Estratto dell'articolo di F.B. per il “Corriere della Sera”
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Una decina di ingiunzioni di sfratto sarebbero state inviate, a Capri, agli inquilini di immobili che la parrocchia di Santo Stefano possiede sull’isola. L’avviso avrebbe raggiunto sia famiglie a basso reddito che associazioni impegnate in attività sociali.
A sollevare la questione è una nota dell’Unione nazionale consumatori che ha scritto al parroco don Pasquale Irolla — dal quale non è giunta ancora conferma dell’iniziativa — invitandolo a ritornare sui suoi passi e a tener conto che negli appartamenti di proprietà della parrocchia abitano famiglie in condizioni economiche precarie, per le quali sarebbe estremamente difficile trovare una soluzione alternativa, a maggior ragione in un momento come questo, in cui a Capri si sta vivendo una vera emergenza casa dovuta alla scelta sempre più diffusa da parte dei proprietari di investire nel mercato del B&B, decisamente più redditizio rispetto ai contratti di affitto a uso abitativo a lungo termine.
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La carenza di appartamenti accessibili agli isolani sta provocando un inedito fenomeno di pendolarismo al contrario: non sono infatti pochi i capresi che nell’ultimo anno si sono trasferiti a vivere a Napoli e che raggiungono l’isola per lavorare. Le proprietà di cui dispone la parrocchia di Santo Stefano sono per lo più frutto di donazioni proprio con lo scopo di offrire alloggi a chi non ha le possibilità economiche per sostenere i prezzi del mercato immobiliare, ma l’Unione consumatori paventa l’eventualità che anche la «Chiesa miri ora a entrare nel giro degli affitti turistici e che per questo motivo stia cercando di liberare gli appartamenti», che in alcuni casi si trovano in zone di grande pregio come la Piazzetta o Marina Grande. [...]
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