Giovanna Vitale per “la Repubblica”
salvini putin conte
L'escalation del Cremlino contro l'Italia non è una sorpresa. L'attacco durissimo che il ministro degli Esteri russo ha scagliato venerdì contro gli ultimi due esecutivi - Conte bis e Draghi - accusati di essere «servili e miopi», oltre che dal basso «carattere morale », unito al messaggio trasversale lanciato ieri per denunciare la campagna antirussa sui media tricolori, addirittura le discriminazioni subite dai cittadini di Mosca, sono il segnale di una controffensiva mirata a far esplodere le contraddizioni in seno a un Paese e a una maggioranza di governo non sempre granitici nel condannare l'aggressione militare di Putin all'Ucraina.
IL VIAGGIO DI SALVINI A MOSCA BY ELLEKAPPA
Abitati anzi da esponenti di primo piano, politici e giornalistici - dal leader della Lega Matteo Salvini ad alcuni conduttori dei principali talk show - inclini a manovrare di sponda con lo zar, indulgendo sulle sue ragioni e insistendo sulla necessità di accoglierne le richieste, pur di far cessare la guerra che sta incendiando il Vecchio Continente.
Un giochino che tuttavia la fermezza del premier Draghi e le iniziative del Copasir (che ha acceso un faro sui programmi Rai sensibili alle ragioni del Cremlino) hanno portato allo scoperto. Facendo irritare i russi. «Sono nervosi perché hanno capito che l'Italia, considerata da sempre un Paese amico, non è più manovrabile come un tempo né come loro credevano che fosse», spiega un qualificato analista del settore.
MARIO DRAGHI JOE BIDEN
Il ventre molle d'Europa, in sostanza, si sta rivelando meno cedevole e più resistente del previsto. Non esattamente una buona notizia per chi contava su di noi per far breccia nell'opinione pubblica europea e rompere l'isolamento di Mosca.
Difatti, secondo chi la materia la maneggia da sempre, è soprattutto uno l'aspetto che sta irritando l'entourage di Putin. Legato, appunto, alla penetrazione della disinformazione sulla Tv pubblica italiana, non più efficace come all'inizio del conflitto.
MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI
Nei primi due mesi, non c'era trasmissione in cui non fosse presente un rappresentante del governo russo, anche sotto mentite spoglie, a perorare la causa di Mosca. Adesso, invece, non solo accade molto meno, ma in alcuni programmi - vedi in particolare la puntata di Report del 9 maggio, dedicata alla controversa spedizione russa mascherata da aiuto anti-Covid - vengono esplicitamente additati i metodi utilizzati da Putin per spiare e infiltrare l'Italia. Un attacco che finisce per smentire in modo palese la propaganda, costruita dal Cremlino, dell'Italia amica della Russia. Contro cui reagire con la stessa forza, denunciando attraverso il report ministeriale «un'aperta campagna anti-russa da parte dei media italiani ». Utile pure a fini interni.
Olga Kurlaeva CORRADO FORMIGLI
Secondo gli analisti, l'avvertimento sarebbe infatti diretto anche all'ambasciata moscovita di stanza a Roma. Gli uomini di Putin vogliono capire perché prima erano i diplomatici capitanati da Sergey Razov a "gestire" e di fatto imporre gli ospiti russi nella Tv di Stato italiana, mentre oggi la loro presenza si è diradata sin quasi a scomparire.
È scritto chiaramente in un passaggio del documento diffuso su Facebook: «I connazionali sono preoccupati per il limitato accesso ai media russi in Italia e, di conseguenza, per la mancanza di informazioni obiettive sulla politica e sulle azioni della Russia nel quadro dell'operazione militare speciale, che è particolarmente significativa nel contesto della pressione propagandistica dell'Occidente ».
NADANA FRIDRIKHSON E PETR FEDOROV (1)
Per il governo di Mosca «la trasmissione di informazioni sugli eventi viene effettuata esclusivamente sulla base di fonti occidentali o ucraine» e «questo approccio parziale ha un'influenza chiave sull'atteggiamento degli italiani nei confronti dei cittadini russi che vivono in Italia, così come degli immigrati di lingua russa dall'ex Unione Sovietica». Eccolo il punto dolente, che ha mandato in tilt il Cremlino. «La verità è che la dottrina Gerasimov per cui la guerra si combatte anche in modo non tradizionale, attraverso la disinformazione, sta mostrando la corda», conclude un esperto dei Servizi. «La fermezza di Draghi, insieme alle contromisure adottate dal Copasir, l'hanno svelata agli occhi degli italiani. E i russi non riescono ad accettarlo».
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