aborto polonia proteste
Aborto vietato in Polonia per malformazioni del feto: la decisione della Corte Costituzionale rende praticamente impossibile l’interruzione di gravidanza.
La Corte costituzionale della Polonia ha deciso oggi che l’aborto perfino a causa di malattie e malformazioni del feto non è conforme con la Costituzione. Sotto la guida del presidente Julia Przylebska, la Corte ha così risposto a un ricorso presentato da 119 deputati 3 anni fa. Deputati appartenenti per lo più del partito sovranista al governo Diritto e giustizia (Pis).
Polonia: vietato aborto per malformazioni del feto
Con la decisione odierna l’aborto in Polonia sarà quasi impossibile, dal momento che la maggior parte dei casi di interruzione di gravidanza ha come motivo proprio le malformazioni. Gli altri motivi – lo stupro, oppure le condizioni di rischio per la vita della donna – sono meno frequenti.
Nel 2019 , secondo i dati ufficiali, in Polonia si sono registrati 1110 aborti, 1074 dei quali causati proprio da malformazioni e patologie irreversibili del feto. In attesa del verdetto, davanti alla sede dell’Alta Corte, ci sono state delle manifestazioni di protesta dei sostenitori dell’una e dell’altra parte.
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Tusk: “Divieto di aborto è malvagità politica”
“Decidere sul divieto di aborto, nel pieno dell’epidemia che si sta diffondendo, non è solo cinismo, è di più: si tratta di malvagità politica”. Lo ha scritto Donald Tusk, ex presidente (polacco) del Consiglio europeo, commentando su Twitter la decisione della Corte.
Jaroslaw Kaczynski
Tusk ha ricordato che la maggioranza della Corte è composta da giudici non autonomi perché indicati dal partito al governo di Jaroslawa Kaczynski, Diritto e giustizia (Pis). La decisione è il risultato di un votum separatum di due giudici, Piotr Przczólkowski e Leon Kieres.
“È un’infamia dello Stato polacco: i giudici si sono dichiarati contro l’eugenetica e a favore del diritto alla vita dei neonati, anche se malati, dimenticando che si tratta molto spesso di feti incapaci di vivere in modo autonomo”, ha detto Krystyna Kacpura della Federazione per le donne, che ha assistito alla seduta della Corte.
“La Polonia diventa l’inferno per le donne” ha scritto il sito polacco Oko.press, ricordando che il compromesso raggiunto nel 1993 fra varie forze politiche autorizzava l’aborto per tre motivi: malformazione, stupro e rischio per la vita della donna”. (Fonti: Ansa e Bbc)
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