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    LA PACCHIA PER GLI OLIGARCHI RUSSI IN ITALIA È FINITA - L’UE SANZIONA ALTRI 26 MILIARDARI VICINI A PUTIN: SARANNO SEQUESTRATI LORO TUTTI GLI ASSET E NON POTRANNO PIÙ VIAGGIARE IN EUROPA. TRA I NOMI DEL NUOVO GIRO DI SANZIONI CI SONO ANCHE ALCUNI OLIGARCHI CHE HANNO FATTO SHOPPING NEL NOSTRO PAESE. COME IL GRANDE CAPO DI ROSNEFT, IGOR SECHIN. CHE HA COMPRATO LA VILLA DELLA CONTESSA VACCA AUGUSTA A PORTOFINO, SCATENANDO UN CASINO PER LA RISTRUTTURAZIONE…


     
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    villa altachiara portofino 7 villa altachiara portofino 7

    1 - PORTOFINO, POLEMICHE SU LAVORI IN CORSO A VILLA ALTACHIARA

    (ANSA) - GENOVA, 15 FEB - Torna a far parlare di sé Villa Altachiara, la residenza costruita dal conte di Carnavon incastonata sul promontorio di Portofino teatro della misteriosa morte della contessa Francesca Vacca Agusta avvenuta nel 2001.

     

    Eduard Khudaynatov Eduard Khudaynatov

    Oggi le polemiche riguardano la ristrutturazione e taglio delle alberature commissionati dal magnate russo Eduard Khudaynatov che nel 2015 acquistò la villa per oltre 25 milioni di euro. Il capogruppo regionale di Linea Condivisa Giovanni Pastorino ha presentato un'interpellanza in Consiglio regionale per denunciare che i lavori in corso rischiano di "comportare una devastazione dell'ambiente e delle sue ricchezze naturalistiche ed ecosistemiche protette all'interno di Rete Natura 2000 e dalle norme a tutela del Parco nazionale di Portofino.

     

    "A seguito della vendita della villa nell'ex Parco regionale di Portofino sono stati effettuati numerosi tagli di alberi e arbusti, è stato effettuato un ingente movimento terra e sono stati costruiti muri in cemento - denuncia Pastorino - Sarebbe prevista la posa di tubazioni e cavi elettrici al di sotto della strada già esistente ma questo non giustificherebbe lo scempio documentato dagli ambientalisti.

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    E pare siano previsti lavori per la realizzazione di un ascensore che condurrebbe direttamente alla villa partendo da Portofino e che questo comporterebbe lavori oltre che per la realizzazione del pozzo dell'ascensore anche del tunnel per raggiungerlo e, verosimilmente, un parcheggio sotterraneo vicino al tunnel.

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    Tutto questo appare incompatibile con la delicatezza del sito dove possono essere causati movimenti franosi o intercettate sorgenti o falde - ha concluso - e ove si potrebbe compromettere l'attuale paesaggio".

     

    L'assessore regionale ai Parchi Alessandro Piana ha replicato: "l'Ente Parco ha rilasciato alcuni nullaosta per gli interventi in corso di realizzazione e le autorizzazioni e i permessi di costruire sono di competenza del Comune di Portofino, che deve controllare la corretta esecuzione degli interventi".

     

     

    2 . Sechin, Usmanov, Fridman: l’Unione europea blocca gli asset e vieta i viaggi degli oligarchi più attivi in Italia

    Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

     

    Facevano bene, ad avere paura. Ieri sera – 28 febbraio del 2022 – l’Unione europea ha aggiunto 26 oligarchi alla lista di sanzioni in tutto simili a quelle americane, che prevedono cioè il sequestro di tutti gli asset e il divieto di viaggio in Europa: una misura gravissima che adesso riguarderà altri nomi davvero top del Putin’s circle, Alisher Usmanov, Mikhail Fridman, Pyotr Aven, Alexei Mordashov, Igor Sechin, il violoncellista Sergei Roldugin, ritenuto da molti uno dei prestanome personali di Vladimir Putin.

     

    alisher usmanov. alisher usmanov.

    Il documento europeo è molto importante perché da oggi, di diritto, queste persone non possono più mettere piede nei paesi dell’Unione europea, a meno che qualche singolo governo – o gli organizzatori di eventi privati, ma a questo mettendosi loro stessi a rischio e pericolo – decida di chiudere tutti e due gli occhi disapplicando e sanzioni.

     

    Il testo della norma fornisce identikit e profili, e dà definizioni degli oligarchi che, fino a poco tempo fa, comportavano il rischio concreto di cause legali per chi avesse definito così questi uomini del potere economico e quasi statuale del regime di Putin.

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    Alisher Usmanov, per esempio, viene definito testualmente: «È un oligarca filo-Cremlino con legami particolarmente stretti con il presidente russo Vladimir Putin». Etichetta per cui in passato Usmanov minacciava querele. «Alisher Usmanov – scrive il Consiglio europeo – è un oligarca filo-Cremlino con legami particolarmente stretti con il presidente russo Vladimir Putin. È stato indicato come uno degli oligarchi preferiti di Vladimir Putin.

     

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    È considerato uno degli uomini d'affari-funzionari russi, a cui è stato affidato il servizio di flussi finanziari, ma le loro posizioni dipendono dalla volontà del presidente. Usmanov si è schierato come front del presidente Putin e ha risolto i suoi problemi di affari.

     

    Secondo i FinCEN files, ha pagato 6 milioni di dollari all'influente consigliere di Vladimir Putin, Valentin Yumashev. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia e ex presidente e primo ministro della Russia, ha beneficiato dell'uso personale di residenze di lusso controllate dal signor Usmanov. Pertanto ha attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell'annessione della Crimea e della destabilizzazione dell'Ucraina».

     

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    Usmanov ha interessi enormi che spaziano dei minerali ai social media all'editoria. Attivissimo in Italia, Si considera "un filantropo, non un oligarca"

     

    Usmanov ha interessi in società di minerale di ferro e acciaio, media e Internet. La sua più grande partecipazione è il gigante dell'acciaio Metalloinvest: «Quando Usmanov ha preso il controllo del quotidiano economico Kommersant, la libertà della redazione è stata ridotta e il giornale ha assunto una posizione manifestamente pro-Cremlino.

     

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    Kommersant, sotto la proprietà di Usmanov, ha pubblicato un articolo propagandista anti-ucraino di Dmitry Medvedev, in cui l'ex presidente della Russia sosteneva che non aveva senso impegnarsi in colloqui con le attuali autorità ucraine, che a suo avviso erano sotto il diretto controllo straniero. Pertanto ha sostenuto attivamente le politiche di destabilizzazione dell'Ucraina del governo russo».

     

    Inutile ricordare che Usmanov trascorre solitamente tre o quattro mesi estivi in Sardegna, ha fatto feste faraoniche in costume veneziano con ospiti italiani (tra cui Silvio Berlusconi, dal quale a un certo punto voleva comprare il Milan, poi per un periodo puntò sull’Arsenal), finanziò il restauro di una parte molto ampia dl Campidoglio, ha donato fondi alla Sardegna per il Covid, ha sempre detto «sono un filantropo, non un oligarca». Usmanov è attualmente insignito di onorificenza della repubblica italiana.

     

    mikhail fridman mikhail fridman

    Piotr Aven, comproprietario di Alpha Bank, viene definito «uno dei circa 50 ricchi uomini d'affari russi che si incontrano regolarmente con Vladimir Putin al Cremlino. Non opera indipendentemente dalle richieste del Presidente. (...) è anche noto per essere un amico personale particolarmente intimo del capo dei Rosneft Igor Sechin, un alleato chiave di Putin.

     

    gennady n. timchenko e vladimir putin gennady n. timchenko e vladimir putin

    La figlia maggiore di Vladimir Putin, Maria, ha gestito un progetto di beneficenza, Alfa-Endo, finanziato da Alfa Bank». Nel 2018 Aven assieme a Mikhail Fridman andò a Washington in una missione non ufficiale per trasmettere un messaggio del governo russo sulle sanzioni statunitensi, e sulle contro-sanzioni della Federazione Russa. Nessun dubbio per l’Ue che sia una figura statuale del Cremlino. Di Mikhail Fridman, il fondatore e presidente di Apha Bank, si dice che «è riuscito a coltivare forti legami con l'amministrazione di Vladimir Putin e è stato indicato come uno dei massimi finanziatori russi e facilitatore della cerchia ristretta di Putin. Riuscì ad acquisire beni statali attraverso collegamenti con il governo».

    gennady timchenko gennady timchenko

     

    Gennady Timchenko, amico di Putin dia tempi della Cooperativa Ozero, fondatore di Volga Group, è anche sanzionato per essere uno dei principali azionisti di Bank Rossiya, che ha avuto un ruolo centrale nell’annessione della Crimea, e «ha importanti partecipazioni nel National Media Group, che a sua volta controlla le stazioni televisive che supportano attivamente le politiche di destabilizzazione dell'Ucraina del governo russo». Un percorso parallelo è quello di Alexey Mordaschov, che con il suo SeverGroup è in Bank Rossiya, e ne condivide le avventure belliche e propagandistiche. Un sistema in cui – secondo questo documento Ue – tutto letteralmente si tiene.

    DMITRIJ PESKOV DMITRIJ PESKOV

     

    Nelle sanzioni (dopo che già erano state inserite Maria Zakharova, portavoce degli Esteri, e Margarita Simonyan, capa di RT) viene inserito il propagandista in capo del Cremlino, Dmitry Peskov, e l’Europa mette agli atti che è ha mentito ripetutamente favorendo la guerra, per esempio «ha affermato, contrariamente ai fatti, che non c'erano truppe russe nel Donbass.

     

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    Ha anche trasmesso il messaggio che le sanzioni occidentali non hanno alcun effetto reale sulla Russia. Ha minacciato che la Russia avrebbe emesso contro-sanzioni in risposta». Cose che possono sembrare banali, ma che quando venivano scritte da reporter erano spesso contestatissime e fonti di attacchi dalla Russia ai giornali (tra i propagandisti viene colpito anche Tigran Keosayan, anchorman del talk guerrafondaio e anti-ucraino “International Sawmill with Tigran Keosayan”, e Olga Skabeyeva, che tiene il talk politico più famoso della Russia, “60 minutes”, sulla tv Rossiya-1, di un altro oligarca chiave, Yuri Kovalchuk).

     

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    È rilevante che si colpiscano con le misure più rigide anche Irek Faizullin, membro del board delle Ferrovie russe, una società colpevole di aver aiutato attivamente la logistica per la guerra: «Sia il personale militare che l'equipaggiamento militare delle forze armate russe sono stati trasportati nelle aree vicino al confine ucraino dalle ferrovie russe di cui Faizullin è membro del consiglio di amministrazione».

     

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    Un capitolo a parte merita Igor Sechin, il capo di Rosneft, di cui si sa tutto. Ex del Kgb, ex portaborse di Putin a San Pietroburgo, ospite fisso in Italia del Forum eurasiatico italo-russo di Verona (quello organizzato da Antonio Fallico, il capo di Banca Intesa Russia), a rigore Sechin non può più mettere piede in Europa da ieri. L’Ue dice però due cose nuove: uno, il carburante per la guerra in Crimea fu pagato da Rosneft Aero, una sussidiaria di Rosnfet. E due, «la Rosneft di Igor Sechin è stata coinvolta nel finanziamento dei vigneti del complesso del palazzo vicino a Gelendzhik, considerato utilizzato personalmente dal presidente Putin». Ossia il celebre palazzo di Putin raccontato nell’ultima inchiesta di Alexey Navalny, prima di finire in carcere. «Pertanto – conclude l’Europa – Sechin  ha attivamente sostenuto materialmente o finanziariamente e ha beneficiato dei decisori russi responsabili dell'annessione della Crimea e della destabilizzazione dell'Ucraina».

     

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