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    “OPELAZIONE PILELLI” – IL GRUPPO DELLA BICOCCA AVRÀ UN PRESIDENTE CINESE – PER SPOSTARE SEDE E CENTRO RICERCA DALL’ITALIA SERVIRÀ UNA MAGGIORANZA DEL 90%


     
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    Francesco Spini per “la Stampa

     

    Marco Tronchetti Provera Afef Jnifen Matteo Renzi Naomi Campbell foto vogue Marco Tronchetti Provera Afef Jnifen Matteo Renzi Naomi Campbell foto vogue

    La firma dell’accordo vincolante è arrivata nel tardo pomeriggio, dopo che il cda di Camfin ha dato l’ultimo dei via libera. Per la Pirelli inizia una nuova era, a maggioranza cinese, quella del colosso statale China National Chemical Corporation (ChemChina). Il numero uno del gruppo di pneumatici, Marco Tronchetti Provera, è certo. L’operazione siglata con una controllata di ChemChina - la China National Tire & Rubber Co (Cnrc) - «rappresenta una grande opportunità per Pirelli. L’approccio al business e la visione strategica di Cnrc garantiscono lo sviluppo e la stabilità di Pirelli». Stessi toni da Jianxin Ren, presidente di ChemChina, lieto di «diventare partner di Marco Tronchetti Provera e del suo team per continuare a costruire insieme un gruppo di portata mondiale e un leader del mercato nell’industria globale dello pneumatico».

     

    Doppia la sfida industriale: rafforzare i piani di Pirelli (puntando in particolar modo sull’alto di gamma) e raddoppio dei volumi (da 6 a 12 milioni di gomme) sul segmento «industrial» (pneumatici per veicoli industriali) che sarà integrato con Aeolus, del medesimo gruppo cinese.


    Doppio passaggio

    REN JIANXIN 2 REN JIANXIN 2

    Lo schema dell’operazione è assai complesso e in ogni caso prevede che i soci italiani e russi insieme abbiano meno del 50%. Una nuova società italiana (Bidco) che sarà controllata dai cinesi attraverso due società (Newco, dove confluiranno in minoranza anche i soci di Camfin più i russi di Rosneft che si staccheranno dalla holding, e Holdco) comprerà prima il 26,2% di Pirelli dall’attuale holding che reinvestirà parte dei proventi: 1,15 miliardi su 1,9 ricevuti. Poi Bidco lancerà un’Opa obbligatoria sul resto del capitale, e una volontaria sulle azioni di risparmio condizionata al raggiungimento di almeno il 30% del capitale, sempre a 15 euro.

     

    Scopo dell’Opa è togliere, dopo un secolo, Pirelli dalla Borsa. A seconda delle adesioni all’Opa, i cinesi potranno avere un controllo che andrà dal 51 al 65%. Un’operazione da 7,4 miliardi che si conta di chiudere entro l’estate.


    La nuova governance

    REN JIANXIN REN JIANXIN

    Nel patto parasociale che sarà sottoscritto tra ChemChina, Cnrc, Camfin, Coinv e Lti (ovvero i russi di Rosneft) Marco Tronchetti Provera - che oggi è presidente e ad del gruppo della Bicocca - resterà ceo e vicepresidente esecutivo. La cinese Cnrc, invece, «nominerà il presidente di Pirelli, con i poteri di legale rappresentante della società». Nel caso in cui la società sarà tolta da Piazza Affari, Bidco, Newco, Holdco e Pirelli avranno 8 consiglieri di nomina cinese e 8 di nomina di Camfin e dei russi. Se resterà quotata 8 saranno nominati da Cnrc (tra questi il presidente, oltre al ceo Tronchetti), 4 da Camfin e dai russi e 3 di minoranza.


    Il ritorno in Borsa

    L’Opa è finalizzata al delisting della Bicocca. Se però nel giro di quattro anni non vi facesse ritorno (la decisione è demandata a Tronchetti) con la sola parte relativa alle gomme per auto e moto, è prevista un’opzione «put», ovvero di vendita, a favore dei soci di Camfin e di Rosneft «esercitabile a un prezzo uguale al reinvestimento di Camfin» meno «i dividendi e le distribuzioni». Allo stesso modo c'è un'opzione «call», di acquisto da parte dei cinesi.

    MARCO E AFEF TRONCHETTI PROVERA SERATA CALENDARIO PIRELLI MARCO E AFEF TRONCHETTI PROVERA SERATA CALENDARIO PIRELLI


    La difesa dell’italianità

    Nell’accordo viene difesa la specificità della tecnologia italiane non solo. Così, si legge nel comunicato, «il Centro ricerca e sviluppo e l’headquarters (la sede, ndr) di Pirelli continueranno a essere situati in Italia». Per autorizzare lo spostamento della sede come «il trasferimento a terzi della proprietà intellettuale di Pirelli» serviranno maggioranze rafforzate, pari al 90%. Lunghissimo l’elenco degli advisor: hanno lavorato Rothschild e ChemChina Finance Corp, J.P. Morgan, Lazard, Ligerion, oltre agli studi Pedersoli e Associati, Clifford Chance e Jun He, Latham&Watkins, Chiomenti e Lombardi Molinari Segni, Linklaters.

     

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