Mariella Bussolati per "it.businessinsider.com"
PIPI
Può capitare a tutti. Di notte improvvisamente ci si sveglia e si corre in bagno. Per molte persone però diventa una abitudine: ogni notte si alzano da una a tre volte per fare pipì. Proprio non riescono a trattenerla fino al mattino.
Ma quello che potrebbe sembrare solo una abitudinediversa dal solito, in realtà è una patologia che viene chiamata nicturia. Un nuovo studio della Rand Corporation, una organizzazione internazionale di ricerca e politica, ha rivelato che le visite frequenti hanno un costo economico: 44,4 miliardi di dollari all’anno negli Stati Uniti, dove chi ne è affetto sono 27,5 milioni di persone – ovvero il 12,5 per cento dei lavoratori – 13,7 miliardi in Giappone, 8,4 in Germania, 5,9 in Inghilterra, 3 in Spagna. Non sono cifre irrisorie. Patologie molto più gravi hanno costi superiori, ma in proporzione non elevati: gli infarti 275 miliardi miliardi all’anno, l’obesità 210, il diabete 90.
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La nicturia infatti può avere un effetto negativo sullo stato di salute, ma anche sulla produttività al lavoro, il che si traduce con un impatto sul prodotto interno lordo. Quella che può essere considerata una semplice operazione per liberarsi la vescica, infatti può avere molte conseguenze.
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Prima di tutto disturba il sonno, il che significa che se la situazione si protrae, il sistema cardiovascolare e quello cognitivo possono essere influenzati. Inoltre, visto che di notte non siamo sempre presenti, c’è un alto rischio di cadute e fratture. Le persone che ne sono affette dunque possono rimanere più assenti dal lavoro e in media perdono sette giorni lavorativi all’anno.
trattenere la pipì fa male
La popolazione italiana che ha questo problema è circa il 24,7 per cento, e ha un’età che va dai 25 ai 75 anni. Non è infatti una patologia da anziani, ma tutti ne possono soffrire, anche se è più frequente nelle donne e in chi ha più di 45 anni di età. I dati per l’Italia non sono stati forniti, ma poiché in Inghilterra chi ne soffre è il 14 per cento, ovvero circa la metà di noi, possiamo immaginare che il costo per l’economia italiana si aggiri intorno agli 8 miliardi di euro.
Le cause della minzione notturna possono essere molte. Prima di tutto la cistite batterica e le infezioni da clamidia (che colpisce il 5 per cento degli italiani), problemi alla prostata, diabete e patologie cardiovascolari, polmonari, renali e il morbo di Parkinson. Anche alcuni stati psichiatrici possono contribuire.
pipi in compagnia 1
Ci sono poi casi specifici, e temporanei come l’abuso di alcool, la gravidanza avanzata, l’eccesso di assunzione di liquidi di sera o assunzione di alcuni farmaci, o una dieta troppo salata.
La maggior parte delle persone urina dalle quattro alle sette volte nel corso del giorno. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communication nel 2012, la ragione per cui non si va di notte è dovuta alla presenza di una proteina che determina quanta urina può essere immagazzinata dalla vescica, e che viene controllata dall’orologio biologico. In pratica nelle ore notturne il meccanismo di regolazione fa in modo che la capacità della vescica cresca.
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Ma anche il coricarsi riduce la pressione del liquido sugli organi addominali e quando si dorme la sensibilità decresce ulteriormente. E’ però una cosa che si impara, e non è un caso se i bambini spesso si bagnano nel letto, anche se questo accade soprattutto per problemi di sviluppo, psicologici, ma anche genetici: quelli che lo fanno di solito hanno un parente che aveva lo stesso problema.
mentre pisciava al los charlie mentre fa pipi alla arena di los angeles
In realtà c’è una differenza: loro, di solito, si svegliano dopo, non prima, della minzione. E infatti in questo caso si parla di enuresi.
Secondo una indagine condotta da Vitality, una compagnia assicurativa inglese, su lavoratori di tutto il mondo, le persone che evacuano di notte riportano vari disagi: una minore energia vitale, in media il 2 per cento in meno, meno coinvolgimento sul lavoro, del tutto simili a chi soffre di ipertensione, asma problemi ai reni.
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In pratica, trattare questo problema come qualcosa che può accadere, senza cercare di risolverlo, potrebbe essere un errore.
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