Francesco Boezi per Il Giornale - Estratto
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Il disegno di legge sul premierato potrebbe essere già presentato in uno dei prossimi Cdm, al rientro dalla pausa. Ma stabilire un timing è complicato. Certo è che la maggioranza di centrodestra si sta orientando verso quel tipo di riforma istituzionale, a discapito del ben più complesso presidenzialismo. E che il ministro per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati ci sta lavorando da tempo, dialogando con tutte le forze, i costituzionalisti, il Cnel, sempre con profilo istituzionale.
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In sintesi: gli italiani eleggerebbero in via diretta il premier, che avrebbe dei poteri estesi come quello di nomina e revoca dei ministri. A Palazzo Chigi andrebbe chi ha vinto le elezioni. Punto e basta. Prevista anche una clausola «anti-ribaltone», che consentirebbe ai parlamentari di cambiare il capo dell’esecutivo ma non la conformazione della maggioranza. Il potere di scioglimento delle Camere resterebbe nelle mani del presidente della Repubblica, carica che continuerebbe a non essere direttamente elettiva.
maria elisabetta alberti casellati
«Se dovessimo fermarci a quelle che sono le preferenze della destra dice al Giornale il capogruppo della Camera di Fdi Tommaso Foti - dovremmo dire “o elezione diretta del Capo dello Stato o nulla”.
Tuttavia, il presidenzialismo, che non è una religione, nelle sue varie declinazioni, contempla anche l’elezione diretta del premier. Penso che questa sia la strada che dovrebbe trovare un punto di caduta anche oltre la maggioranza di centrodestra, rafforzando i poteri del presidente del Consiglio e lasciando al presidente della Repubblica tutti i poteri che lo rendono garante dell’unità nazionale. È evidente che una siffatta riforma consentirebbe per la prima volta agli Italiani di non vedere tradito da giochi di palazzo il voto espresso alle elezioni».
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