Gianluca Paolucci per “la Stampa”
assemblea pop vicenza
Trecentoquarantaquattro pagine di ricostruzione dura e puntuale della malagestione della Popolare di Vicenza. L' atto di citazione per l' azione di responsabilità contro i vecchi vertici dell' istituto mette in ordine nomi, fatti e responsabilità finora confinati alle ricostruzioni giornalistiche, a due anni dall' emergere della crisi. È il «film dell' orrore» evocato da Alessandro Penati, numero uno di Atlante, per descrivere la situazione delle banche venete controllate dal fondo.
popolare vicenza 3 SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia
Un atto d' accusa in primo luogo nei confronti di Gianni Zonin, presidente dal 20 maggio 1996 al 23 novembre 2015, che ha finora scaricato le responsabilità sui manager, a partire dall' ex direttore generale Samuele Sorato. La citazione deposita dai legali del cda (Carlo Pavesi e Stefano Verzoni dello studio Gatti Pavesi Bianchi) individua innanzitutto 32 persone, tra ex amministratori, sindaci e manager della banca, attribuendo a loro un danno di circa un miliardo di euro sulla base degli accertamenti già svolti, più una parte che potrebbe essere fino a un altro miliardo ancora da accertare nella sua completezza.
GIANNI ZONIN
E ricostruisce innanzitutto il ruolo di Zonin, vero «dominus», con i consiglieri da lui cooptati che si limitano ad alzare la mano durante le votazione senza nulla chiedere e in qualche caso applaudire alle proposte del presidente (succede ad esempio nel 2013, quando presenta al cda i candidati a entrare in consiglio e fa un accorato discorso perché il cda resti «nell' interesse della banca coeso e unito»).
C' è anche la ricostruzione puntuale dei prestiti concessi per comprare azioni, in qualche caso senza istruttoria o malgrado le istruttorie avessero segnalato i rischi. Come Silvano Ravazzolo e il fratello Giancarlo, affidati per oltre 100 milioni, 90 senza nessuna garanzia, 78 dei quali utilizzati per comprare azioni Bpvi.
O ancora i nomi che ricorrono in tutte le crisi bancarie di questa stagione: la Lujan-Nsfi di Alfio Marchini (Etruria), il gruppo De Gennaro (Banca Marche), l' Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone (ancora Etruria). Né potevano mancare i prestiti ai consiglieri in conflitto d' interesse. Come quelli alla Zeta di Giuseppe Zigliotto, ex consigliere ed ex presidente di Confindustria Vicenza, anche questi utilizzati per comprare azioni. Al gruppo Avm della Dossena e alle società degli ex consiglieri Tellatin e Tognana. E ovviamente i prestiti alle società di Zonin: lMasseria Altamura,, Acta, Mobiliare Montebello, Rocca Montemassi. Tutte affidate dalla banca nonostante profili di rischi «alto» o «molto alto». E la Castello del Poggio del cognato di Zonin, nonché presidente di una società del gruppo Bpvi.
castello del poggio
La quantificazione dei danni è forse il passaggio più complesso: come calcolare gli effetti della perdita di fiducia della clientela, della fuga dei depositi, della reputazione sui mercati? La domanda ha nella citazione una risposta per ora solo parziale: ci sono i 670 milioni della fuga dei clienti (16,7 miliardi persi in un anno e mezzo tra depositi e affidi per cassa). I 190 milioni persi nei fondi Athena e Optimum, i 350 milioni accantonati per le cause legali che ammontano a oltre 800 milioni di richieste dei clienti. E ancora le sanzioni della Bce, oltre 35 milioni di euro, quelle di Consob, Bankitalia e Antitrust.