Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
PENG LIFA PROTESTE PECHINO
C'è un nuovo mestiere nell'apparato di sicurezza cinese: il guardiano del ponte. Vigilanti in divisa sono comparsi sui cavalcavia di Pechino da quando il 13 ottobre un dissidente solitario aveva appeso sul «Sitong qiao» due striscioni contro la politica Zero Covid e l'appello a ribellarsi al Partito comunista, a «scioperare per deporre il dittatore Xi Jinping». Per evitare altri incidenti durante i giorni del Congresso comunista le autorità fanno presidiare i «qiao» (ponti) strategici. Le postazioni delle sentinelle sono ben visibili, alcune segnalate da tende a forma di garitta.
PENG LIFA PROTESTE PECHINO
Il gesto di sfida disperata è stato cancellato in poche ore dal web cinese, dove giovedì 13 avevano cominciato a circolare le immagini degli striscioni appesi alle spallette del Sitong, subito rimossi dalla polizia. Ma quell'atto ha ispirato altri contestatori. Le parole dei due manifesti di Pechino sono state ricopiate in altre città, da Shanghai a Shenzhen, Xi' an, Cantone Hong Kong. La polizia è in allarme. All'università Tsinghua di Pechino sono stati sospesi i self-service per le fotocopie: ora gli studenti che vogliono fotocopiare documenti per i loro corsi di laurea debbono far controllare il materiale, per evitare che qualcuno moltiplichi e diffonda gli slogan dell'Uomo del Ponte.
PENG LIFA PROTESTE PECHINO
Un account Instagram gestito da attivisti sta raccogliendo foto delle scritte, comparse in luoghi appartati come i bagni pubblici (dove non ci sono telecamere di sorveglianza) o qualche bacheca universitaria. Nell'era dei social anche la potente macchina della censura cinese non riesce a bloccare tutti i messaggi sgraditi.
E nonostante la caccia a ogni hashtag che commemorava il gesto di coraggio al «Sitong qiao», il web ha rivelato informazioni sull'autore: si chiamerebbe Peng Lifa, 48 anni, laureato in fisica. Riconducibili a lui, secondo l'organizzazione China Change basata negli Usa, due profili Twitter: @lifa_petter e @peng_phy. Sul secondo, il 12 ottobre era apparso quest' ultimo post: «Xi Jinping deve sapere che ci sono uomini in Cina che vogliono libertà».
PENG LIFA PROTESTE PECHINO
Sarebbe un riferimento a una frase celebre del leader che ha ammonito i compagni a non dimenticare mai la lezione del crollo dell'Urss: «A Mosca non c'era più nessuno così uomo da alzarsi in piedi per difendere lo Stato». Il post di Peng è stato rimosso.
Per la sua azione Peng Lifa aveva indossato una tuta arancione da operaio con elmetto giallo. Il travestimento gli ha dato i pochi minuti di vantaggio per appendere i suoi striscioni e accendere un falò che ha richiamato l'attenzione dei passanti. Poi è stato arrestato. Le foto scattate e messe in rete dai passanti sotto il Sitong erano tutte concentrate sulle scritte con gli appelli alla rivolta. Ma in alcuni fotogrammi spunta quell'uomo in tuta da lavoro mentre lega i sui manifesti alla spalletta.
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L'immagine ridesta la memoria del 1989, quando un altro coraggioso solitario si era messo davanti a una colonna di carri armati diretti a piazza Tienanmen. Un atto di resistenza passiva durata pochi secondi, sufficienti a entrare nella storia. Peng era isolato, anche se la polizia pensa che non possa aver organizzato la sfida da solo. Secondo China Change, la censura ha dovuto bloccare 600.000 account su WeChat che avevano rilanciato foto o commenti sull'«incidente». Un giornalista ha riferito che il suo profilo è stato sospeso per 60 giorni solo per aver annotato: «Anche io ho visto».
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