Giampiero Valenza per “il Messaggero”
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Se in questo periodo ci troviamo a controllare per troppe volte se abbiamo chiuso a la macchina o se si fa il saliscendi dalle scale perché non ricordiamo di aver dato le doppie mandate alla porta di casa, probabilmente è il caso di fermarsi e capire che cosa sta accadendo. La ripetizione di queste abitudini che, in qualche modo, minano la libertà quotidiana può diventare il segnale di una patologia, il disturbo ossessivo-compulsivo (conosciuto in sigla come Doc).
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Il coronavirus e l' ansia di essere infettato sembra aver fatto emergere (o aggravare) questo tipo di disagio. Capace di paralizzare la persona su pensieri focalizzati o su comportamenti ripetitivi. Sembra impossibile sottrarsi. Una ricerca condotta all' Ospedale San Raffaele di Milano e pubblicata sulla rivista scientifica Brain, Behavior, and Immunity, svolta su 402 pazienti che si sono curati per Covid-19, ha dimostrato come più di uno su 2 (il 56%), una volta guarito, ha avuto almeno un disturbo psichiatrico.
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LO STRESS La sindrome post-traumatica da stress si è palesata nel 28% dei pazienti, la depressione nel 31%, l' ansia nel 42%, l' insonnia nel 40%, i sintomi ossessivo-compulsivi nel 20% (dunque, hanno coinvolto una persona guarita ogni cinque).
Il disturbo, dunque, è comparso in chi è stato guarito ma anche in chi, dal virus, non è stato affatto sfiorato. È stata l' ansia generalizzata a scatenare il malessere. I numeri che testimoniano come il Covid possa indirettamente aver coinvolto anche la psiche non riguardano, infatti, solo chi ha avuto il tampone positivo ma anche chi ha rispettato le regole del distanziamento sociale e che non è stato contagiato.
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KAISER FAMILY Secondo una ricerca della Kaiser Family Foundation (un' organizzazione Usa senza scopo di lucro con sede a san Francisco) quattro adulti su dieci (il 39%), hanno affermato che lo stress legato al Covid ha avuto un impatto negativo sulla loro salute mentale. Tra questi, il 12% ha riportato come questo impatto sia stato molto importante.
«I caratteri più frequenti del disturbo ossessivo-compulsivo sono i pensieri intrusivi, che continuano ad esserci malgrado una persona non li voglia, e i comportamenti non desiderati, con i rituali di controllo o di pulizia spiega Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto soccorso psicologico Roma Est Si tratta di pensieri che in origine sono stati utili per diminuire l' ansia e che con il tempo hanno portato a caratteristiche depressive.
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Tra gli esempi di disturbo ossessivo compulsivo più frequenti, per esempio, ci sono quelli del controllo ripetuto della chiusura del gas come l' ordine maniacale nei cassetti. I rituali di pulizia, invece, ci sono quelli legati ad alcune azioni, tra cui il lavare più volte le mani. Certo, ora lavarsi le mani è qualcosa di consigliabile, secondo quanto previsto dalle direttive anti-Covid, ma prima era una caratteristica solo dell' ossessivo-compulsivo. In sostanza, parliamo di comportamenti ripetitivi al di là di una certa logica».
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IL LETTINO Oggi con il Covid, paure e fobie possono essere dietro l' angolo e sono arrivate, nel corso di questi mesi, tutte sul lettino dello psicoterapeuta. Tra le paure (che hanno un' origine razionale), ci sono quelle di essere contagiati, che la pandemia «duri all' infinito» o che un familiare possa essere «ricoverato» e che non lo si possa più vedere. Le fobie, invece, partono da elementi di irrazionalità.
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«Ci sono persone che non vogliono vedere più nessuno perché ritengono che qualsiasi contatto possa diventare pericoloso. In questo caso la paura diventa una fobia», aggiunge Lanari.