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    LA PRIVACY È SACRA! SOPRATTUTTO SE SERVE A FARE I SOLDI CON INSIDER TRADING E TRUFFE IN STILE MADOFF


     
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    Valeria Robecco per l'ANSA

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    Wall Street affila le unghie contro Facebook e Twitter: il comparto finanziario americano è sceso in campo per difendere il diritto di scandagliare le vite digitali dei propri dipendenti, cercando di porre un freno agli sforzi statali per tutelare la privacy online. In California, ma anche in Illinois, Maryland e Michigan è infatti in vigore il 'Social Media Privacy Act', una legge che protegge il diritto alla riservatezza sui social-media e grazie alla quale i datori di lavoro non possono più obbligare i dipendenti a fornire le password per entrare nei loro profili e account personali.

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    In tutto il Paese sono 35 gli Stati dove è stata adottata o è in discussione una normativa simile. Ad opporsi alla legge è la 'Financial Industry Regulatory Authority' (Fira), autorità di vigilanza del comparto finanziario, la quale sostiene che è necessario poter controllare l'uso degli account personali dei dipendenti. Pur condividendo l'esigenza di tutela della privacy, un portavoce di Fira ha spiegato al quotidiano Wall Street Journal il rischio che la rapida diffusione di consulenze effettuate sui social network contribuisca a creare un sistema fuori dal controllo delle autorità preposte.

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    In pratica secondo gli esperti si tratterebbe del primo passo per favorire iniziative illegali come lo schema Ponzi, lo stesso utilizzato nella maxi-truffa di 65 miliardi di dollari dal finanziere Bernie Madoff. Gli osservatori non hanno dubbi: se le aziende non possono monitorare i propri dipendenti la lotta contro tali frodi sarà più difficile. E per questo Fira chiede di apportare modifiche alla legge in almeno dieci Stati americani.

    I sostenitori delle nuove leggi e le associazioni di diritti civili tuttavia sono già sul piede di guerra. Per loro il 'Social Media Privacy Act' non si tocca, in quanto è necessario per proteggere i lavoratori da controlli immotivati. Anzi, rilanciano, lamentandosi del fatto che i 'boss' possono comunque accedere agli account privati in caso di sospetti sulla cattiva condotta dei dipendenti.

     

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