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    LA PARABOLA DEGLI EX COMUNISTI: SEMPRE DALLA PARTE OPPOSTA DEL PROLETARIATO – PIETRO TIDEI, IL SINDACO HOT DI SANTA MARINELLA, FACEVA VIVERE LA FAMIGLIA DEL SUO FACTOTUM, BASHKIM KURTAJ, IN UNO SGABUZZINO DI TRENTA METRI QUADRATI SENZA FINESTRE, CON DUE MATERASSI BUTTATI A TERRA – “LA VERITÀ” PUBBLICA IL VIDEO DELL’ALLOGGIO: “CHE COSA FARÀ ADESSO IL PARTITO DEMOCRATICO? ROMPERÀ FINALMENTE L’OSTINATO SILENZIO SULLE IMPRESE DI QUESTO SUO STORICO ESPONENTE O DOBBIAMO RITENERE CHE PER I SEDICENTI PROGRESSISTI SIA TUTTO A POSTO?”


     
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    Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”

     

    PIETRO TIDEI PIETRO TIDEI

    Viene dal Partito comunista italiano, il partito dei lavoratori per antonomasia, ha cercato di assumere aumm aumm il nipote di un «compagno», ma in realtà sembra proprio che il sindaco hot di Santa Marinella, Pietro Tidei, proprietario di un grande patrimonio immobiliare, abbia più l’indole del latifondista in stile Via col vento che del paladino del proletariato.

     

    Su Internet si trova ancora un filmato in cui una telecamera spazia sulla tenuta da decine di ettari del politico dem con in sottofondo la musichetta del telefilm anni ’80 Dallas. Lì per più di due lustri ha svolto la mansione di factotum part-time Bashkim Kurtaj, cinquantatreenne ex poliziotto albanese, il cui racconto assomiglia più al film 12 anno schiavo che a Berlinguer ti voglio bene.

     

    L ALLOGGIO DI BASHKIM KURTAJ, IL FACTOTUM DI PIETRO TIDEI L ALLOGGIO DI BASHKIM KURTAJ, IL FACTOTUM DI PIETRO TIDEI

    Pure la moglie Mira sarebbe stata sfruttata e, a un certo punto, entrambi avevano fatto armi e bagagli e se ne erano andati, lasciandosi dietro più di incomprensioni. Forse anche per questo Tidei, ripreso a sua insaputa dalle telecamere della Procura di Civitavecchia, intenta a indagare su una presunta corruzione ai danni del primo cittadino, aveva dedicato alla coppia frasi razziste come queste: «Bashkim è stato un mascalzone. Più che lui è stata la moglie. Una mandria di mascalzoni. Se rigirava mi moje… poi mi moje ci piagneva… comunque vabbè, mo va via e pazienza […]. L’hanno cacciato pure dalla Polizia perché rubava. Quindi voglio di’ non è che era uno… poi capirai, in Albania rubano tutti».

     

    A inizio ottobre Bashkim, ferito da queste parole, aveva deciso di replicare e ci aveva raccontato che Tidei aveva fatto vivere lui e la sua famiglia in una stamberga di «trenta metri quadrati, senza finestre o comfort». «I miei figli per quasi dieci anni hanno dormito nell’intercapedine della casa, quella costruita per isolare l’immobile dall’umidità» ci aveva detto. E aveva aggiunto: «Abbiamo fatto una vita da bestie. Era come essere in una cella».

    Bashkim Kurtaj Bashkim Kurtaj

     

    […] Il «compagno» Tidei […] aveva replicato da par suo: «Per facilitare il lavoro, abitando la mia famiglia in campagna abbiamo messo a disposizione della famiglia Kurtay un alloggio di cui disponevamo per consentire a questa famiglia di abitare sul posto». E aveva specificato: «La famiglia Kurtay non ha mai pagato affitto, bollette per le utenze, né altro ancora, perché la disponibilità dell'abitazione si intendeva compensata da piccoli lavoretti a casa Tidei».

     

    Un cambio merce per i servigi prestati da Bashkim decisamente irricevibile anche perché il contratto della coniuge, anche lei, secondo i Kurtaj, sottopagata («il contratto era, inizialmente, per 25 ore settimanali, poi per 36, ma mia moglie ne lavorava 50-60» spiega Bashkim), prevedeva «un appartamento a uso abitativo con incluso il consumo delle utenze».

     

    lo sgabuzzino dove pietro tidei faceva vivere la famiglia del factotum bashkim kurtaj 1 lo sgabuzzino dove pietro tidei faceva vivere la famiglia del factotum bashkim kurtaj 1

    Adesso Kurtaj e signora sono assistiti dall’avvocato Giancarlo Tortorici che sta verificando tutte le eventuali mancanze dell’ex datore di lavoro della coppia. Ma prima che un giudice si esprima sulla questione noi possiamo mostrare in anteprima ai lettori in che tugurio dormissero i figli, un maschio e una femmina dei due lavoratori albanesi: uno sgabuzzino a forma di «L» con appoggiati per terra due materassini. Intorno gli oggetti che di solito si tengono in un ripostiglio.

     

    Insomma, uno di quei disimpegni o cunicoli che solo nelle zone di guerra, nelle favelas o in certi centri profughi abbiamo visti adattati a stanze. «Nonostante io abbia tinteggiato di bianco quel piccolo spazio si notano ancora le macchie dell’umidità e la feritoia da cui entrava l’aria» sottolinea oggi Bashkim. Che descrive un ambiente insalubre che non può aver giovato alla crescita dei suoi ragazzi.

     

    Bashkim Kurtaj Bashkim Kurtaj

    Le condizioni […]  non sono giustificabili ed esigono una risposta prima di tutto politica: se quel bugigattolo è stato davvero la camera da letto di due bambini diventati lì dentro adolescenti, che cosa ha da dire il sindaco a propria discolpa? Un uomo, che si autodefinisce di sinistra, può far vivere degli esseri umani dentro a uno stambugio, magari solo perché sono stranieri? Che cosa farà adesso Tidei? Ci gratificherà con un altro dei suoi chilometrici post? Oppure chiederà scusa? E il Partito democratico? Romperà finalmente l’ostinato silenzio, immaginiamo imbarazzato, sulle imprese di questo suo storico esponente o dobbiamo ritenere che per i sedicenti progressisti sia tutto a posto?

     

    Anche perché c’è pure un’altra questione che può essere utile rendere pubblica e che emerge dai racconti di Bashkim. «Un giorno Tidei mi chiese di acquistare una scheda telefonica a me intestata da consegnargli. Diceva che aveva perso la sua, anche se non mi era chiaro perché non potesse comprarsene una da solo. Quando gliela portai mi accorsi, però, che lui parlava normalmente al telefono e che su Whatsapp il profilo collegato al suo vecchio numero era attivo».

     

    E allora? «Allora non ci badai, ma adesso, dopo che in questa storia di Santa Marinella ho sentito citare tante cose che non mi sono piaciute, nomi di famiglie di Ostia, ho deciso […] di approfondire questo episodio per capire che uso sia stato fatto di quella tessera, visto che non voglio avere brutte sorprese». […]

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