi agli utenti, saltando o rimanendo impallato durante le partite, provocando proteste feroci e rimborsi verso i clienti.
In generale però è destinata a far discutere, la decisione di tagliar fuori il nord da questa offerta, come se fosse una zona d’Italia di Serie B o privilegiata, a seconda dei punti di vista, o “non meritevole”.
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Tutto questo negli stessi giorni in cui è uscita anche la notizia che circa 5 milioni di utenti preferiscono guardare la Serie A su canali pirata, utilizzando il cosiddetto “pezzotto”. Basta un decoder che permette di intercettare segnali che i sistemi interni alle televisioni non captano, pagando tra i 20 e i 400 euro, per poi agganciare un abbonamento pirata, molti dei quali sono disponibili su internet con tanto di credenziali. Oppure scaricarsi delle speciali app per il telefonino che trasmettono le partite in leggerissima differita. In sostanza, però, spesso la questione è prettamente economica. Sarà questo il ragionamento fatto (per il sud) da Dazn?
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