Stefania Parmeggiani per “la Repubblica”
MURAKAMI
SI PARLA di amore, di amicizia e di sesso come in una tradizionale posta del cuore. Ma c’è spazio anche per i libri, i rimpianti e il passato. Con leggerezza, quella che non ti aspetti da chi ha scritto L’uccello che girava le viti del mondo o Kafka sulla spiaggia.
Da qualche giorno Haruki Murakami risponde ai messaggi inviati dai lettori al sito Murakamisan non Tokoro ( Luogo di Mr. Murakami), aperto il quindici gennaio in collaborazione con l’editore nipponico Shinchosa. In due settimane sono arrivati trentamila messaggi. «È stata una sorpresa ricevere tutte queste lettere », ha scritto lui assicurando che ogni giorno, fino alla fine di marzo, pubblicherà le sue risposte.
Senza censurarsi, stemperando con l’ironia quella che appare come una grande operazione commerciale. Così il grande autore di bestseller, l’eterno candidato al Nobel, lo scrittore amato fino alla venerazione da milioni di lettori in tutto il mondo si trasforma in un insospettabile dispensatore di consigli non sempre acuti, anzi a tratti banali, sicuramente non all’altezza delle profondità abissali a cui i suoi romanzi — i primi soprattutto, da Sotto il segno della pecora a Norvegian Wood — ci avevano abituati. E le sue atmosfere oniriche e angoscianti, i suoi personaggi sempre sospesi tra una realtà apparentemente falsa e un mondo nascosto ma più vero, diventano un ricordo lontano di fronte allo scorrere delle schermate del suo sito internet.
Prima di tutto l’amore. A un uomo di 53 anni, attratto da una ragazza più giovane di venti, consiglia di leggere L’arte della guerra di Sun Tsu: «Deve prima di tutto accumulare informazioni e poi creare l’occasione per rivolgerle la parola», spiega senza sottrarsi al gioco della seduzione. A un ragazzo, appena laureato e disorientato di fronte alle scelte della sua fidanzata, consiglia di fare chiarezza nel rapporto di coppia. Lei non vuole lavorare, è proiettata in un futuro da casalinga. Lui non condivide, ma crede di non avere il diritto di mettere in discussione certe scelte. «E perché mai non puoi metterci bocca? Dovete parlare tra di voi, è inutile rivolgersi agli estranei».
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Una moglie si sente in colpa perché tradisce il marito e chiede se esista un manuale per donne malvagie. Murakami, che in 1-Q84 aveva parlato con grande delicatezza e rispetto di una storia extraconiugale, non dà alcun giudizio: «Il tradimento è quello che è, ma dovrebbe usare con cautela la parola che comincia con la D (divorzio). È pericoloso dirlo ad alta voce. Spero che tutto si risolva. Lei non è una donna terribile. È piuttosto comune tradire. Ma deve usare molta cautela in ciò che fa».
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I drammi di amore si uniscono alle insicurezze dell’adolescenza. A un diciassettenne alle prese con i problemi della bilancia (come il protagonista de L’incolore Tazaki Tsukuru ) consiglia di chiudere i manuali sulla dieta. «Devi solo mangiare meno, fare spesso esercizio fisico e soprattutto innamorarti. Quest’ultima opzione è piuttosto efficace ». Già, ma che regole segue il cuore? «L’innamoramento è una collisione accidentale. È imprevedibile e inevitabile. Quindi, allaccia sempre la cintura di sicurezza».
E poi c’è il sesso. O per meglio dire l’assenza del sesso. Fatima, impiegata di 36 anni, confessa di non avere rapporti da prima del matrimonio: «Sono sei anni che sono sposata ma per la verità ho smesso di fare sesso sei mesi prima del matrimonio. Il rapporto di coppia va bene, usciamo insieme, ci baciamo e stiamo pensando di avere dei bambini...». Un’assurdità e infatti Murakami, che altrove è stato imperturbabile, risponde con una raffica di domande: «Non fate sesso da sei mesi prima del matrimonio? E in questa situazione vi siete sposati? E non riuscite entrambi ad abituarvi al sesso?». Non sa cosa dire, un matrimonio bianco è fuori dalla sua immaginazione, forse non immaginava che aprendo una posta del cuore gli sarebbe arrivata una lettera del genere: «Forse sarebbe il caso di rivolgervi a un consulente».
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Più delicato nei confronti di una ventiduenne che alla vigilia del suo terzo appuntamento ha paura di cadere preda dell’emozione: «È interessante, gentile e ogni volta che lo incontro penso che vorrei stare di più insieme a lui, ma non ho molta famigliarità con gli uomini, sono tesa, non so cosa dire, di cosa parlare... « Lo scrittore non suggerisce parole, ma dispensa consigli di buon senso, da vecchio zio. «Non c’è niente di cui essere imbarazzati. E poi l’importante è fare del proprio meglio».
Il tono cambia quando le lettere si fanno più spinte. Un uomo si lamenta perché la moglie non vuole avere rapporti orali e Murakami non si tira indietro: «Le persone molto attente all’igiene non cambiano dall’oggi al domani. Meglio rinunciare. Potrebbe però ammaestrare una carpa... Sto scherzando, naturalmente ». E poi cosa c’è di male nel sesso? E forse meglio rinunciarvi, vivendo con il rimpianto delle occasioni perse? Lo spunto arriva da una lettrice che non riesce a rassegnarsi al trasferimento di un suo collega. «Perché non ha fatto l’amore con lui almeno una volta? — chiede lo scrittore — Ovviamente senza farlo sapere a suo marito e ai suoi figli». Poi aggiunge: «Parlo a me stesso. Il mio non è un consiglio, non posso prendermi la responsabilità delle conseguenze».
Sono intimità a senso unico, anche se a volte Murakami regala pezzetti di sé. Piccole cose, manie che fanno parte della sua quotidianità come la soddisfazione che prova nel riporre in un astuccio una vecchia matita: «È bello usarla per correggere le frasi e vedere come giorno dopo giorno diventa sempre più corta. Questa cosa mi provoca una sensazione di gioia».
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Non mancano le risposte enigmatiche e i riferimenti ai gatti, animali che spesso compaiono nei suoi romanzi e che, evidentemente, piacciono molto anche ai suoi lettori. Alla ragazza che vorrebbe sapere dove è finito il suo, che lo cerca e non lo trova, che si dispera e che per questo, invece di affiggere un volantino a un palo, scrive una mail, Murakami risponde con un’eco che richiama i misteriosi felini dei suoi romanzi come Sardina, de L’uccello che girava le viti del mondo : «I gatti a volte spariscono. Quando ti stanno vicino bisogna amarli». E che cosa avrebbe mai potuto risponderle? In fondo, come ha scritto un’altra lettrice, «per quanto mi sforzi di dare un senso profondo a quello che scrive c’è sempre qualcosa che mi sfugge». Forse anche in una posta del cuore.