Riceviamo e pubblichiamo:
LA SMENTITA DI DAFFINA
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
ho visto sul sito la ripresa dell’articolo di oggi de Il Foglio che mi riguarda https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/mossa-cavallo-salvini-secondo-ldquo-foglio-rdquo-vuole-383205.htm.
A tale proposito, come ho già fatto con Il Foglio, smentisco categoricamente di aver partecipato - né sulla porta né in altro luogo e neppure in qualità di ospite d’onore – ad un incontro “con Salvini e Cattaneo, favorito dal presidente del Senato, Ignazio La Russa”.
Colgo l’occasione per precisare inoltre che non ho mai militato nel Fuan, come riportato dal Foglio, ma nel Fronte Nazionale della Gioventù.
Grazie per dare evidenza a questa mia smentita.
Alessandro Daffina - Amministratore Delegato di Rothschild & Co Italia
LA CARTA DI SALVINI PER CDP È IL BANCHIERE DAFFINA. MELONI SI OPPONE
Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per “il Foglio”
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Meloni ha il potere, Salvini un banchiere. La premier sa chi è il nuovo grande amico del suo vice? Sta per scadere, ad aprile, il mandato di Dario Scannapieco come ad di Cdp e il segretario della Lega ha ora un nome per sostituirlo. Vuole replicare lo schema Enel, indicare un ad che, come Flavio Cattaneo, Meloni avrebbe difficoltà a bocciare. La nomina cade prima delle europee a rapporti di forza ancora invariati. Pochi giorni prima di Natale, a Roma, c’è stato un incontro tra Salvini e Cattaneo, favorito dal presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Alessandro Daffina
Sulla porta c’era un invitato d’onore. Era il “banchiere della gioventù”, ex militante del Fuan, Alessandro Daffina, capo di Rothschild Italia. E’ lui la “carta matta” di Salvini. Sono rimaste due grandi partecipate di stato, due partecipate su cui ancora Salvini può dire la sua. La prima è Cdp, la seconda è Ferrovie.
L’ad di Cdp è Scannapieco […] L’ad di Ferrovie è Luigi Ferraris. Il Foglio aveva già scritto sia di Cdp sia di Ferrovie e raccontato le intenzioni di Meloni. […] Per Ferrovie la premier ha sempre pensato […] che un manager come Ferraris sia la figura migliore per gestire la privatizzazione. Su Cdp c’è una novità. Vuole conservare. L’idea iniziale di sostituire Scannapieco è tramontata. Lo conferma, alla Camera, chi è vicino al sottosegretario Fazzolari: “Su Cdp, a oggi, l’intenzione è confermare Scannapieco”.
dario scannapieco flavio cattaneo
Si ripeterebbe quanto accaduto, con successo, in Poste ed Eni. La nomina spetta a Meloni ma la deve concertare con il Mef, con il suo ministro Giancarlo Giorgetti, e con gli alleati. Le partecipate, oltre a fare cassa, attraverso la cessione di quote, sono aziende che permettono l’avvio del Piano Mattei garantendo oltre 5 miliardi e mezzo di investimenti in Africa. Scannapieco offrirebbe a Meloni continuità e lealtà. Ma cosa resta a Salvini?
luigi ferraris premio guido carli 2023 1
A dicembre […] si è mosso […] e ha incontrato il suo “candidato” da opporre a Scannapieco. Lo ha fatto insieme a Flavio Cattaneo, ad di Enel. […] Quando Salvini era in difficoltà, quando tutti davano per fatta la nomina dell’ex ad di Terna, Donnarumma, a capo di Enel, il leader della Lega, d’intesa con Gianni Letta e lo scomparso Silvio Berlusconi, scompaginò la partita delle nomine perché, diceva rivolgendosi a Meloni, “vediamo se ha il coraggio di dire no a uno come Cattaneo”. E infatti, Meloni non lo ha detto.
ALESSANDRO DAFFINA
Caddero teste. Raccontano che una di queste ebbe il coraggio di presentarsi da Fazzolari, a Palazzo Chigi, lamentando la carriera rovinata per sentirsi rispondere da Fazzolari: “Mi perdoni, ma lei quanto ha guadagnato finora? Sa quanto guadagna un sottosegretario, un premier, che prende decisioni che hanno rilevanza nazionale? Se conosce la risposta sa pure che la nostra conversazione è finita”.
ignazio la russa giorgia meloni antonio tajani
Oltre a Cattaneo, venne nominato presidente di Enel, Paolo Scaroni. Salvini è ora convinto di avere trovato un altro Cattaneo in Daffina, uno che Meloni conosce come lo conosce il suo partito. Daffina è oggi a capo di Rothschild italia, la banca d’investimenti dove ha lavorato il presidente francese Macron, ma in passato è stato vicino a Gianfranco Fini.
DARIO SCANNAPIECO
Al governo ha una sponda con La Russa. Da ragazzo ha militato nel Fuan. Perché Salvini vuole sostenerlo? Perché ha bisogno, ripete, di un “altro manager nelle partecipate” e perché l’operazione Daffina, direbbe Arianna Meloni, è una classica azione per “far saltare i nervi”. A destra si fa ormai una distinzione tra quella vecchia destra, quella di Fini, La Russa, e la nuova, quella di Meloni e Fazzolari.
giorgia meloni marcello de angelis
Daffina è più vicino alla prima. Il suo nome compare a pagina 64 del libro di Bisignani-Madron “I potenti al tempo di Giorgia”. Daffina, in quel libro, viene collegato a Marcello De Angelis, ex direttore del Secolo, ex responsabile della comunicazione del governatore Rocca, di cui Daffina sarebbe “amico”. Salvini sta in pratica scegliendo l’omeopatia: vuole combattere Meloni con una parte antica di Meloni. Se Salvini, per la guida di Cdp, dovesse farle il nome di Daffina, un banchiere che lavora Rothschild, di destra, Meloni che fa? E’ certa di poter rispondere che un amico di Draghi vale più di un fratello del Fuan?