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    “LA PICCOLA FORTUNA UCCISA DAL VICINO DI CASA PERCHE’ SI RIBELLO’ AGLI ABUSI”. IN MANETTE IL PRESUNTO PEDOFILO - E’ STATA UNA AMICHETTA DELLA VITTIMA A RACCONTARE TUTTO AGLI INQUIRENTI: “LEI LO HA PRESO A CALCI E POI LUI L’HA BUTTATA GIU’. MIA MADRE MI HA DETTO CHE ERA UN SEGRETO. QUELL’UOMO MI VIOLENTAVA TUTTI I GIORNI” - L’IRA DELLA MADRE DI FORTUNA: “CHI SAPEVA HA PREFERITO L’OMERTA’ - SALVINI: “LA GALERA NON BASTA, CASTRAZIONE CHIMICA”


     
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    mamma di fortuna mamma di fortuna

    1. LA VERITA’ SU FORTUNA

    Conchita Sannino per “la Repubblica”

     

    Né orchi né streghe. Nulla di fantasy in questa realtà di cupo, tollerato degrado. Solo azioni «inumane». Lei, Chicca, 6 anni, agitava le gambine e lo prendeva a calci, mentre lui tentava per l’ennesima volta di abusarla, in pieno giorno, in cima alle scale di uno dei lugubri isolati del “ghetto” Parco Verde, a Caivano.

     

    Lei, Chicca, si dimenava mentre lui, Titò, padre delle sue migliori amichette del palazzo, inferocito per la resistenza opposta, la prendeva «e la gettava giù». Giù dall’ottavo piano, venticinque metri. Fino a quel volo mortale e al sangue di un’innocente sull’asfalto.

     

    Un delitto avvenuto sotto gli occhi di un’altra bimba, di 9 anni, e della mamma di lei. La stessa madre che poi avrebbe chiesto ossessivamente, alla primogenita sotto choc di mantenere “il segreto”. Ma il patto di omertà è stato infranto dal lavoro dei carabinieri e della Procura di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco con l’aggiunto Domenico Airoma. Il martirio di Chicca, alla fine, è stato vendicato dalla voce e dalle confessioni delle sue compagne di gioco. Con l’arresto di ieri.

     

    papa' di fortuna tatuaggio papa' di fortuna tatuaggio

    Ecco cosa c’era dietro l’omicidio di Fortuna Loffredo, detta Chicca, avvenuto il 24 giugno del 2014, nell’hinterland di Napoli. Il suo carnefice, per l’accusa, è Raimondo Caputo, 43 anni, soprannome Titò: è accusato di omicidio e violenze aggravate a danno della bimba uccisa e di stupro su altre tre bambine, figlie della convivente. Chicca è stata «barbaramente assassinata — scrive il gip Alessandro Buccino Grimaldi — solo ed esclusivamente perché», di fronte alla reiterata violenza, «aveva osato opporsi».

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    I militari gli hanno notificato in carcere la misura: Caputo era infatti già detenuto perché sospettato di un altro abuso, ai domiciliari da gennaio c’è anche la sua compagna Marianna Fabozzi, 32 anni, ritenuta «inerte e passiva ». E ieri proprio contro la sua casa si scatena l’odio di sconosciuti con una molotov lanciata sulle finestre. Resta invece ancora avvolta di sospetti la morte dell’altro bimbo, un altro figlio di Marianna, caduto giù in circostanze misteriose da quel palazzo: si chiamava Antonio Giglio, indaga Napoli e non si escludono sviluppi.

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    Raggelante la sequenza di depistaggi e tentativi di inquinare le indagini ad opera di interi nuclei familiari. «Quadro profondamente allarmante», sottolinea il procuratore capo, Greco. E Airoma: «Gli adulti ostacolavano, i piccoli hanno permesso una svolta, contro strati di omertosa indifferenza e colpevole connivenza». «Devono marcire in galera» commenta ora la madre di Chicca, Domenica Guardato. Reazioni da tutto il mondo politico.

     

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    La Lega va all’attacco: «Per questo verme la galera non basta: castrazione chimica e lavori forzati, fino alla fine dei suoi miseri giorni », scrive Matteo Salvini. Ma anche Stefano Pedica del Pd: «Parlo a titolo personale. Chi ha abusato e ucciso la piccola Fortuna meriterebbe la pena di morte».

     

    2. “TITÒ LE STAVA ADDOSSO LEI LO HA PRESO A CALCI E POI LUI L’HA GETTATA GIÙ”

    Conchita Sannino per “la Repubblica”

     

    «E ho visto che lui la buttava giù». Undici anni, testimone d’accusa. «Quindi, ricostruiamo, tesoro mio. Ricorda bene, tesoro, questo passaggio è molto importante». Dicono proprio così la pm della Procura di Aversa, Claudia Maone, e la psicoterapeuta Rosetta, glielo faranno ripetere più volte. Con dolcezza, pazienza e un senso di protezione che servirà a rendere giustizia alla piccola Fortuna detta Chicca, uccisa a sei anni. Accusato di omicidio e di complessive quattro violenze su minori, è Raimondo Caputo, il vicino.

     

    «L’ha buttata giù dal terrazzo», accusa Anna, nel racconto di morte e orrore che sono le 130 pagine dell’ordinanza. Una sua sorellina di 4 anni, Claudia, stessi abusi, tratteggia serpenti e artigli» nei disegni all’esame dei pm, e dice «gli uomini hanno tutti i serpenti». Anna, la maggiore, aveva 9 anni quando tutto è accaduto, oggi 11. Il suo vero nome, forse l’unica cosa che di autentico resta di una famiglia da cancellare, va protetto. Come quello degli altri minori, qui nel doppio ruolo di vittime per eccellenza e preziosi testimoni.

     

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    “LUI STAVA ADDOSSO, LEI DAVA I CALCI”

    Verbale del 23 marzo scorso, reso da Anna in un istituto dove ormai vive con le sorelline e dove «lentamente stanno rifiorendo». La testimonianza di Anna presenta «elementi assolutamente illuminanti ed inoppugnabili»: decisivi, anche perché uniti alla mole di indizi raccolti dai carabinieri coordinati dal colonnello Rino Coppola e dal capitano Pierangelo Ianniccola. Pm: «Senti, sappiamo che tu e Maria avevate parlato della morte di Chicca. Maria dice che le hai svelato una cosa» Anna: «Sì» Psicologa: «Cosa le hai detto, dai».

     

    A.: « Stavamo a casa (è l’appartamento della nonna, isolato 3, ndr). Mia mamma in cucina. Io stavo lavando per terra. Chicca è venuta a bussare alla porta. Mi ha detto: vuoi giocare? Io ho detto: aspe’ sto lavando per terra. Si è seduta, ha detto “mi fanno male scarpe”, usciva a cambiarle e risaliva».

     

    Pm: «Quindi c’eri tu e poi, chi?» A.: «Mamma, Chicca, Raimondo».

    Pm: «Poi? Chicca con chi è uscita?» A.: «Con Caputo Raimondo».

     

    Pm: «E poi? Dove vanno?» A.: «Sono saliti su» Pm: «Li hai visti da sola?» A.: «No, stava anche mia mamma. E poi abbiamo visto che lui la buttava giù».

    Psicologa: «Tesoro. Tu cosa vedi all’ottavo piano? Cosa facevano?» A.: «La violentava».

    bimba cade da balcone e muore nel napoletano bimba cade da balcone e muore nel napoletano

     

    Psicologa: «Che significa, amore? Dove stava Chicca, come?» A.: «Stava sdraiata. Anche lui sdraiato e si buttava addosso».

    Pm: «E Chicca cosa faceva?» A.: «Gli dava i calci».

    Psicologa: «E poi che fanno?» A.: «Poi lui la prende in braccio e la butta giù. L’ho visto che entrava in quel cancello (che delimita il terrazzo di copertura, ndr) ». Pm: «Quindi non l’hai visto proprio?»

    A: «Ho sentito le urla. Poi (dopo il tonfo sordo, la morte, ndr), poi siamo scese tutte giù, e la mamma di Chicca è svenuta».

     

    “MAGARI UCCIDEVA PURE ME”

    Si riprende dallo stesso verbale. Psicologa: «Tu ci hai già detto. Ma a te, ti ha violentato poche volte?» A.: «Tutti i giorni! (...) Mamma si dimenticava la borsa a casa. Lui diceva: accompagnami a casa (...)».

    Pm. «Ma è mai successo che lui abbia parlato di Chicca e abbia detto?» A.: «Sì, quando mi violentava. Ha detto: “Sì, ho ucciso io a Chicca”».

    Psicologa: «Perché lo diceva?» A.: «Non lo so. Ero spaventata. E poi ha scoperto i microspini in casa e lui li ha buttati via».

    Pm: «Le microspie?» A.: «Sì, quelli che mettono le guardie ». Un’altra impressionante intercettazione tra Anna e la madre rivela che la bimba dice: «Meno male ma’ che non sono andata la’ sopra, quello uccideva pure a me». E la donna, compagna del carnefice : «E però io uccidevo pure a lui».

    il funerale di fortuna loffredo a caivano il funerale di fortuna loffredo a caivano

     

    “TENUTA AL SEGRETO”

    Anna era «tenuta al segreto», per gli inquirenti, sia dalla nonna, sia dalle «martellanti pressioni della mamma». In un’occasione la donna inveisce contro Anna, dice che «parla troppo», perché a causa sua emergono le contraddizioni con le altre versioni. Poi, ancora contro la bimba: «Io sono mamma di quattro figli, guarda che ci stai facendo passare».

     

    “LUI AVEVA TIMORE DEL DNA”

    Agli atti, anche la conversazione in cui «emerge il timore di Caputo, in merito al fatto che sul corpo di Fortuna- Chicca gli inquirenti avessero potuto rinvenire tracce biologiche a sè riconducibili». Per minimizzare, lui con la compagna dice: «Vuoi vedere che là sopra.. c’è il sudore... il sudore mio». E in un altro dialogo: «Eh, ma forse la traccia di quando io le diedi un morso sulla gamba».

     

    LA SCARPETTA NASCOSTA

    Raggelante e omertosa la condotta di una vicina di casa: Rachele D., il cui appartamento all’ottavo piano confina col terrazzo della morte. Lei «ha rinvenuto la scarpetta destra della bimba, all’evidenza persa dalla povera Chicca mentre subiva il feroce assalto», scrive il pm. Ma la donna «se n’è disfatta al fine di non essere in alcun modo coinvolta». Rachele parla col figlio e infatti svela: «Eh, ‘o fatto d’’a scarpetella... Io l’ho buttata io, non lo voglio dire a nessuno, perché sono venute le guardie e volevano la scarpetella da qua, da me».

    fortuna loffredo fortuna loffredo

    “ORA LA VERITÀ, DEVE PAGARE”

    Anna, da quando è stata allontanata dalla famiglia, «coltiva un diario segreto», scrivono i pm. Su quelle pagine, ad aprile, ha scritto: «Finalmente ho detto la verità, sono più tranquilla, sono felice, lui deve pagare per quello che ha fatto».

     

     

    3. L'IRA DELLA MADRE

    Stella Cervasio per “la Repubblica”

     

    «Devono dargli l’ergastolo, come quello che sto scontando io da quando ho perso mia figlia. Fin dal primo giorno ho sentito che me l’avevano ammazzata. Oggi ho avuto giustizia, ma mi bastava riavere mia figlia viva, anche se su una sedia a rotelle».

     

    Domenica Loffredo ha il volto di ragazza segnato da due anni di lacrime ma si muove lenta come una persona anziana. Il 24 giugno 2014 sua figlia Fortuna, per tutti quelli che le volevano bene “Chicca”, un angelo biondo e vivace di 6 anni, volò da un balcone del palazzo dove abitava. Non si capì neppure da quale piano. Da allora Mimma non si dava pace, chiedeva aiuto ai vicini per cercare testimoni, ma si scontrava con un muro di omertà. A poche ore dall’arresto del presunto colpevole, sembra serena.

    fortuna chicca loffredo fortuna chicca loffredo

     

    Che cosa ha pensato quando ha saputo dell’arresto?

    «Che c’è giustizia per la mia bambina. Ma purtroppo so anche nessuno è buono in questo posto, perché nessuno ha sentito e nessuno ha parlato. A che serve avere giustizia se la mia bambina non tornerà più? Da una parte provo rabbia e dall’altra sono soddisfatta: chi ha ammazzato mia figlia almeno ora ha un volto».

     

    Un anno prima un altro bambino di quella coppia è volato dal balcone. Non nacquero dei sospetti in voi?

    «Pensammo a un incidente. Avevamo vissuto tranquillamente, come buoni vicini, abitando nello stesso palazzo, io al sesto e lei, Marianna Fabozzi, al settimo piano. Non c’era mai stato niente di sospetto».

     

    Sua figlia non le aveva mai raccontato niente di ciò che accadeva in quella casa?

    era vittima di abusi la bambina morta a caivano cadendo dal balcone era vittima di abusi la bambina morta a caivano cadendo dal balcone

    «Se me l’avesse detto, io come madre avrei tagliato la testa di quella donna».

     

    Lei era in buoni rapporti anche con il suo compagno, arrestato stamattina?

    «No, con lui no, non c’era nessun dialogo. Era stato molto tempo in carcere».

     

    Lei dice di aver sentito dal primo momento che non si era trattato di un incidente, che sua figlia non era caduta né si era buttata, perché sospettava di Caputo?

    «C’era qualcosa che non andava in quella casa anche se lei si mostrava amica. Soffriva di nervi, diceva di essere depressa, affidava sempre le figlie alla madre, lei abitava da un’altra parte con il compagno, ma veniva spesso qui».

     

    Pensa ci sia un collegamento tra la drammatica vicenda di Fortuna e quella di Antonio Giglio, volato dal balcone un anno prima?

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    «Non so dirlo, ma mi faccio tante domande. Mi devo occupare di mia figlia adesso, però. Quella donna credo che sappia tutto. È sporca. Per me non è una donna e non è neanche madre ».

     

    Ora che cosa farà?

    «Non lo so. Per adesso resto qui a Caivano. Devo capire tante cose. Stanno nascendo molte discussioni all’interno del palazzo: dopo che mia figlia è morta, si è aperto un pozzo nero, e vengono fuori tante brutte cose. Da lassù è lei che mi dà la forza di continuare a lottare e andare avanti ».

    domenica guardato, 27 anni, madre di fortuna, 6 anni domenica guardato, 27 anni, madre di fortuna, 6 anni

     

    Lei si è trasferita in una regione del nord, pensa di tornare?

    «Me ne sono andata proprio per i miei figli, perché potessero vivere in un posto migliore. Quando avrò finito qui, me ne vado di corsa. E do lo stesso consiglio agli altri: ciascuno si guardi i propri figli».

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