• Dagospia

    SPERANZA NEL MIRINO - LA PM DI BERGAMO MARIA CRISTINA ROTA, CHE COORDINA LE INDAGINI SU ALZANO E IL MANCATO AGGIORNAMENTO DEL PIANO PANDEMICO, ANTICIPA A "REPORT" CLAMOROSE SVOLTE: "NON ESCLUDO CHE FINISCANO INDAGATI ESPONENTI DEL DICASTERO. DA LORO TROPPE RETICENZE" - LA PM HA CONFERMATO PURE DELL' ESISTENZA DI UN CLAMOROSO QUANTO ECCELLENTE TENTATIVO DI INTRALCIO DELLE INDAGINI…


     
    Guarda la fotogallery

    Giuliano Guzzo per "la Verità"

     

    MARIA CRISTINA ROTA MARIA CRISTINA ROTA

    Si sta come Roberto Speranza al ministero ad aprile. In effetti, più di una nube s'addensa sul ministero della Salute. Stanno infatti facendo rumore le parole rilasciate a Report da Maria Cristina Rota, procuratore aggiunto di Bergamo, rispetto alle indagini in corso sul mancato aggiornamento del piano pandemico e gestione delle prime fasi dell' emergenza Covid-19 e, in particolare, con riferimento alla condotta di esponenti del ministero della Salute, giudicata almeno poco collaborativaNon solo. A domanda diretta sulla presenza o meno, nell' indagine in corso e quindi anche nel registro degli indagati, di dirigenti proprio del ministero guidato da Speranza, il magistrato non ha smentito.

     

    «Questo non possiamo affermarlo né escluderlo», ha dichiarato il procuratore Rota, segnalando la difficoltà incontrata nelle indagini, «quasi che ci fosse il timore nell' indicare un nominativo. Direi un atteggiamento reticente, sì». Considerando il confine notoriamente labile che separa il concetto di reticenza da quelli di omertà e di omissione, se quelle della Rota non sono macigni di certo restano esternazioni di peso.

     

    roberto speranza roberto speranza

    Tanto più che, tra le persone ascoltate dai magistrati bergamaschi nell' ambito della loro inchiesta, c' è anche lo stesso Speranza, il quale, lo scorso 28 gennaio, era stato sentito per ben cinque ore. Una lunga deposizione, era stato il resoconto, avvenuta in un clima «disteso» e «sereno».

     

    Ma torniamo al procuratore Rota, che a Report ha confermato pure dell' esistenza di un clamoroso quanto eccellente tentativo di intralcio delle indagini: «Oms addirittura aveva chiesto che ci fosse una vigilanza da parte del ministero sull' operato della Procura della Repubblica, controllando la correttezza del nostro lavoro».

     

    maria cristina rota a palazzo chigi 1 maria cristina rota a palazzo chigi 1

    «Ma noi non volevamo ficcare il naso negli affari dell' Oms», ha precisato Rota, «noi volevamo fare luce su quel famoso report e sul piano pandemico che è strettamente d' interesse per la Procura di Bergamo in relazione ai fatti accaduti nell' ospedale di Alzano Lombardo». Riepilogando, il procuratore ha evidenziato come dal ministero della Salute vi sia stata «reticenza» e non collaborazione e che lo stesso, guarda caso, fosse stato investito da parte dell' Oms della richiesta di vigilare sugli stessi magistrati bergamaschi. Una ricostruzione esplosiva chiama evidentemente in causa in primo luogo Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell' Oms ufficialmente indagato, ma non solo.

     

    ROBERTO SPERANZA ROBERTO SPERANZA

    Sì, perché nelle intercettazioni emerse risulta che non solo Guerra abbia fatto insabbiare il report sulla gestione italiana del coronavirus a cura di studiosi dell' Oms guidati da Francesco Zambon - poco signorilmente liquidati come «i somarelli di Venezia» dialogando col presidente dell' Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro -, ma abbia pure indicato chi gli ha suggerito la mossa, ossia il capo di gabinetto di Speranza, Goffredo Zaccardi: «Dice di vedere se riusciamo a far cadere il report nel nulla». Ecco che allora, se non son un vero e proprio j' accuse, le parole del procuratore Rota, oltre che su quelle di Guerra, portano sulle orme di Speranza. Che siede su una poltrona che, da quando la occupa lui, non è mai stata tanto scricchiolante.

    ROBERTO SPERANZA E MARIO DRAGHI ROBERTO SPERANZA E MARIO DRAGHI maria cristina rota. maria cristina rota.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport