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Antonio Fraschilla per la Repubblica - Estratti
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
L’affaire Mes, con il voto in Parlamento contrario alla ratifica del salva banche, agita il governo e la maggioranza: tra timori di contromosse dell’Europa, le difficoltà del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che sosteneva il trattato ed è stato sconfessato - sfiduciato, traduce unanime l’opposizione - da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ma anche Forza Italia che rischia l’implosione, con una fuga già iniziata tra gli azzurri a Bruxelles in vista delle prossime elezioni all’Europarlamento.
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GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI
Il tema resta adesso la reazione dell’Europa allo strappo, considerando che l’Italia è l’unico Paese dell’euro a non avere ratificato la riforma del trattato studiata per salvare le banche in caso di crisi. Anche su questo fronte Salvini getta acqua sul fuoco: «L’economia italiana è solida, cresciamo di più dei francesi e dei tedeschi. Il Mes era uno strumento inutile, non utilizzato, superato, dannoso. La Lega ha sempre avuto la stessa idea da dieci anni a questa parte, abbiamo sempre votato nella stessa maniera e il governo ha avuto una maggioranza compatta. L’astensione di FI era ampiamente comunicata e non rappresenta nessun problema».
s-fascio tutto io - poster by macondo
Ma proprio in Forza Italia si sta aprendo una crisi profonda. Molti deputati erano assenti al momento del voto e l’astensione come risultato ha prodotto la «certificazione dell’irrilevanza sia del partito in Parlamento sia della linea portata avanti dal segretario Antonio Tajani, una linea schiacciata su Meloni», dice un autorevole esponente azzurro di Montecitorio.
In queste ore nessun forzista, neanche tra quelli che spingevano per il sì alla ratifica, vuole commentare la scelta dell’astensione e la spaccatura in Parlamento, se non per dire che in fondo è comprensibile l’atteggiamento della presidente del Consiglio. La verità è che dietro ai silenzi sulla bocciatura del Mes, ci sono tatticismi. Molti forzisti temono infatti per il loro futuro politico, paventando una implosione del partito con una «Meloni che garantirebbe solo Tajani e il suo cerchio magico», in caso di debacle della lista degli azzurri alle elezioni europee.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
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IL MINISTRO PARAFULMINE NELLA MORSA LEGA-FDI “NON MI TIRO INDIETRO” MA TEME RITORSIONI UE
Antonio Fraschilla, Giuseppe Colombo per la Repubblica - Estratti
(...) Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è preso un giorno di pausa per riflettere e gestire le tensioni che si è trovato addosso dopo la bocciatura del Mes in Parlamento, con la consapevolezza che ora dalla Ue possano arrivare ripercussioni. Non nasconde timori su eventuali ripicche, non ne ha fatto mistero. Ragiona: è alto il rischio, la pagheremo cara in Europa. Dalle prossime nomine fino all’idea sul tavolo delle Cancellerie di procedere con un Mes a 19, senza Roma.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
È lui il parafulmine non solo delle opposizioni che chiedono le sue dimissioni, ma anche dei veleni dentro la maggioranza. Dal cerchio magico di Giorgia Meloni trapela un certo malcontento per la gestione del dossier da parte del ministro: «Non era sul pezzo, ha sottovalutato Salvini, il suo segretario di partito», dicono. E da FdI scaricano sul Carroccio qualsiasi considerazione sul suo futuro: «Giorgetti gode della fiducia incondizionata della Meloni, ma il problema ce l’ha all’interno della Lega ». Come dire, è Salvini a indebolire il suo ministro che voleva ratificare il Mes, mentre un pezzo della Lega brinda per la bocciatura, a partire da Claudio Borghi che vaneggia il ritorno alla lira.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
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Un altro messaggio, fatto arrivare da Palazzo Chigi ai meloniani in Parlamento, è che il Mes comunque potrà essere ridiscusso con l’Ue dopo le elezioni europee. Una suggestione più che un impegno concreto, anche un modo per provare a parare i colpi dopo la strigliata all’Italia arrivata dall’Eurogruppo. Ma il fardello è sempre caricato su Giorgetti. Nuova grana, stesso spartito. Alla fine, con scrollar di spalle, ha condiviso con Salvini che il no al Mes potrà essere assorbito dai mercati che guardano più ai fondamentali dell’economia. I problemi possono invece arrivare dall’Europa, nonostante il ministro possa contare ancora su buoni rapporti.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Anche con Pierre Gramegna, il direttore esecutivo del Meccanismo europeo di stabilità. Si parlano in italiano, muy confidential . Ma non basterà a difendersi dalle spiegazioni che i suoi colleghi europei gli chiederanno alla prossima riunione dell’Ecofin, il 15 gennaio.
I timori del ministro sono rivolti alle partite politiche, al costo che l’Italia potrebbe essere costretta a pagare per il Mes, col rischio paventato di una ritorsione contro il nostro Paese.
antonio tajani intervistato su fox news
A partire dalla postura che gli altri Paesi europei avranno su alcune caselle, facendo leva sul disimpegno sul Mes. Il primo rischio è quello di perdere la corsa per ospitare a Roma la sede dell’Agenzia europea antiriciclaggio. Dopo essere usciti con le ossa rotte dalla partita per la guida della Bei. Ma nei pesi e contrappesi, Giorgetti sull’altro lato della bilancia ha collocato il nuovo Patto di stabilità: poteva andare decisamente peggio, se fosse passata del tutto la linea della Germania. Ma almeno sul Patto il mite ministro ha avuto un sussulto.
antonio tajani intervistato su fox news
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