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    TAGLIARE LA TESTA AI TORY – LA PARTITA PER LA SUCCESSIONE A BORIS JOHNSON SARÀ UNA SFIDA TRA RISHI SUNAK E LA MINISTRA DEL COMMERCIO, PENNY MORDAUNT – OGGI POMERIGGIO C’È STATA LA PRIMA SCREMATURA: IL GRUPPO PARLAMENTARE CONSERVATORE HA ELIMINATO I CANDIDATI CHE NON ERANO IN GRADO DI RACCOGLIERE ALMENO 30 SOSTENITORI, E SONO RIMASTI IN SEI. MA SOLO IN TRE HANNO QUALCHE SPERANZA: SUNAK, MORDAUNT E LA MINISTRA DEGLI ESTERI LIZ TRUSS – IL DISCORSO DI BORIS JOHNSON ALLA CAMERA: “LASCIO A TESTA ALTA”


     
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    Alessandro Logroscino per l’ANSA

     

    rishi sunak. rishi sunak.

    Cadono una dopo l'altra, come nel romanzo di Agatha Christie, le teste dei 'dieci piccoli indiani' candidati a succedere a Boris Johnson nei panni di leader della maggioranza Tory e premier futuro del Regno Unito.

     

    Il primo degli scrutini del voto preliminare del gruppo parlamentare li ha ridotti già da 8 a 6, quattro donne e due soli uomini; mentre la corsa vera sembra ormai restringersi ai primi tre, tutti under 50: l'ex cancelliere dello Scacchiere 42enne Rishi Sunak, e due aspiranti neo lady di ferro del partito che fu di Margaret Thatcher, la 47enne ministra degli Esteri in carica, Liz Truss, e - per ora a sorpresa meglio di lei - la 49enne Penny Mordaunt, in passato prima donna titolare della Difesa nella storia britannica.

    penny mordaunt. penny mordaunt.

     

    La competizione, senza esclusione di colpi fin dall'inizio, nelle ultime ore si è fatta ancor più velenosa. Mentre alla Camera dei Comuni un BoJo a fine corsa ha affrontato il penultimo Question Time del suo triennio da primo ministro cercando di mostrare scampoli del vecchio piglio da tribuno e di tratteggiare una narrativa per i posteri diversa da quella d'un capo di governo travolto anzitempo da scandali, crisi e trame interne ai palazzi del potere.

     

    Rivendicando - di fronte agli attacchi, alle provocazioni e agli sfottò del leader laburista Keir Starmer - il diritto auto attribuito di uscire "a testa alta" dalla scena: avendo lasciato un Paese in crescita malgrado tutto (+0,5 per cento del Pil mensile a maggio, secondo l'ultimo dato superiore alle attese diffuso giusto oggi) e con 630.000 occupati in più dell'era pre-pandemia.

    rishi sunak rishi sunak

     

    Ma soprattutto avendo portato a compimento una Brexit che il profilo dei suoi eredi - giura - garantisce non sia affatto destinata a finire con lui; oltre ad aver assicurato all'Ucraina un sostegno "senza pari" fra gli alleati occidentali di fronte "all'aggressione di Vladimir Putin".

     

    Dossier destinati a essere ripresi nel segno della continuità politica, se non caratteriale, da chiunque lo rimpiazzerà il 5 settembre a Downing Street, ha sostenuto: esibendo la convinzione di rito che il Partito Conservatore alla fine saprà "riunirsi" dietro un nuovo (o nuova) leader. Prospettiva peraltro di là da venire, mentre al momento ci si dilania nello scontro fra pretendenti e rispettive truppe cammellate. In una sciarada di riposizionamenti, vendette e calcoli sulle poltrone condotta sopra o sotto il tavolo.

     

    BORIS JOHNSON BORIS JOHNSON

     

    L'iter elettorale interno, gestito dal Comitato 1922, ha intanto preso quota stasera con la liquidazione dei contendenti non in grado di raccogliere almeno 30 suffragi. Traguardo superato agilmente da Sunak (88 preferenze) e da Penny Mordaunt (67). Con Truss ferma a 50 e già costretta a cercare ora d'intercettare i pacchetti di voti 'dispersi' verso concorrenti con minori chance.

     

    Quelli degli outsider rimasti in corsa, come Kemi Badenoch, emergente viceministra di genitori nigeriani ben posizionata rispetto alle attese con 40 voti; come il presidente della commissione Esteri dei Comuni, Tom Tugendhat, issatosi a 37; o come l'attorney general Suella Braverman, arrivata a 32. Ma anche quelli dei due pezzi da 90 appena eliminati: Nadhim Zahawi, fermatosi a 25 voti; e Jeremy Hunt, il più anti-johnsoniano del lotto, relegato a quota 18 a un umiliante ottavo posto dopo esser stato solo 3 anni fa il rivale moderato numero uno di Boris.

     

    liz truss. liz truss.

    Domani e la settimana prossima si procederà a ulteriori scrutini, con l'esclusione da questo punto in poi dell'ultimo arrivato. Sino ad avere - tra eliminazioni e ritiri - due superstiti per il ballottaggio finale affidato al responso degli iscritti: da concludere attraverso un voto postale in tempo per la riapertura del Parlamento il 5 settembre, dopo la pausa estiva che scatta il 22 luglio.

     

    penny mordaunt. penny mordaunt.

    Un ballottaggio che i pronostici iniziali vedevano fra Sunak (brexiteer in grado di parlare anche alle correnti centriste del partito) e Truss (ex Remainer pentita sostenuta da pretoriani ultrà di BoJo come Jacob Rees-Mogg, che accusa l'ex cancelliere di "slealtà" o addirittura di "socialismo"). Ma in cui Mordaunt, portabandiera pro Brexit senza legami stretti con Johnson - nota per i trascorsi militari nella Royal Navy, le polemiche con i transgender e per aver partecipato in tv a 'Splash', reality show per tuffatori vip - potrebbe fare bingo, se non verrà stoppata prima nel gioco delle votazioni parlamentari. Essendo, sondaggi alla mano, capofila nei favori della base

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