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    CAPITALE TOSSICA – LA PINETA DI TOR BELLA MONACA, NELLA PERIFERIA EST DI ROMA, È DIVENTATA UNA ZONA FRANCA PER I TOSSICODIPENDENTI – DECINE DI PERSONE DA OGNI ANGOLO DELLA CITTA' TUTTI I GIORNI RICEVONO DALLA CROCE ROSSA IL KIT CON SIRINGA, ACQUA DISTILLATA E SALVIETTE PER TAMPONARE IL BUCO E TRANQUILLAMENTE SI INIETTANO EROINA E COCAINA – SPIEGANO I VOLONTARI: “NON SIAMO CERTO NOI A SPINGERE AL CONSUMO, ANZI. SI CHIAMA RIDUZIONE DEL DANNO”


     
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    Estratto dall'articolo di Romina Marceca per “la Repubblica – Edizione Roma”

     

    volontario nel camper che assiste i tossicodipendenti a tor bella monaca volontario nel camper che assiste i tossicodipendenti a tor bella monaca

    Alle 10 nella "pinetina", come chiamano questo spiazzale di via Tor Bella Monaca circondato dai pini, ci sono già sette auto posteggiate e formano un cerchio sotto gli alberi popolati di cicale. È un girone di dannati: dentro non ci sono coppie appartate ma Giulio, Flavia, Vincenzo, Valerio, Laura, Simone e Pasquale che in solitudine si iniettano eroina e cocaina. Sono in cerca di riscatto per " i debiti che la vita ha con me".

     

    In mano il kit preso dal camper della Fondazione Villa Maraini della Croce Rossa che ogni mattina arriva con i suoi operatori da trent' anni: siringa, acqua distillata e salviette per tamponare il buco. Lucio, 50 anni, giacca e cravatta, scende dalla sua Citroen e dice a Giancarlo, affacciato dal camper: " Per piacere subito la siringa, non vorrei mi vedesse mia moglie". E scappa via.

     

    pineta di tor bella monaca pineta di tor bella monaca

    Un rito che si ripete dalle 10 alle 18 ogni giorno, in quella che per questi uomini e donne innamorati della droga è diventata una comfort zone. Per due motivi che spiega Giulia, psicologa, dipendente dall'eroina da dieci anni, occhi azzurri cerchiati: "Se dovessi star male, gli operatori della Croce Rossa mi aiuteranno. Qui, poi, non ci sono pregiudizi. Siamo tutti uguali. E' l'angolo del mondo dove mi sento libera di farmi e rimanere in pace con me stessa. Sono vittima delle mie fragilità".

     

    Giulia ha iniziato a bucarsi perché voleva aiutare il suo fidanzato. "E' stata la mia ripicca per la sua dipendenza, volevo che soffrisse come me che lo vedevo spegnersi ogni giorno". Giulia ha perso lui e anche la volontà di smettere. Al camper ci sono Giancarlo, Beatrice, Carlo, Roberta e Claudio che in sei ore incontrano 110 uomini e 20 donne, distribuiscono 205 siringhe: 172 quelle riportate indietro, in strada ne raccolgono 29.

     

    siringhe per tossicodipendenti a tor bella monaca siringhe per tossicodipendenti a tor bella monaca

    " In 79 sono tornati più di una volta. Sono i cosiddetti "contatti ripetuti", quelli che si iniettano più dosi al giorno", spiega Giancarlo Rodoquino, il responsabile del camper, che segna tutto in una scheda.

     

    Nella " pinetina" arrivano da San Cesareo, da Terni, dai Castelli, da Roma Centro. Sono infermieri, avvocati, tassisti, forze dell'ordine, impiegati dai 30 ai 60 anni. I giovanissimi hanno altri giri e altri orari.

     

    La finestrella del camper diventa anche un consultorio mobile.

    " Siete i nostri eroi", dice con le lacrime agli occhi Laura. Ha 37 anni, impiegata delle Poste, vuole un figlio ma " così no", ripete. " Non mi facevo da tre mesi - racconta - e oggi come una cretina sono arrivata a Tor Bella e mi sono comprata una mezza dose di eroina".

     

    tor bella monaca tossicodipendenti tor bella monaca tossicodipendenti

    Dal camper le arriva il consiglio di andare a Villa Maraini, a Portuense, la struttura che ha già salvato tanti uomini e donne dalla fine che riserva spesso quell'attimo di estasi in vena. Nell'ultimo anno sono stati 46. A 14 anni ci si fa il primo buco, lo dicono le statistiche del 2021 sui 1.617 utenti della Fondazione. E l'eroina è la droga principale nell'85 per cento dei casi, la cocaina nell'11 per cento. […]

     

    "Il quartiere trent' anni fa non ci voleva. Noi siamo qui perché ci sono i tossici e gli spacciatori. Non siamo certo noi a spingere al consumo, anzi. Si chiama riduzione del danno - racconta Giancarlo Rodoquino - Da quattro anni con una jeep ci spostiamo dove sappiamo che la gente si fa per soccorrerla. Abbiamo anche un numero di telefono per le segnalazioni delle siringhe abbandonate tramite geolocalizzazione". […]

     

     

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