Maria Teresa Cometto per il “Corriere Economia - Corriere della Sera”
la la land di damien chazelle 1
Sono sempre più lontani i gusti del pubblico americano da quelli dell' Accademia che premia con gli Oscar i migliori film dell' anno. Nel 2016 al botteghino il campione d' incassi è stato ancora una volta la Walt Disney guidata da Bob Iger: con il colossal Rogue one: a Star wars story e le altre quattro pellicole nominate non nella categoria «miglior film» ha incassato 1.707 milioni di dollari negli Usa, 4.277 milioni nel mondo.
la la land di damien chazelle con emma stone e ryan gosling
Ma la statuetta più prestigiosa andrà, secondo le scommesse dei bookmaker, a La La Land della casa cinematografica Lionsgate, che è in lizza con altri due titoli per lo stesso premio - La battaglia di Hacksaw Ridge e Hell or High Water - e in tutto ha un record di 26 nomination, ma solo 281 milioni di dollari incassati al botteghino delle sale americane.
Big e fratellini
hacksaw ridge
Investitori e analisti di Wall Street guardano comunque con il massimo interesse a Lionsgate, lo studio indipendente che non fa parte dei sei major - Disney, Warner Bros (Time Warner), 20th Century Fox (Fox), Universal (Comcast), Columbia (Sony) e Paramount (Viacom) - già attivi negli anni Trenta e Quaranta, l' epoca d' oro di Hollywood.
hacksaw ridge mel gibson
Fondato vent' anni fa a Vancouver, in Canada, dall' uomo d' affari di origini italiane Frank Giustra, Lionsgate ora ha sede in California a Santa Monica. È cresciuto scommettendo su film che nessuno voleva produrre e invece hanno avuto un grade successo, come la serie Hunger games , e con una serie di acquisizioni, guidate dal 2000 in poi dall' amministratore delegato Jon Feltheimer, newyorkese di Brooklyn. L' ultima - costata 4,4 miliardi di dollari e chiusa lo scorso dicembre - è stata quella di Starz, operatore di canali tv premium via cavo che faceva parte dell' impero mediatico di John Malone e che è all' avanguardia nei servizi di streaming, l' offerta diretta di contenuti via internet agli abbonati.
comancheria hell or high water
Outsider
Come fronteggiare la concorrenza dei video in streaming è proprio uno dei grandi problemi sul tappeto a Hollywood. E il fatto che quest' anno per la prima volta nella storia degli Oscar una società di video streaming, Amazon studios, abbia ottenuto una nomina come miglior film dimostra quanto rapidamente i nuovi protagonisti digitali stanno insidiando il primato dei vecchi major .
comancheria hell or high water
Gli Amazon studios di Jeff Bezos sono infatti i distributori in America di Manchester by the Sea , prodotto dalla piccola casa cinematografica Roadside attractions che, fra l' altro, è posseduta al 43% ancora da Lionsgate. Anche Netflix è in gara per un Oscar, ma nella categoria dei documentari (dove è in lizza l' italiano Fuocoammare ) con 13th , una denuncia sull' incarcerazione di massa degli afro-americani.
La strategia digitale di Iger alla Disney prevede invece accordi con un' ampia gamma di distributori di contenuti. Il prossimo, secondo indiscrezioni di mercato, dovrebbe essere con YouTube di Google (Alphabet): si tratterebbe di un pacchetto di canali tv del gruppo Disney, fra cui Espn e Abc, offerto con un nuovo servizio entro quest' anno.
comancheria hell or high water
Su una piattaforma digitale punta anche il gruppo Fox per distribuire in streaming i suoi contenuti. Al cinema la casa di produzione della famiglia Murdoch ha ottenuto il miglior risultato d' incassi in America fra i nove film nominati per l' Oscar: Il diritto di contare , la storia vera di tre afro-americane, geni della matematica, alla Nasa negli anni Sessanta, ha infatti battuto La La Land con 132 milioni di dollari incassati nelle sale Usa contro i 126 milioni della favola interpretata da Ryan Gosling ed Emma Stone.
Ma per raggiungere il pubblico a casa, Fox ha stretto un accordo con Hulu, un servizio di streaming (di cui è azionista al 30%) che sta crescendo in popolarità fra i giovani americani, in concorrenza con Neflix.
l'amministratore delegato di time warner jeff bewkes
Chi compra chi
Time Warner ha ottenuto un aumento dell' 11% del fatturato nell' ultimo trimestre grazie soprattutto al buon andamento della sua casa cinematografica Warner Bros, che ha prodotto film di successo come Animali fantastici e dove trovarli , candidato agli Oscar solo per la scenografia e i migliori costumi.
Le sue azioni sono schizzate all' insù in Borsa (+52% nell' ultimo anno) perché ha accettato di farsi comprare per 85 miliardi di dollari dal gigante telecom At&t, un' operazione però ancora al vaglio delle autorità antitrust sia in America sia in Europa. Anche in questo caso l' idea è di sposare la produzione e distribuzione dei contenuti nel modo più accattivante per il pubblico e più redditizio per chi offre il pacchetto.
TIME WARNER
I film e i programmi tv di Time Warner - fra i quali spicca il network Hbo - andrebbero ad arricchire la gamma di prodotti di At&t, che già comprende la telefonia cellulare e fissa, internet e la tv via satellite di DirectTV, comprata nel 2015. Ma la fusione non sembra piacere a Trump, su cui secondo il Financial times sta facendo pressione anche l' amico Rupert Murdoch perché non l' approvi.
grand tour di amazon prime video 5
Al secondo posto per numero di nomination agli Oscar, 18, c' è Paramount, in gara con Barriere e Arrival per il miglior film. Il gruppo Viacom, che controlla questo studio e numerose reti tv, è appena emerso da una lunga battaglia per l' eredità del fondatore Sumner Redstone, vinta dalla figlia Shari. Il nuovo ceo Bob Bakish sta riorganizzando le sue attività, focalizzandosi sui marchi forti del gruppo (Nickelodeon, Nick Jr., Mtv, Comedy central, Bet e Spike): ognuno lancerà un film all' anno con Paramount.
AMAZON STUDIOS
Fra gli esperimenti più originali di ricerca di collaborazione fra il mondo lineare di cinema e tv e il mondo digitale, si segnala quello di Comcast, operatore via cavo che controlla Universal e la tv Nbc: ha investito 200 milioni di dollari in BuzzFeed, il sito di social news & entertainment famoso per gli articoli in forma di lista; ora produrrà una serie di documentari basati sulle inchieste di un reporter dello stesso BuzzFeed.
Un altro segno di come i confini fra cinema, tv e digitale siano sempre più confusi.