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antonella polimeni
Domanda dell’intervistatrice alla rettrice (è tutto al femminile, quindi andiamo bene, siamo corretti): “Lei ha tempo per avere hobby?” Risposta della neo-rettrice ice ice Antonella Polimeni: “Leggere e viaggiare”. Solo che, dice “i viaggi adesso non si possono fare, … mi pesa tantissimo non poterne fare ora”.
E quindi, a questo punto, un lettore si immagina che la neo-rettrice ice ice si sia buttata sulla sua seconda grande passione: la lettura. L’ultimo libro che ha letto, le chiede, infatti, l’intervistatrice? “Oddio, negli ultimi due mesi non ho letto molto...” risponde la neo-rettrice ice ice… e già qui precipitiamo nel perfetto stile “Milanese imbruttito” (ué, c’ho avuto da fare, a laurà). Non le viene in mente niente. “Non ricorda?”, chiede l’intervistatrice, stupefatta? Pian piano, qualcosa riemerge dal vissuto, dall’Erlebnis ?… “Sì, sì, l’ultimo saggio di Gianrico Carofiglio, un saggino” (saggino? Sarà saggetto, semmai), “un libro piccolino, adesso proprio non mi ricordo il titolo”: piccolo e manco ricorda il titolo.
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A voi sembra un rettore o un calciatore che, sorridendo, cerca di ricordare qualcosa? Ma non disperiamo, perché la neo-rettrice ice ice ha un maître à penser di riferimento, volevo ben dire. Chi è? Foucault? Baumann? No, no, è proprio lui, il giallista de noantri: “Praticamente ho letto quasi tutti i libri di Carofiglio. Lo ritengo un uomo di una grande intelligenza. Uno dei punti del mio progetto da rettrice riguarda proprio questo”: chi, Carofiglio?.
Ecco allora un estratto del pensiero del maître à penser della neo-rettrice ice ice, che è uno “scienziato”, diciamo: “Contro l’isteria collettiva – scriveva tronfio Carofiglio il 26 febbraio 2020- comunico che: ho viaggiato in aereo senza mascherina, sono andato in metropolitana, ho preso parte a una affollata presentazione di un libro”, un suo libro: chissà se c’era anche la neo-rettrice ice ice?
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Sentiamo un altro passaggio del nuovo del maître à penser della Sapienza: “Che belle le manifestazioni, basta che non ci siano quei sudati di destra”.
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Comprendiamo che per chi ha scritto solo Manuale di terapia miofunzionale (con P. Cozza e De Toffol, 2002); Laser e odontoiatria pediatrica (con K. Roly, 2012); Odontoiatria pediatrica (2012) e Patologia degli organi di senso (con G. Iannetti, R. Filipo, P. Pivetti, 2014) era difficile partire da Martin Heidegger!
Ma nessuno è obbligato a fare il rettore (scusi, la rettrice ice ice), nemmeno se eletta on-line, di una delle maggiori università del mondo: le ricordiamo, fondata nel 1303 da Bonifacio VIII come Studium Urbis.
Una rettrice che non ha mai letto un libro Carofiglio a parte (e questo poteva proprio non leggerlo), e che elenca la lettura tra gli “hobby”, ricorda un po’ il premier Conte per il quale gli artisti sono “quelli che ci fanno tanto ridere”. Come i professori alla Conte e alla Polimeni.
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ANTONELLA POLIMENI
Alessandra Arachi per il Corriere della Sera
Antonella Polimeni: rettore o rettrice?
«Rettrice, la Crusca ci dice rettrice».
E il cuore?
«Rettrice, rettrice, decliniamo così».
La prima rettrice donna dell' università di Roma della Sapienza, la più grande università d' Europa, in 717 anni della sua storia. Le pesa questo ruolo?
«Mentirei se dicessi il contrario. Sapienza è una storia illustre dove sono passati personaggi pazzeschi. È un' eredità complessa da raccogliere».
Lei ha fatto tutta la sua carriera all' interno della Sapienza, giusto? Fin da quando era studentessa al primo anno della facoltà di medicina?
«Quasi tutta. Dal 1991 al '95 sono stata all' università di Tor Vergata dove avevo vinto un concorso. Poi sono tornata alla Sapienza».
Diventare rettrice era un suo obiettivo?
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«Ho fatto un percorso istituzionale dentro l' università, lungo venticinque anni. Sono diventata preside di Medicina e Odontoiatria, ho lavorato nel Consiglio di amministrazione.
Ho messo la mia formazione a disposizione, la mia esperienza».
Ma se lo era posto come obiettivo di diventare rettrice?
«No, non esattamente».
E invece adesso è la rettrice del più grande ateneo d' Europa, la prima donna...
«E anche il primo rettore eletto al primo turno, almeno andando a memoria negli ultimi trent' anni, non ricordo altri rettori eletti al primo turno. Numeri alla mano».
Numeri alti. Si potrebbe dire che con il 60,7 per cento di preferenze ha sbaragliato gli avversari.
«Numeri alti, sì».
Emozionata?
«Direi una bugia se negassi. L' emozione è un sentimento importante, viene con la consapevolezza. Del resto...».
Del resto?
«Diffido delle persone che non si emozionano».
Lei però viene descritta come una persona molto forte, molto ligia al dovere: è vero che arriva in ufficio tutti i giorni alle sette del mattino?
carofiglio
«Sono mattiniera, sì».
E pretende che i suoi collaboratori facciano lo stesso?
«Beh, così imparano che l' impegno paga.
Comunque non sempre alle sette, anche alle sette e mezza...».
Persino alle otto?
«Anche alle otto. Ma non li chiami collaboratori».
E come allora: allievi?
«Meglio definirli compagni di viaggio. Per me sono compagni di viaggio, la mia seconda famiglia. Sento di essere cresciuta insieme con loro».
Dichiarazione di Carofiglio
Ora con questa sua elezione avranno capito quanto l' impegno paga.
«Credo lo avessero capito già».
La sua seconda famiglia: passa più tempo con loro che con la prima...
«Forse sì».
E che dice la sua prima famiglia. Lei ha un marito economista , vero?
«Vero, ho anche due figli che hanno seguito più la linea paterna nel lavoro».
Nessuno dei due ha scelto la strada della medicina come la madre?
«Di più. Lorenzo, 28 anni, si è laureato proprio alla Bocconi e già lavora da alcuni anni. Adesso è in smart working per via del Covid, ma è da sette anni che è andato a vivere a Milano».
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L' altro figlio?
«L' altra figlia, Sofia, 25 anni. Si è laureata alla Luiss in Scienze politiche e relazioni internazionali, laurea presa in inglese, come Lorenzo».
Lei ha tempo per avere hobby?
«Leggere e viaggiare».
I viaggi adesso non si possono fare, per lei magari non cambia, non avrebbe avuto il tempo di farne.
«Oh no, mi pesa tantissimo non poterne fare ora, con mio marito abbiamo sempre trovato il tempo per viaggiare anche quando i bambini erano piccoli. Loro poi sono figli dell' Erasmus e sono stati in Olanda, in Spagna, negli Stati Uniti, in Canada».
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Il suo ultimo viaggio?
«In Indonesia».
Il più bello?
«Direi il Sud Africa per tutta la sua grandiosità. Ma preferisco aggiungere il viaggio in Cambogia».
L' ultimo libro che ha letto?
«Oddio, negli ultimi due mesi non ho letto molto...».
Non ricorda?
«Sì, sì, l' ultimo saggio di Gianrico Carofiglio, un saggino, un libro piccolino, adesso proprio non mi ricordo il titolo, lo possiamo guardare?».
Lo guarderemo. Ha letto altri libri di Carofiglio?
«Praticamente quasi tutti. Lo ritengo un uomo di una grande intelligenza. Uno dei punti del mio progetto da rettrice riguarda proprio questo».
Carofiglio?
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«No, la lettura, le sale lettura. Gli spazi sociali per gli studenti. Come preside di Medicina li ho già realizzati. L' ultimo è stato inaugurato il 9 novembre, proprio il giorno prima che iniziassero le votazioni per il nuovo rettore».
Adesso non si possono utilizzare.
«Aspettiamo la fine di questa emergenza. Nel frattempo a Medicina abbiamo fatto anche un progetto di raccolta fondi proprio per il Covid».
Tanti progetti. Qual è quello che ha realizzato con la facoltà più antitetica alla sua?
«Nessuno».
Nessuno?
«Nel senso che non penso ci siano facoltà che abbiano caratteristiche antitetiche alla mia».
Non capisco...
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«Basta leggere il mio programma».
Diciotto punti.
«Insieme per progettare il futuro. Insieme c' è lo spirito di attraversare i confini. Non esistono discipline, ma problemi e il problema necessita soluzione».
Tra i punti del suo programma c' è anche l' ascolto, di tutti.
«L' ascolto attivo».
Vuol dire che ascolterà tutti? Sono quasi 120 mila soltanto gli studenti.
«Ce la metterò tutta».
La prima rettrice donna della Sapienza ha privilegiato la presenza di donne fra i suoi allievi?
«No, no, tra i miei compagni di viaggio c' è decisamente una composizione mista.
La mia filosofia è comunque trasversale».
Trasversali anche i complimenti che le sono arrivati dai partiti politici: glieli hanno fatti a trecentosessanta gradi.
«Ah sì? non ho avuto il tempo di leggerli tutti».
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Ne ha letto qualcuno?
«Diciamo che gli ultimi due giorni sono stati un inferno, il telefono che squillava in continuazione».
A proposito di telefono, la prima telefonata che ha fatto dopo l' elezione?
«A casa. Dove c' erano mio marito e i miei figli».
E la seconda?
«Ho chiamato le mie due sorelle più piccole».
Anche loro sulla strada della medicina?
«No no, una è insegnante, un' altra lavora in una struttura amministrativa».
E a lei come è venuta la voglia di fare medicina?
«Da mio padre, era un medico. Un gastroenterologo, poi medico internista».
Quindi la specializzazione in odontoiatria da dove arriva?
«Non sono specializzata in odontoiatria, ma in odontostomatologia. Ovvero mi occupo soprattutto di bambini, molti con malformazioni, disabilità. Anche se io lo dico in maniera diversa».
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Come lo dice?
«Io dico che al Policlinico Umberto primo di Roma mi occupo di bambini con bisogni speciali, con patologie oro cranio facciali».
Adesso si occuperà di «bambini grandi», quasi 120 mila studenti dell' università più grande d' Europa. Essere la prima rettrice donna che segnale può essere per le nuove studentesse? Che le donne valgono?
«Certo. E che le donne danno il loro miglior contributo nelle istituzioni».
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