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    LA PROFEZIA DI IACOBONI SULLA FAIDA M5S: "LA COSA PIÙ PROBABILE SAREBBE QUESTA: CONTE SPEDIRÀ I CAMBIAMENTI DI STATUTO CHIESTI DA GRILLO, E A QUEL PUNTO GRILLO POTREBBE ACCETTARE, CON L’AVVOCATO DEL POPOLO CHE AVRÀ COSÌ UNA PARVENZA DI VITTORIA MEDIATICA. MA GRILLO È ISTRIONICO E UMORALE, E CERTO NON AMA ESSERE MESSO ALL’ANGOLO E PRESSATO.  E’ LUI LA VERA PARTE IMPREVEDIBILE DI QUESTO DILEMMA, E L’UNICO CHE POTREBBE PRENDERE DECISIONI A SORPRESA. E SE ALLA FINE DI TUTTO SPEDISSE IL VAFFA A CONTE?" 


     
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    Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

     

    iacoboni iacoboni

    Il senso di questa conferenza stampa è che Giuseppe Conte non sbatte la porta e non se ne va: a una precisa domanda al Tempio di Adriano risponde “io non ho nel cassetto un piano B". Magari non è vero, e è pronto a farlo dopodomani, chissà, il suo partito. Ma oggi no. Ha detto di no. E oggi doveva essere il giorno della rottura.

     

    Certo l’ex premier dice di non essere disponibile a fare “da prestanome”, e dice “non mi presto a operazioni di facciata”e a leadership dimezzate. E però parla al plurale, a un certo punto si fa scappare una chiarissima mano tesa, “tra Beppe e me non c’è la barriera architettonica che c’è tra le persone non intelligenti”, chiama Grillo per nome, “Beppe”, lo vezzeggia (“grande visionario”), “per Grillo ho una simpatia personale”, si rivolge “alla comunità del Movimento 5 stelle”, chiede “la partecipazione di tutti gli iscritti”, dice che anche domani consegnerà lo Statuto a Grillo.

     

    grillo conte grillo conte

    No, non sono le parole di uno che se ne sta andando dal Movimento e tanto meno di uno che sta fondando un suo Movimento nuovo, il famoso e fin qui mai arrivato partito di Conte. Il logo M5S, per quanto ammaccato, a Conte serve eccome. I soldi dei gruppi parlamentari M5S servono eccome. La struttura serve eccome. E dunque, tanto tuonò che non piovve.

     

    La frase chiave è questa: “A Beppe rivolgo un appello: non ho mai chiesto le sue pubbliche scuse. Ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Riconosco il grande carisma visionario. Ma spetta a lui decidere se essere il genitore generoso, o il genitore padrone che ne contrasta l'emancipazione". Insomma, il succo è che la palla viene rispedita nel campo del comico.

     

    conte grillo conte grillo

    Sia pure con una certa fermezza - che era però inevitabile, visto quanto l’entourage contiano aveva alzato la tensione prima - l’avvocato del popolo non si assume la responsabilità di una frattura definitiva, cerca eventualmente di scaricarla (e caricarla) sulle spalle di Grillo (la cui risposta vedremo). Di M5S parlavamo fino alla conferenza stampa di Conte, e di M5S continuiamo a parlare anche dopo. Non si sa fino a quando, ma in questi casi si trova sempre bene chi fotografa puntualmente l’hic et nunc.

     

    "Il confronto all'Hotel Forum con Grillo fu molto schietto. Ho elencato alcune carenze, ambiguità che impediscono le grandi potenzialità di questa forza politica che potrebbero dispiegarsi appieno. Ho illustrato una serie di innovazioni secondo me indispensabili", ha spiegato Conte. Che ha anche detto, rispondendo a una domanda, che il confronto continuerà. Dunque le forze possono dispiegarsi ancora, ma l’ex premier dice di non volere “aggiustamenti”, di volere un nuovo Movimento senza diarchia.

     

    conte grillo conte grillo

    Tutta l’operazione contiana presenta però un problema, che ne indica la debolezza: fino a due giorni fa il team dell’avvocato del popolo e i suoi consiglieri facevano trapelare la possibilità reale, concretissima, di un addio, che al momento non c’è, e anzi, resta una minaccia spuntata. Da questo punto di vista la conferenza stampa è l’ennesimo penultimatum, e non conteneva nessuna minaccia, anzi. Ora toccherà vedere come decide di incassare Grillo, che effettivamente non ha ottenuto concessioni, ma è anche vero che Conte ha evitato tutte le questioni scottanti e a volte molto pratiche, per esempio la gestione della comunicazione (Nina Monti o Casalino?), o geopolitiche, la questione-Cina (Conte ha solo ripetuto di non essere andato dall’ambasciatore cinese per motivi familiari)

     

    conte grillo conte grillo

    La cosa più probabile adesso sarebbe questa: Conte spedirà i cambiamenti di statuto chiesti da Grillo, e a quel punto Grillo potrebbe accettare, con l’avvocato del popolo che avrà così una parvenza di vittoria mediatica. Ma Grillo infine è Grillo: istrionico e umorale, e certo non ama essere messo all’angolo e pressato. 

     

    E’ lui la vera parte imprevedibile di questo dilemma, e l’unico che potrebbe prendere decisioni a sorpresa. Potrebbe anche arrabbiarsi, il fondatore, se poco poco lo si conosce, per alcune delle cose dette da Conte, mentre tutti stanno guardando cosa fa o non fa l’avvocato del popolo. E se alla fine di tutto sarà Grillo, a spedire il vaffa a Conte? Resta poi una domanda sullo sfondo: su cosa esattamente si sta litigando? Qualcuno l’ha capito, o ha visto questi due statuti e le loro presunte divergenze?

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